Abstract: È l'alba. Anche stanotte Eva non riesce a dormire. Apre la finestra: l'aria pungente e dolce dell'aprile altoatesino sa di neve e di resina. All'improvviso il telefono squilla, la voce debole di un uomo che la chiama con il soprannome della sua infanzia: è Vito. È molto malato, e vorrebbe vederla per l'ultima volta. Carabiniere calabrese in pensione, ha prestato a lungo servizio in Alto Adige negli anni Sessanta, anni cupi, di tensione e di attentati. Anni che non impedirono l'amore tra quello smarrito giovane carabiniere e la bellissima Gerda Huber, cuoca in un grande albergo, sorella di un terrorista altoatesino e soprattutto ragazza madre in un mondo ostile. Quando Vito è entrato nella sua vita, Eva la figlia bambina, ha provato per la prima volta il sapore di cosa sia un papà: qualcuno che ti vuole così bene che, se necessario, perfino ti sgrida. Sul treno che porta Eva da Vito morente, lungo i 1397 chilometri che corrono dalle guglie dolomitiche del Rosengarten fino al mare scintillante della Calabria, compiremo anche un viaggio a ritroso nel tempo, dentro la storia tormentata dell'Alto Adige e della famiglia Huber. La fine della Prima guerra mondiale, quando il Sudtirolo austriaco venne assegnato all'Italia, quando Hermann Huber, futuro padre di Gerda, perse i genitori e con loro la capacità di amare.
Title and contributions: Eva dorme : romanzo / Francesca Melandri
Publication: Mondadori, 2010
Physical description: 347 p. ; 23 cm
EAN: 9788804600053
Publication date:2010
Language: Italian (language of the text, soundtrack, etc..)
Country: Italy
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Raramente mi è capitato di leggere un libro così chiaro,istruttivo ed illuminante
come questo,che nonostante sia un romanzo ha in se la precisione di un saggio.
Qui vengono narrati i triboli che hanno attraversato l'Alto Adige/Sud Tirolo
dall'annessione all'Italia dopo La Grande Guerra,all'ottenimento dello Statuto Speciale della regione.
Questo romanzo narra la visione da parte dei proletari Altoatesini/Sudtirolesi,al contrario dei libri di Lilli Gruber,Eredità e Tempesta,che offrono la stessa interpretazione dei fatti,ma da parte della borghesia,
cioè i grandi proprietari terrieri.
Come ho potuto riscontrare la diversità di opinione sulla minaccia di deportazione in Sicilia per chi non avesse
optato per la Grande Germania. Francesca Melandri sostiene che la minaccia era reale,mentre invece Lilli Gruber sostiene che anche per i fascisti era campata in aria:chissà chi avrà ragione.
È molto ben scritto,diviso in tre momenti storici diversi,il fascismo che voleva italianizzare a forza una popolazione austriaca,e per lingua,e per mentalità.
Il periodo del terrorismo altoatesino,con i vari attentati ai tralicci,prima,ed alle casermette rifugio,poi,con relativi morti,fino al periodo attuale in cui i confini,per fortuna,non esistono più.
Vengono anche enfatizzate,e secondo me a ragione,due figure politiche di primo piano,Silvius Magnago.
Della SVP ed Aldo Moro,allora Presidente del Consiglio,esponente di spicco di una discutibilissima DC che poi non ha esitato a trasformarlo cinicamente in agnello sacrificale,creando così un martire,per l'opinione pubblica
e nel contempo liberarsi di un personaggio scomodo.
Devo dire che questo libro,così come quelli della Gruber,mi hanno indotto a riflettere sulla spinosa questione Alto Adige/Sud Tirolo.
Io poi che ho fatto la naja a Vipiteno,io che sono stato fra i tanti che hanno donato il sangue,all'ospedale
di Vipiteno,inutilmente purtroppo,per tentare di salvare il tenente della GdF,Franco Petrucci,ricoverato in gravissime condizioni dopo l'attentato del 9 settembre 1966 a Malga Sasso,attentato in cui morirono subito il vice brigadiere Eriberto Volgger ed il finanziere Martino Cossu.
È vero anche che per noi ventenni (allora) l'ignoranza per il problema era totale,
a nessuno è passato per la testa di erudirci in merito,chissà se il fatto era casuale o no.
Comunque nel libro si parla anche con cognizione di causa dei vari servizi OP (ordine pubblico) ai rifugi di confine,con ronde miste,una pattuglia di alpini,un carabiniere ed un finanziere,nel caso si dovesse procedere ad eventuali arresti. Io lo posso dire in prima persona perché di OP ai rifugi,caselli della ferrovia ed alla diga di Aica ne ho fatti un bel po'.
E devo dire che l'autrice ha fatto ricerche accurate,o è stata ben consigliata,perché ne parla con competenza.
Come parla con competenza degli approvvigionamenti e del malcontento dei vari fornitori.
Faccio solo un esempio:il tenente colonnello comandante del mio gruppo circolava
con una Fiat 600 semiscassata,mentre il maresciallo ordinario,cioè il minimo grado,addetto agli approvvigionamenti,circolava con una Opel Commodore 2000 nuova,che a quei tempi sembrava un transatlantico.
Ognuno tragga le conclusioni che crede.
Come ho trovato,nonostante tutto,molto umani i lavoranti delle varie malghe d'alpeggio che ci sfamavano nonostante disponessimo di pochissimo danaro.
Non potrò mai ringraziare abbastanza Francesca Melandri per questo bel libro,
libro che oltre indurmi a pensare mi ha anche consentito di fare un tuffo nel mio passato.
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