La mostra sarà visitabile dal 19 gennaio fino al 21 dicembre 2025.
Ingresso e visita guidata alla mostra con prenotazione obbligatoria.
L’ingresso alla mostra è compreso nella visita al Castello.
L’idea muove da un capolavoro della pittura bresciana del Rinascimento, la “Sala delle Dame”, decorata da Alessandro Bonvicino, detto il Moretto, e dalla sua bottega, in occasione del fastoso matrimonio tra il conte Gerolamo I Martinengo di Padernello e la marchesa Eleonora Gonzaga del ramo di Sabbioneta. La Sala è custodita nel più grandioso dei privati palazzi di Brescia (Martinengo di Padernello/della Fabbrica, poi Salvadego).
Il suggestivo ambiente, che trasforma lo spazio chiuso in una misura scenica aperta, è stato scelto per la suggestione, la bellezza, i messaggi contenuti, ma anche come simbolo di tutto quel patrimonio artistico per il quale vennero adottate misure di salvaguardia nel corso dell’ultimo conflitto bellico. Quest’opera di tutela si tradusse in decreti e circolari riguardanti, in particolare, la predisposizione di un «Piano di mobilitazione delle opere d’arte in caso di guerra» al quale seguì un programma più esteso che includeva «la protezione in situ dei monumenti e delle opere d’arte difficilmente removibili». In questo contesto entrò in campo la pianura e i suoi luoghi silenziosi, come Villa Fenaroli a Seniga, il Castello di Padernello, Villa Lechi di Erbusco, il Convento dei Carmelitani Scalzi di Adro o ancora il Collegio missionario di Saiano.
Nel Castello di Padernello vennero custoditi gli stacchi dei dipinti delle pareti della “Sala delle Dame”, sezionati, attraverso un’ardita operazione, dal restauratore Ottemi della Rotta coadiuvato da Paolo e Giuseppe Bertelli. Il Castello risultò fondamentale anche per la protezione dei grandi teleri dedicati ai “pitocchi”, brani di vita quotidiana che Giacomo Ceruti seppe trasformare in scene di grande forza espressiva.
La filosofia della mostra muove quindi dal tema delle «dimore che curano», residenze silenziose di campagna. Le loro mura, anche se per un breve periodo, sono state testimoni delle prime operazioni di messa in sicurezza e della tutela delle opere d’arte mobili, difendendone nel contempo la memoria e la storia ad esse legate.
La mostra è resa possibile grazie alla collaborazione della famiglia Salvadego Molin Ugoni, che ha avuto cura del prezioso ambiente dedicato alle “Dame” attraverso iniziative di restauro e valorizzazione.
L’esposizione si snoda in un percorso di immagini, suggestive fotografie e ricostruzioni in cinque sezioni ospitate negli spazi al piano nobile del Castello.
Il progetto scenografico è a cura dello scenografo e prof. Giacomo Andrico.
Il progetto grafico è a cura di Nicoletta Cancelli.
La mostra si avvale della recente campagna fotografica creata dallo studio BAMSphoto di Basilio, Matteo, Stefano Rodella e da Virginio Gilberti.
Un lavoro che utilizza nuove tecniche della fotografia digitale, novità ed artifici mediati dall’esperienza e dalla grande professionalità nella riproduzione di opere d’arte.
La stampa è a cura di New Lab di Giuliano Goffi.
Un sentito ringraziamento agli enti e ai privati che hanno concesso la riproduzione delle fotografie storiche in bianco e nero dei loro archivi: Istituto per la Storia dell’Arte Lombarda (ISAL) di Cesano Maderno, Musei Civici d’Arte e Storia di Brescia, Fondazione Civiltà Bresciana, Archivio Storico Molin-Salvadego del Castello di Padernello, Collezioni private.
Un particolare ringraziamento al “Circolo al Teatro-Accademia degli Erranti” per la disponibilità nel corso della campagna fotografica.
Allestimento tecnico operativo a cura dei “maestri delle officine”: Costanzo Birbes, Claudio Bonometti, Gian Paolo Bossoni, Francesco Econimo, Virginio Gilberti, Ivano Guaragni, Piero Lanzeni, Stefano Maninetti, Cristian Pandini, Gianni Zanoni.
Il progetto è stato ideato dalla Direzione
Artistica della Fondazione
composta da:
Giacomo Andrico, Virginio Gilberti, Sandro
Guerrini, Floriana Maffeis, Ignazio Parini, Domenico Pedroni.