وُجِدَت 89 وثائق.
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In Messina : presso la nuova compagnia, 1754
Amstelodami : apud R. & J. Wetstenios, & G. Smith, 1727
Lugduni : apud Anissonios, Joannem Posuel, et Claudium Rigaud, 1689
Venezia : per Angelo Geremia in Merceria all' Insegna della Minerva, 1742
In Venezia : presso Angelo Geremia Al ponte del Lovo a S. Salvatore, 1725
Pub. Ovidii Nasonis Fastorum lib. VI, Tristium libri V, De Ponto libri IV
Venetiis : apud Franciscum Pitteri, 1739
نبذة مختصرة: Composte da Ovidio negli ultimi anni della propria vita, a partire dal 12 d.C. durante l'esilio a Tomi sul Mar Nero, le Epistulae ex Ponto sono quarantasei lettere in distici elegiaci che il poeta invia alla moglie, ai famigliari, agli amici o a personaggi influenti della Roma augustea, supplicandoli perché si adoperino per farlo rientrare in patria. Tutta l'opera è pervasa da una straordinaria complessità di sentimenti nei confronti, prima di tutto, del potere, che viene adulato e smascherato insieme. Ma anche degli amici, soprattutto poeti, e di se stesso, protagonista di un'elegia che, nei forti tratti autobiografici, non cessa mai di essere letteratura di alto rango. Sono versi, questi delle Epistulae, che hanno sempre suscitato intense reazioni nei lettori e sono stati un modello per autori, spesso grandissimi, che l'esilio lo hanno vissuto in prima persona, da Seneca a Brodskij. La costruzione letteraria apparentemente facile lascia intatto un denso nucleo di irrisolta umanità, nel quale ogni lettore finisce per ritrovare un'immagine di sé.
Abbreviatio fabularum Ovidii / [Placidus Lactantius]
[Padova] : Petrus Maufer normanus Rothomage[n]sis ciuis, [ca. 1474]
P. Ovidii Nasonis Opera ex recensione Petri Burmanni Cum Notis Selectioribus. Tomus I [-III]
Venetiis : Apud Thomam Bettinelli, 1789
Edizione prima veneta
Venezia : presso Tommaso Bettinelli, 1807
نبذة مختصرة: Che cos'hanno da dire all'uomo del ventunesimo secolo le storie di Narciso che si consuma nell'amore di sé, di Aracne ragnificata per la propria superbia, di Dafne trasformata in alloro per sottrarsi alle brame di Apollo, di Mirra innamorata di suo padre e Bìblide di suo fratello, di Progne e di Medea che, assetate di vendetta, si fanno assassine dei propri figli? Perché dovrebbero interessargli due alluvioni universali, una trentina di stupri e quasi altrettanti stupri mancati, più di un caso di transessualità, tre incesti e due tentati incesti, circa sedici fiumi innamorati, quattro isole e otto cani che cominciano con la lettera 'L'... per non dire delle centinaia di alberificazioni, uccellificazioni, pietrificazioni, stellificazioni che si tamponano, si abbinano, si contaminano, si mescolano, si inquinano senza pudore nelle Metamorfosi di Ovidio? Per rispondersi, l'uomo del ventunesimo secolo farà bene a sgranare gli occhi su questo libro e affacciarsi su una incredibile raffica di mutazioni, scandite da scarti di timbro, aritmie, modulazioni, tracciate talora da un'ironia micidiale, sull'orlo talora del gossip; dove però ad ogni passo può spalancarsi il crepaccio della tragedia. Se saprà riconoscersi nel delicato nonsenso di essere sempre chi è diventando continuamente un altro, e nel suo segreto bisogno di incantesimi e di mostri, si potrà permettere la libertà di perdersi fra gli esametri di questo libro, lasciandosi accompagnare dalla traduzione di Vittorio Sermonti.
De arte amandi ; De remedio amoris / Ovidius, comm. Bartholomaeus Merula
Venetiis : Ioannes de Tridino alias Tacuinus, 1494 tertio nonas iulias [5 VII]
نبذة مختصرة: Amore legge il titolo del nuovo libro di Ovidio, Rimedi contro l’amore, e subito protesta: «Vedo che mi si muove guerra», dice. Ma l’autore replica con fermezza: no, non puoi accusare me, che sono il tuo poeta, che «tante volte ho portato le insegne sotto il tuo comando». Io, sostiene con lampeggiante allusione all’Iliade, non sono Diomede, «da cui fu ferita tua madre», Venere: «io ho amato sempre, / e se mi chiedi cosa faccio, anche ora amo». Si aprono così i Rimedi contro l’amore di uno che è il poeta dell’Arte di amare e degli Amori, e che l’amore ha cantato in tutti i modi, dall’epico all’elegiaco, dal tragico all’estatico. Anche quando dà consigli contro l’amore, Ovidio dice di Amore: come un Cherubino mozartiano avanti lettera, parla d’amor vegliando, parla d’amor sognando, parla all’acqua, all’ombra, ai monti, e se non ha chi l’oda, parla d’amor con sé. Ovidio aveva insegnato «con quale arte ci si può procurare / l’amore»: «la nuova Musa», proclama, «non disfa l’opera antica». «Imparate a guarire da chi vi ha insegnato ad amare», scrive: «una sola mano vi darà la ferita e il rimedio.» I Rimedi ribaltano infatti in più occasioni i consigli offerti dall’Arte di amare, mentre Ovidio si presenta come l’erede romano di scrittori ellenistici di poemi curativi quali Nicandro; ma è anche nella scia di Lucrezio, che nel libro IV del de rerum natura spiega come evitare i lacci d’amore, e di Cicerone, «che nel quarto libro delle Tusculanae tratta il desiderio come una malattia dell’anima». In realtà, non c’è verso, tra gli ottocento in cui si dipana il poemetto, che non possegga, oltre alla dimensione erotica, un accenno retorico o letterario – all’interno di una rete puramente ovidiana costituita dai Medicamina, dalle Metamorfosi e dalle Eroidi, ma anche verso l’esterno, per esempio con allusioni alle Elegie di Properzio. Il libello, spesso trascurato o sminuito dalla critica, si rivela invece capitale, perché i Rimedi «costituiscono uno snodo fondamentale nello sviluppo dell’idea ovidiana che la poesia ha la capacità di influenzare e cambiare il mondo, simbolicamente e letteralmente».
Metamorphoseos / Ouidio, trad. Giovanni Bonsignore
Venetia : Per Zoane Rosso uercellese ad instantia di Lucantonio Zonta, 1497 adi X del mese de aprile
Venetiis : Per Bonetum Locatellum, mandato Octauiani Scoti, 1493 nonis iuniis [5 VI]
Venetiis : Per T.Z.P. [Troilo Zani], 1492 die xxvii octobris
Heroides ; Ibis / P. Ouidii asonis, comm. Antonius Volscus, Hubertinus Clericus, Domitius Calderinus
Venetiis : Per Martinum de Rouado de Lazaronibus et Christophorus de Quaietis antignato cremonense socios, 1493 xix kalen. ianuarii [14 XII]
Venetiis : Ioannes de Tridino alias Tacuinus, 1494 tertio nonas maias [5 V]
[Venezia : Fiorenzo da Strasburgo, ca. 1472]
Heroides / Publii Ovidii Nasonis, comm. Antonius Volscus, Domitius Calderinus
Venetiis : Per Baptistam de Tortis, 1484 die viii nouembris
Fasti / Ouidius, comm. Antonius Constantius, Paulus Marsus
Venetiis : Opera Ioannis Tacuini de Tridino, 1497 pridie idus iunii [12 VI]
Venetiis : apud Nicolaum Pezzana, 1745
In Venetia : per il Spineda, 1630