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Tractatus de hereticis et sortilegijs omnifariam coitu eorumq[ue] penis, ite[m] de questionibus et tortura ac de relaxatio[n]e carceratorum domini Pauli Grillandi Castilionei Paulus Grilla[n]dus
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Grillandus, Paulus

Tractatus de hereticis et sortilegijs omnifariam coitu eorumq[ue] penis, ite[m] de questionibus et tortura ac de relaxatio[n]e carceratorum domini Pauli Grillandi Castilionei Paulus Grilla[n]dus

Vltima hac impressio[n]e summa cura castigatus, additis vbilibet summarijs prepositoq[ue] perutili repertorio speciales sententias aptissime continente

Veneu[n]t Lugd. : apud Jacobu[m] Giu[n]cti, 1547

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Tractatus de indiciis, et tortura, D. Francisci Bruni de S. Seuerino. Item & D. Guidonis de Suzaria Mantuani. Et D. Baldi de Periglis Perusini cum addiotionibus D. Ludouici Bolognini Bononien. nunc multis in locis emendati & restituti in gratiam eorum, quibus ad regimen Reipublicae usui erunt
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Bruni, Francesco, sec. XVI

Tractatus de indiciis, et tortura, D. Francisci Bruni de S. Seuerino. Item & D. Guidonis de Suzaria Mantuani. Et D. Baldi de Periglis Perusini cum addiotionibus D. Ludouici Bolognini Bononien. nunc multis in locis emendati & restituti in gratiam eorum, quibus ad regimen Reipublicae usui erunt ; indicem copiosissimum in calce reposuimus

Lugduni : apud Gulielmum Rouilium, 1547 (excudebat Lugduni : Ioannes Pullonus, aliàs de Trin)

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Theatrum crudelitatum haereticorum nostri temporis
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VERSTEGAN, Richard

Theatrum crudelitatum haereticorum nostri temporis

Antuerpiae : apud Adrianum Huberti, 1587

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Brixiana (schedadl.aspx?id=de179b6c-dac5-462b-9327-3b8c73c7131b)
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Rossi, Ottavio <1570-1630>

Historie bresciane di Ottavio Rossi

Brescia, sec. XVII

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Il gran contagio di Verona nel Milleseicento, e trenta descritto da Francesco Pona Filosofo Medico di Collegio all'issustriss. et eccellentiss. signor Pietro Corraro capitanio
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Pona, Francesco <1594-1655>

Il gran contagio di Verona nel Milleseicento, e trenta descritto da Francesco Pona Filosofo Medico di Collegio all'issustriss. et eccellentiss. signor Pietro Corraro capitanio

In Verona : per Bartolomeo Merlo, 1631

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Iosephi Ripamontii canonici scalensis chronistae vrbis Mediolani De pesta quae fuit anno 1630
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Ripamonti, Giuseppe <1573-1643>

Iosephi Ripamontii canonici scalensis chronistae vrbis Mediolani De pesta quae fuit anno 1630 : libri V desumpti ex annalibus vrbis quos LX decurionum autoritate scribebat

[1641] (Mediolani : apud Malatestas, regios ac ducales typographos))

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Raguaglio dell' origine et giornali successi della gran peste contagiosa, venefica, & malefica seguita nella città di Milano, & suo Ducato dall' anno 1629 sino all' anno 1632
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Tadino, Alessandro, 1580?-1661

Raguaglio dell' origine et giornali successi della gran peste contagiosa, venefica, & malefica seguita nella città di Milano, & suo Ducato dall' anno 1629 sino all' anno 1632 : con le loro succesiue prouisioni, & ordini. Aggiontoui un breue Compendio delle più segnalate specie di peste in diuersi tempi occorse Diuiso in due parti dalla creatione del mondo sino alla nascita del Signore, et da N.S. sino alli presenti tempi Con diuersi antidoti descritti da Alessaqndro Tadino medico fisico ..

In Milano : per Filippo Ghisolfi. Ad instanza di Gio. Battista Bidelli, 1648

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Giustitia di Dio vindicatiua contro gl' empi peccatori, che malamente pratticano l' importantissimo essercitio della Confessione Sacramentale
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Giustitia di Dio vindicatiua contro gl' empi peccatori, che malamente pratticano l' importantissimo essercitio della Confessione Sacramentale / Operetta raccolta da diuersi autori per diligenza del reuerendo don Michele Cicogna sacerdote Veneto

Venetia : per Gio. Giacomo Hertz, 1675

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Il memorando contagio seguito in Bergamo l' anno 1630
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Ghirardelli, Lorenzo <1600-1641>

Il memorando contagio seguito in Bergamo l' anno 1630 : historia scritta d'ordine publico da Lorenzo Ghirardelli. Libri otto

In Bergamo : per li fratelli Rossi stampatori di essa città, 1681

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Del governo della peste e delle maniere di guardarsene, trattato di Lodovico Antonio Muratori ... diviso in politico, medico, et ecclesiastico, da conservarsi & aversi pronto per le occasioni, che Dio tenga sempre lomtane
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Muratori, Lodovico Antonio <1672-1750>

Del governo della peste e delle maniere di guardarsene, trattato di Lodovico Antonio Muratori ... diviso in politico, medico, et ecclesiastico, da conservarsi & aversi pronto per le occasioni, che Dio tenga sempre lomtane : con le utilissime giunte dello stesso Autore ultimamemte fatte, ed in questa impressione a suo luogo riposte

In Brescia : dalle stampe di Gian-Maria Rizzardi, 1721

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نبذة مختصرة: Il libro è uno spaccato di vita sociale di Ancien régime, un esempio impressionante di aggiornata erudizione medica, una gustosa raccolta di ricette e di pratiche antipestilenziali, una ricca esposizione di problemi di diritto canonico. Ma soprattutto è esempio di un approccio alla politica operoso, sobrio e pratico, che fonda la propria razionalità sul concorde governo sia civile sia ecclesiastico dei corpi individuali e collettivi di una società storicamente e concretamente strutturata, sostenuta nel proprio ordine tanto dal Principe e dai suoi magistrati, quanto da Dio e dalla Gerarchia. La peste è quindi il rovescio dell’ordine civile, il contrario della pubblica felicità, ma non è la verità ultima delle cose umane. Non ci sono in Muratori né il nichilismo barocco né l’ottimismo illuministico: la peste non è un’eccezione dissolvitrice ma un’emergenza, un triste accadimento possibile, a cui far fronte con la scienza, con la prudenza civile, col coraggio, con la fede, e con tecniche che nella loro praticità organizzativa e psicologica ricordano da vicino le nostre recenti esperienze.

Tribunal reformatum, in quo sanioris et tutioris iustitiae via iudici christiano in processu criminali commonstratur, reiecta et fugata tortura cuius iniquitatem, multiplicem fallaciam atque illicitum inter Christianos usum, libera et necessaria dissertatione aperuit Iohann. Grevius clivensis, quam captivus scripsit in ergastulo amsterodamensi
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Greve, Johann

Tribunal reformatum, in quo sanioris et tutioris iustitiae via iudici christiano in processu criminali commonstratur, reiecta et fugata tortura cuius iniquitatem, multiplicem fallaciam atque illicitum inter Christianos usum, libera et necessaria dissertatione aperuit Iohann. Grevius clivensis, quam captivus scripsit in ergastulo amsterodamensi : ob raritatem, elegantiam et varium usum recusa, accurante Io. Georg. Pertsch, Icto

Guelpherbyti : Sumptibus Io. Christophori Meisneri, 1737

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Dei delitti e delle pene opera rinomatissima di Cesare Beccaria ...
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Beccaria, Cesare <1738-1794>

Dei delitti e delle pene opera rinomatissima di Cesare Beccaria ...

Milano : dalla stamp. italiana e francese a S. Zeno, anno VI repubblicano [1797-1798]

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نبذة مختصرة: La giustizia è il vincolo necessario a tenere insieme una società e tutte le pene che oltrepassano questo vincolo sono, per loro stessa natura, ingiuste. È questo principio semplice e rivoluzionario ad animare il più celebre trattato dell'Illuminismo italiano: pagine che tuonano contro la pena di morte, la tortura, l'oscurità delle leggi, la confusione tra reati e peccati. Pubblicato per la prima volta nel 1764, nelle intenzioni di Beccaria questo scritto avrebbe dovuto dare inizio a una nuova era, sciogliendo una volta per sempre il diritto dalla violenza, la legge dall'arbitrio, la giustizia dal privilegio.

Dei delitti e delle pene
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Beccaria, Cesare <1738-1794>

Dei delitti e delle pene

Brescia : per Nicolò Bettoni, 1807

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نبذة مختصرة: La giustizia è il vincolo necessario a tenere insieme una società e tutte le pene che oltrepassano questo vincolo sono, per loro stessa natura, ingiuste. È questo principio semplice e rivoluzionario ad animare il più celebre trattato dell'Illuminismo italiano: pagine che tuonano contro la pena di morte, la tortura, l'oscurità delle leggi, la confusione tra reati e peccati. Pubblicato per la prima volta nel 1764, nelle intenzioni di Beccaria questo scritto avrebbe dovuto dare inizio a una nuova era, sciogliendo una volta per sempre il diritto dalla violenza, la legge dall'arbitrio, la giustizia dal privilegio.

Ragionamenti di cose patrie ad uso della gioventù
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الأفرودات

Gambara, Francesco <1771-1848>

Ragionamenti di cose patrie ad uso della gioventù / Francesco Gambara

Brescia : Tip. Venturini, 1839-1840

نبذة مختصرة: BS

I promessi sposi
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Manzoni, Alessandro <1785-1873>

I promessi sposi : storia milanese del secolo XVII scoperta e rifatta da Alessandro Manzoni ; Storia della colonna infame inedita

Ed. riveduta dall'autore

Dalla Tipografia Guglielmini e Redaelli, 1840

نبذة مختصرة: La storia si svolge in Lombardia, durante l'occupazione spagnola, tra il 1628 e il 1630. I due protagonisti, Lucia Mondella e Renzo Tramaglino, sono promessi sposi, ma a Don Abbondio, il prete che deve celebrare il loro matrimonio, viene ordinato di non farlo: Don Rodrigo infatti, signorotto locale, si è invaghito di Lucia e non vuole che la giovane sposi Renzo. Don Abbondio incontra i Bravi. Renzo chiede consiglio ad un avvocato – l'Azzeccagarbugli – che però rifiuta di aiutarlo per paura di Don Rodrigo. Allora Renzo si rivolge a fra Cristoforo, un frate cappuccino che si reca al palazzo di Don Rodrigo per farlo rinunciare al suo proposito. Anche Fra Cristoforo fallisce e Renzo e Lucia, dopo alcune vicissitudini (tentativo di un matrimonio a sorpresa, tentato rapimento di Lucia da parte degli scagnozzi di Don Rodrigo) sono costretti a fuggire dal loro paese: Lucia andrà in un convento a Monza, mentre Renzo si recherà a Milano, presso i frati cappuccini, sperando di trovare aiuto. A Monza Lucia verrà presa sotto l'ala protettrice di Gertrude (la Monaca di Monza), mentre Renzo si troverà coinvolto nei tumulti popolari di Milano, causati dall'aumento del prezzo del pane. Nel frattempo Don Rodrigo, aiutato dalla Monaca di Monza, fa rapire Lucia all'Innominato che la porta nel suo castello. Quella stessa notte l'Innominato ha una fortissima crisi di coscienza e si converte: libera Lucia e l'affida a due amici (Donna Prassede e Don Ferrante). A questo punto della storia arrivano in Italia i Lanzichenecchi, soldati mercenari che diffondono il morbo della peste: Don Abbondio, Agnese e altri trovano rifugio proprio nel castello dell'Innominato che è diventato d'animo caritatevole. Renzo, invece, come Don Rodrigo si ammala di peste. Ma, mentre Renzo guarisce, il signorotto morirà. I due giovani infine si ritrovano e il matrimonio viene celebrato, quindi si trasferiscono nel bergamasco. Qui Renzo acquista con il cugino una piccola azienda tessile e Lucia, aiutata dalla madre, si occupa dei figli.

La peste di Milano del 1630
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Ripamonti, Giuseppe <1573-1643>

La peste di Milano del 1630 : libri cinque / cavati dagli Annali della città e scritti per ordine dei LX decurioni dal canonico della Scala Giuseppe Ripamonti ... ; volgarizzati per la prima volta dall' originale latino da Francesco Cusani con introduzione e note

Tipografia e libreria Pirotta e C., 1841

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I promessi sposi
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Manzoni, Alessandro <1785-1873>

I promessi sposi : storia milanese del secolo XVII scoperta e rifatta da Alessandro Manzoni ; Storia della colonna infame

2. ed. illustrata

Stabilimento Redaelli dei fratelli Rechiedei, 1869

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نبذة مختصرة: La storia si svolge in Lombardia, durante l'occupazione spagnola, tra il 1628 e il 1630. I due protagonisti, Lucia Mondella e Renzo Tramaglino, sono promessi sposi, ma a Don Abbondio, il prete che deve celebrare il loro matrimonio, viene ordinato di non farlo: Don Rodrigo infatti, signorotto locale, si è invaghito di Lucia e non vuole che la giovane sposi Renzo. Don Abbondio incontra i Bravi. Renzo chiede consiglio ad un avvocato – l'Azzeccagarbugli – che però rifiuta di aiutarlo per paura di Don Rodrigo. Allora Renzo si rivolge a fra Cristoforo, un frate cappuccino che si reca al palazzo di Don Rodrigo per farlo rinunciare al suo proposito. Anche Fra Cristoforo fallisce e Renzo e Lucia, dopo alcune vicissitudini (tentativo di un matrimonio a sorpresa, tentato rapimento di Lucia da parte degli scagnozzi di Don Rodrigo) sono costretti a fuggire dal loro paese: Lucia andrà in un convento a Monza, mentre Renzo si recherà a Milano, presso i frati cappuccini, sperando di trovare aiuto. A Monza Lucia verrà presa sotto l'ala protettrice di Gertrude (la Monaca di Monza), mentre Renzo si troverà coinvolto nei tumulti popolari di Milano, causati dall'aumento del prezzo del pane. Nel frattempo Don Rodrigo, aiutato dalla Monaca di Monza, fa rapire Lucia all'Innominato che la porta nel suo castello. Quella stessa notte l'Innominato ha una fortissima crisi di coscienza e si converte: libera Lucia e l'affida a due amici (Donna Prassede e Don Ferrante). A questo punto della storia arrivano in Italia i Lanzichenecchi, soldati mercenari che diffondono il morbo della peste: Don Abbondio, Agnese e altri trovano rifugio proprio nel castello dell'Innominato che è diventato d'animo caritatevole. Renzo, invece, come Don Rodrigo si ammala di peste. Ma, mentre Renzo guarisce, il signorotto morirà. I due giovani infine si ritrovano e il matrimonio viene celebrato, quindi si trasferiscono nel bergamasco. Qui Renzo acquista con il cugino una piccola azienda tessile e Lucia, aiutata dalla madre, si occupa dei figli.

Osservazioni sulla tortura
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Verri, Pietro <1728-1797>

Osservazioni sulla tortura / Pietro Verri

Milano : Rizzoli, 1961

نبذة مختصرة: Analisi del processo agli untori tenuto a Milano nel 1630, vicenda poi raccontata dal Manzoni nella Storia della colonna infame, e arringa contro l'uso della tortura

Pretesti per una requisitoria manzoniana
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Martinazzoli, Mino <1931-2011>

Pretesti per una requisitoria manzoniana / Mino Martinazzoli ; disegni di Giovanni Repossi

Grafo, 1985

Storia della colonna infame
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Manzoni, Alessandro <1785-1873>

Storia della colonna infame / Alessandro Manzoni ; con quindici disegni di Giorgio Scarpati

Comune di Giussano, 1986

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نبذة مختصرة: Con il diffondersi della peste a Milano nel XVII secolo, due innocenti furono ingiustamente accusati, processati e incriminati per essere responsabili del contagio pestilenziale tramite sostanze misteriose. L'accusa, infondata, proveniva da una donna del popolo, Caterina Rosa. Nell'estate del 1630, Guglielmo Piazza (commissario di sanità) e Gian Giacomo Mora (barbiere) vennero condannati alla pena capitale e la casa-bottega di Mora destinata alla distruzione. Una colonna venne eretta sulle sue macerie, per divenire monumento all'infamia e alla memoria. Un'opera con cui il Manzoni mette in luce l'errore dei giudici, il loro abuso di potere e, soprattutto, la totale assenza di buonsenso e comprensione.