Rete Bibliotecaria Bresciana e Cremonese

Molto deludente.

Premetto che "Venuto al mondo" è uno dei miei libri preferiti, e amo molto come scrive la Mazzantini. Fino a metà libro ho faticato a leggerlo, non ero magnetizzata, lo trovavo troppo fumoso, cervellotico. Non ho mollato e ho fatto bene, dalla metà in poi diventa un po' più interessante, scorrevole. Ho finito asciugandomi 2 lacrime, anche se la storia è un susseguirsi di vicende attorcigliate fino ad essere un po' troppo surrerali, a volte stonate. Nel complesso bello, ma non è il migliore.

Dopo Non ti muovere, Venuto al mondo, Nessuno si salva da solo, tutti romanzi incentrati su tematiche forti, storie di guerra, sentimenti laceranti, crepuscoli e traumi, l’autrice crea in queste pagine un grandioso romanzo di formazione, che supera i limiti della vicenda biografica per spaziare nella descrizione di due intere esistenze, dall’infanzia fino alla maturità.
Protagonisti due abitanti dello stesso condominio, uno figlio dei portieri e l'altro borghesuccio medio,
che porteranno avanti le loro rispettive vite in modo parallelo, ma mai dimenticando l'altro.
Esperienze vissute e sognate, emozioni e pentimento, vergogna ed esaltazione. Neanche il trasferimento di uno dei due a Londra riuscirà ad allontanare questa amicizia, le rispettive mogli e i figli nati. Libro struggente, amaro come tutti i libri della Mazzantini ma questo rompe il muro del silenzio e dell'ipocrisia. Scaduta un po' con la scelta di stereopiti quali: il professore di arte, la moglie giapponese, la comunità perciò non per tutti. Potrebbe rivelarsi "noioso".