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Il ministero della suprema felicità
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Roy, Arundhati <1959->

Il ministero della suprema felicità

Guanda, 2017

Abstract: Anjum, nuova incarnazione di Aftab, srotola un consunto tappeto persiano nel cimitero cittadino che ha eletto a propria dimora. Dopo di che incontriamo l’incorreggibile Saddam Hussain, l’inquieta Tilo e i tre uomini che l’hanno amata: tra loro Musa, il cui destino è indissolubilmente intrecciato al suo, con la stessa forza con la quale le loro mani si stringono fin da quando erano ragazzi. Il padrone di casa di Tilo, un altro dei suoi innamorati, è adesso un agente dei servizi segreti di stanza a Kabul. E accanto a loro le due Miss Jebeen: la prima nata a Srinagar e sepolta, a soli quattro anni, nell’affollato Cimitero dei Martiri della città kashmira; la seconda apparsa a mezzanotte, in una culla di rifiuti, su un marciapiede di New Delhi. Dolente storia d’amore e insieme vibrante protesta, Il ministero della suprema felicità si snoda tra sussurri e grida, tra lacrime e qualche risata. I suoi eroi, spezzati dalla realtà in cui vivono, si salvano grazie a una cura fatta di gesti d’amore e di speranza. Ed è per questa ragione che, malgrado la loro fragilità, non si arrendono. Questa storia profondamente umana reinventa ciò che un romanzo può fare e può essere, e riafferma ad ogni pagina le doti narrative di Arundhati Roy.

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Clara Toninelli
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Il Ministero della Suprema Felicità si trova proprio dove uno non se lo aspetta: in un cimitero.
Lì un gruppo di persone speciali, specialissime, vive fra le tombe, in comunione con i morti, le piante e gli animali. Sono persone senza casta, senza sesso definito, senza madri certe, o famiglia, o religione. Ma riescono a stare insieme, aldilà della guerra, della povertà, del pregiudizio. Luminosamente. Con amore.

Nel secondo attesissimo romanzo dell'indiana Arundhati Roy, c'è un messaggio forte e commovente: siamo tutti feriti e vulnerabili, siamo tutti sballottati dal destino, dalla storia, dagli uomini. Ma la speranza esiste. L'amore esiste. L'improbabile, l'impossibile esiste.
E splende.

Il romanzo è complesso, introduce personaggi diversi in ognuna delle parti in cui è suddiviso, per poi ricondurli ed intrecciarli in trame fini e perfette come quelle degli scialli del Kashmir. Non è sempre immediato e facile capire, ma non ha alcuna importanza, si sente che il senso verrà. E così è.

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