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Lo splendore del niente e altre storie
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Attanasio, Maria <1943->

Lo splendore del niente e altre storie

Sellerio, 2020

خلاصہ: «Si nasce per caso in un luogo, che può diventare scelta, destino. E destino di scrittura è stata per me Caltagirone, l’immaginaria Calacte della maggior parte di questi racconti. Storie soprattutto di donne – ribelli non rassegnate – di cui spesso resta solo un gesto, un dettaglio, impigliato in vecchi libri o nelle scritture di cronisti locali: frammenti dell’immemore genealogia delle madri, che arrivano a me, si insediano in me, fino a quando non restituisco loro parola e identità. Ricostruendo, tra immaginario storico e tracce documentali, il pensare e l’operare di Catarina, Francisca, Annarcangela, Ignazia, ma anche delle protagoniste degli altri racconti, la mia vita si è fusa con la loro in una sorta di transfert, di autobiografia traslata nel tempo dell’esclusione dal linguaggio che ha caratterizzato l’identità di genere; dove però è possibile ritrovare sorprendenti storie di coraggio e di resistenza alla discriminazione e all’ingiustizia» (Maria Attanasio, dalla Nota introduttiva). Raccogliere in un unico volume questi racconti, variamente editi tra il 1994 e il 2014, corrisponde alla necessità di dare più completa conoscenza ai lettori di una scrittrice appartata ma la cui opera è accompagnata oggi da una crescente attenzione, da una continua curiosità. Il volume mette assieme: la lunga novella, quasi un breve romanzo, Correva l’anno 1698, che dissotterra la vicenda di Francisca, uomo-femmina, «masculu fora e fimmina intra»; la bellissima Lo splendore del niente – storia di potenza flaubertiana di Ignazia Perremuto, di superba e nobile famiglia, che a lussi, amori e doveri propri del suo stato preferisce contemplare il nulla, prefigurando le ribellioni alla sottomissione femminile –, oltre a più rapide escursioni attraverso destini di donne del Settecento. Recuperati, tutti, dalle antiche cronache e riportati in vita da una scrittura che suscita immagini a ogni rigo.

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Alice Raffaele
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Sono storie suggestive, quelle di Maria Attanasio, in grado di trasportare il letto nella Sicilia del Settecento con un solo verbo.
L'uso del dialetto nel testo è limitato a enfatizzare alcune scene o azioni; rispetto allo stile di Andrea Camilleri, è molto più facile comprendere il senso delle frasi. La sicilianità è comunque preponderante ed esce fuori dalle righe lo stesso, avvolgente, caratterizzando i racconti con un alone di mistero. Ci si trova un po' smarriti perché a volte sembrano mancare informazioni, e per questo ci sono alcune note esplicative alla fine, una per ogni storia.
E' stato curioso leggere di leggi assurde come quella dell'uccisione dei gatti per conservare i fagiani per la caccia dei nobili (e intanto infestando le città di ratti). Commovente è stata la vita narrata di Ignazia Perremuto ne "Lo splendore del niente", e un sorriso (da strega) non è potuto non spuntare leggendo "Dell'arcano liquore e di altri odori". Sorprendente l'ultimo racconto, "Morte per acqua".

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