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× Nombres Chiesa Cattolica
× Idiomas Classical Greek (until 1453)
× Editor Leers, Reinier <editore tipografo>
× Fecha 1789
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× Sujeto Temi storici

Encontrados 19 documentos.

[6] Tomo Sesto.
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Alfieri, Vittorio <1749-1803>

[6] Tomo Sesto.

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[5] Tomo Quinto.
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Alfieri, Vittorio <1749-1803>

[5] Tomo Quinto.

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Storia pittorica della Italia dal risorgimento delle belle arti fin presso al fine del XVIII secolo
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Lanzi, Luigi <1732-1810>

Storia pittorica della Italia dal risorgimento delle belle arti fin presso al fine del XVIII secolo / dell' ab. Luigi Lanzi ..

Edizione terza corretta ed accresciuta dall' autore. Tomo primo [-sesto]

Bassano : presso Giuseppe Remondini e figli, 1809

Resumen: Edita nel 1792 e poi progressivamente ampliata fino al 1809, la Storia pittorica della Italia di Luigi Lanzi supera per la prima volta il modello storiografico-biografico di Vasari e Bellori a favore di quello delle scuole pittoriche, che tanta fortuna avrà nelle epoche successive fino ai giorni nostri. Inoltre si avvale di capillari ricognizioni sul campo che hanno permesso una concreta analisi dei quadri come mai era stata attuata in precedenza. La Storia pittorica è una fonte essenziale per la storia dell’arte italiana dal Duecento alla fine del Settecento, ma anche un testo ricchissimo di suggestioni culturali, che gli studi piú recenti hanno contribuito a mettere in luce, toccando i rapporti di Lanzi con gli artisti contemporanei e il gusto neoclassico, con le altre storiografie coeve (per esempio il Tiraboschi per la storia letteraria) e con le vicende letterarie e politiche dei suoi giorni. Questo Millennio presenta due saggi introduttivi che ricostruiscono la figura intellettuale di Lanzi, la storia delle edizioni dell’opera e della sua ricezione nelle varie epoche, nonché un ampio commento, opportuni apparati critici e imponenti indici. Inoltre, trentadue tavole fuori testo danno conto del gusto estetico di Lanzi, offrendo una carrellata dei suoi artisti e quadri prediletti.

Le rovine ossia Meditazioni sulle rivoluzioni degl'imperi
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Volney, Constantin-François de Chasseboeuf, comte de <1757-1820>

Le rovine ossia Meditazioni sulle rivoluzioni degl'imperi / opera del sig. Volney ; accuratissima traduzione fatta sulla sesta edizione francese, aggiuntavi La legge di natura, ovvero i principj fisici della morale, dedotti dall'organizzazione dell'uomo e dell'universo

Italia : [s.n.], 1820

Resumen: "Le Rovine" è un importante documento dell'ultima fase dell'illuminismo francese, in cui Volney narra il suo imbattersi nella città di Palmira, in Siria, uno dei siti archeologici più belli e suggestivi del mondo che, grazie proprio a questo libro, diventa uno dei luoghi d'ispirazione del culto romantico delle rovine, sito oggi conquistato e minacciato dalle milizie islamiche dell'Isis. Volney medita sulla caducità umana che lo spettacolo dei ruderi di una così maestosa civiltà antica suscita in lui. Attraverso il dialogo con una sorta di spirito (il Genio delle rovine) sulla condizione dell'uomo nell'universo, egli espone una penetrante analisi sulle cause delle rivoluzioni e della rovina degli antichi stati che consente di illustrare il punto di vista rivoluzionario del popolo libero e legislatore, supportato anche da una lunga riflessione comparativa sui vari sistemi delle idee religiose dell'umanità, considerate come l'ultimo ostacolo al progresso della collettività. Il libro fu definito "il testamento del XVIII secolo" ed ebbe fra i suoi lettori più appassionati il giovane Hegel. Il libro entusiasmò anche Napoleone: tra i motivi che lo spinsero a preparare la campagna d'Egitto ci fu la consapevolezza dell'imminente fine dell'Impero ottomano, testimoniata dalla decadenza delle civiltà precedenti.

Le storie romane di Appiano alessandrino volgarizzate dall'ab. Marco Mastrofini; edizione nuovamente riscontrata col testo dal traduttore
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Appianus <circa 95-circa 165>

Le storie romane di Appiano alessandrino volgarizzate dall'ab. Marco Mastrofini; edizione nuovamente riscontrata col testo dal traduttore

Milano : coi tipi di Francesco Sonzogno e compagno contrada della Spiga, in Porta Nuova, num. 1395, 1830

Collana degli antichi storici greci volgarizzati

Historia romana
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Appianus <circa 95-circa 165>

Historia romana / Apianus Alexandrinus

Impressum Regii : per Franciscum de Mazalibus, 1494 Die XXII Mensis Octobris

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Historia romana
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Appianus <circa 95-circa 165>

Historia romana / Appianus Alexandrinus

Sca[n]diani : ... Peregrini Pasquali ..., 1495 IIII Iduu[m] Ianuarii [10 I]

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Historia dell'origine, vita, et fatti de i rè de Longobardi. Scritta da Paolo Diacono della chiesa d' Aquileia. Tradotta di latino in volgare da Lodouico Domenichi
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Paulus Diaconus <circa 720-799>

Historia dell'origine, vita, et fatti de i rè de Longobardi. Scritta da Paolo Diacono della chiesa d' Aquileia. Tradotta di latino in volgare da Lodouico Domenichi

In Milano : per Gio. Batt. Bidelli, 1631

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Resumen: "Racconta Paolo Diacono che quando, nel 568, i Longobardi giunsero ai confini d'Italia, il loro sovrano Alboino salì su un monte, e di lassù contemplò il paese che gli si apriva davanti, come Mosè aveva fatto per la terra promessa. Era l'inizio di una dominazione destinata a durare due secoli, che avrebbe fatto di una gente barbarica un popolo romanizzato, pur nella persistente coscienza della propria identità nazionale. Di questa straordinaria avventura storica abbiamo testimonianza nell'opera di uno dei più autorevoli intellettuali dell'età longobarda, Paolo Diacono, nato a Cividale del Friuli tra il 710 e il 720. Cancelliere di corte, rapido assimilatore della cultura latina, Paolo seguì le vicende dell'ultima monarchia longobarda e fu consigliere culturale dell'ultima figlia del re Desiderio, Adelperga, andata sposa al duca di Benevento. Dopo la sconfitta di Desiderio ad opera di Carlo Magno, che lo accolse per qualche tempo alla sua corte, Paolo si ritirò nel cenobio di Montecassino, dove compose la sua opera estrema, la ""Storia dei Longobardi"", cui è soprattutto affidata la sua fama. Nel tratteggiare la vicenda del suo popolo, dall'origine scandinava e mitica fino allo sviluppo della potenza in Italia, Paolo mostra orgogliosa consapevolezza del ruolo da esso svolto nella storia. I Longobardi gli appaiono i veri eredi della civiltà classica e cristiana: e le figure dei loro re campeggiano suggestive sullo sfondo di un racconto che al respiro epico alterna l'evocazione di un antico patrimonio di costumi, consuetudini, leggende.

Les ruines, ou Méditation sur les révolutions des empires par M. Volney député à l'Assemblée Nationale de 1789
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Volney, Constantin-François de Chasseboeuf, comte de <1757-1820>

Les ruines, ou Méditation sur les révolutions des empires par M. Volney député à l'Assemblée Nationale de 1789

Seconde édition

A Paris : chez Desenne, au Palais Royal, Volland, quai des Augustins, Plassan, hôtel de Thou, rue des Poitevins, n°. 18, libraires, janvier 1792

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Resumen: "Le Rovine" è un importante documento dell'ultima fase dell'illuminismo francese, in cui Volney narra il suo imbattersi nella città di Palmira, in Siria, uno dei siti archeologici più belli e suggestivi del mondo che, grazie proprio a questo libro, diventa uno dei luoghi d'ispirazione del culto romantico delle rovine, sito oggi conquistato e minacciato dalle milizie islamiche dell'Isis. Volney medita sulla caducità umana che lo spettacolo dei ruderi di una così maestosa civiltà antica suscita in lui. Attraverso il dialogo con una sorta di spirito (il Genio delle rovine) sulla condizione dell'uomo nell'universo, egli espone una penetrante analisi sulle cause delle rivoluzioni e della rovina degli antichi stati che consente di illustrare il punto di vista rivoluzionario del popolo libero e legislatore, supportato anche da una lunga riflessione comparativa sui vari sistemi delle idee religiose dell'umanità, considerate come l'ultimo ostacolo al progresso della collettività. Il libro fu definito "il testamento del XVIII secolo" ed ebbe fra i suoi lettori più appassionati il giovane Hegel. Il libro entusiasmò anche Napoleone: tra i motivi che lo spinsero a preparare la campagna d'Egitto ci fu la consapevolezza dell'imminente fine dell'Impero ottomano, testimoniata dalla decadenza delle civiltà precedenti.

Les ruines, ou Meditation sur les révolutions des empires
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Volney, Constantin-François de Chasseboeuf, comte de <1757-1820>

Les ruines, ou Meditation sur les révolutions des empires / par C.-F. Volney, comte et pair de France, ...

Cinquième édition, soigneusement corrigée par l' auteur, on y a joint La loi naturelle

Paris : mme ve Courcier, ... rue du Jardinet, n. 12 ..., 1817

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Resumen: "Le Rovine" è un importante documento dell'ultima fase dell'illuminismo francese, in cui Volney narra il suo imbattersi nella città di Palmira, in Siria, uno dei siti archeologici più belli e suggestivi del mondo che, grazie proprio a questo libro, diventa uno dei luoghi d'ispirazione del culto romantico delle rovine, sito oggi conquistato e minacciato dalle milizie islamiche dell'Isis. Volney medita sulla caducità umana che lo spettacolo dei ruderi di una così maestosa civiltà antica suscita in lui. Attraverso il dialogo con una sorta di spirito (il Genio delle rovine) sulla condizione dell'uomo nell'universo, egli espone una penetrante analisi sulle cause delle rivoluzioni e della rovina degli antichi stati che consente di illustrare il punto di vista rivoluzionario del popolo libero e legislatore, supportato anche da una lunga riflessione comparativa sui vari sistemi delle idee religiose dell'umanità, considerate come l'ultimo ostacolo al progresso della collettività. Il libro fu definito "il testamento del XVIII secolo" ed ebbe fra i suoi lettori più appassionati il giovane Hegel. Il libro entusiasmò anche Napoleone: tra i motivi che lo spinsero a preparare la campagna d'Egitto ci fu la consapevolezza dell'imminente fine dell'Impero ottomano, testimoniata dalla decadenza delle civiltà precedenti.

Istoria d'Italia di F. Guicciardini, con prefazione e note
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Guicciardini, Francesco <1483-1540>

Istoria d'Italia di F. Guicciardini, con prefazione e note

Milano : dalla Società tipografica de' classici italiani, contrada del Bocchetto, n.° 2536, 1803

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Storia pittorica della Italia dal risorgimento delle belle arti fin presso al fine del XVIII secolo
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Lanzi, Luigi <1732-1810> - Y_Lanzi, Luigi

Storia pittorica della Italia dal risorgimento delle belle arti fin presso al fine del XVIII secolo / dell' ab. Luigi Lanzi

6. ed

Milano : per Giovanni Silvestri, 1823

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Resumen: Edita nel 1792 e poi progressivamente ampliata fino al 1809, la Storia pittorica della Italia di Luigi Lanzi supera per la prima volta il modello storiografico-biografico di Vasari e Bellori a favore di quello delle scuole pittoriche, che tanta fortuna avrà nelle epoche successive fino ai giorni nostri. Inoltre si avvale di capillari ricognizioni sul campo che hanno permesso una concreta analisi dei quadri come mai era stata attuata in precedenza. La Storia pittorica è una fonte essenziale per la storia dell’arte italiana dal Duecento alla fine del Settecento, ma anche un testo ricchissimo di suggestioni culturali, che gli studi piú recenti hanno contribuito a mettere in luce, toccando i rapporti di Lanzi con gli artisti contemporanei e il gusto neoclassico, con le altre storiografie coeve (per esempio il Tiraboschi per la storia letteraria) e con le vicende letterarie e politiche dei suoi giorni. Questo Millennio presenta due saggi introduttivi che ricostruiscono la figura intellettuale di Lanzi, la storia delle edizioni dell’opera e della sua ricezione nelle varie epoche, nonché un ampio commento, opportuni apparati critici e imponenti indici. Inoltre, trentadue tavole fuori testo danno conto del gusto estetico di Lanzi, offrendo una carrellata dei suoi artisti e quadri prediletti.

Dell'historia della Compagnia di Gesù
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Bartoli, Daniello <1608-1685>

Dell'historia della Compagnia di Gesù : L'Asia descritta dal P. Daniello Bartoli della medesima Compagnia. Parte prima [-terza]

In Roma : nella Stamperia d'Ignatio de' Lazzeri, 1653-1668

Resumen: Alla penna di Daniello Bartoli si dovette la prima grande storia dell'Asia pubblicata in Europa, l'unica ad abbracciare in un solo disegno e in lingua italiana una vicenda destinata a rimanere in ombra nel bilancio storiografico dei secoli successivi che vide solo il versante atlantico dell'Europa trionfare oltre le colonne d'Ercole dello Stretto di Gibilterra. Quanto a Bartoli, il suo si può definire un merito involontario. L'aspirazione profonda che condusse l'autore a diventare gesuita fu simile a quella di tanti altri prima e dopo di lui, un indipeta, un adolescente attirato dal sogno di «andare alle Indie» e di morirvi martire della fede. Come molti adolescenti formati nelle scuole dei gesuiti, anche il quindicenne Daniello che bussò alla porta del noviziato di Novellara nel 1623 vi fu condotto dal desiderio di una missione tra i pagani, dalla volontà di diventare un apostolo e di trovare magari il premio supremo del sacrificio nelle remote terre d'oltreoceano. Ma anche nel suo caso, come in tanti altri, i superiori decisero altrimenti. E a giudicare dal risultato, l'averlo destinato al compito di scrivere non fu l'ultima delle scelte giuste che fecero.

Les ruines, ou Meditation sur les révolutions des empires
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Volney, Constantin-François de Chasseboeuf, comte de <1757-1820>

Les ruines, ou Meditation sur les révolutions des empires / par C.-F. Volney, pair de France, ...

Quatorzième édition on y a joint La loi naturelle

Bruxelles : Aug. Wahlen ..., 1827 ; Leipzig et Livourne : meme Maison

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Resumen: "Le Rovine" è un importante documento dell'ultima fase dell'illuminismo francese, in cui Volney narra il suo imbattersi nella città di Palmira, in Siria, uno dei siti archeologici più belli e suggestivi del mondo che, grazie proprio a questo libro, diventa uno dei luoghi d'ispirazione del culto romantico delle rovine, sito oggi conquistato e minacciato dalle milizie islamiche dell'Isis. Volney medita sulla caducità umana che lo spettacolo dei ruderi di una così maestosa civiltà antica suscita in lui. Attraverso il dialogo con una sorta di spirito (il Genio delle rovine) sulla condizione dell'uomo nell'universo, egli espone una penetrante analisi sulle cause delle rivoluzioni e della rovina degli antichi stati che consente di illustrare il punto di vista rivoluzionario del popolo libero e legislatore, supportato anche da una lunga riflessione comparativa sui vari sistemi delle idee religiose dell'umanità, considerate come l'ultimo ostacolo al progresso della collettività. Il libro fu definito "il testamento del XVIII secolo" ed ebbe fra i suoi lettori più appassionati il giovane Hegel. Il libro entusiasmò anche Napoleone: tra i motivi che lo spinsero a preparare la campagna d'Egitto ci fu la consapevolezza dell'imminente fine dell'Impero ottomano, testimoniata dalla decadenza delle civiltà precedenti.

Pauli Diaconi Ecclesiae Aquilegiensis historiographi percelebris De origine et gestis regum Langobardoru[m] libri VI
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Paulus Diaconus <circa 720-799>

Pauli Diaconi Ecclesiae Aquilegiensis historiographi percelebris De origine et gestis regum Langobardoru[m] libri VI : cum indice et argumentis

[Parigi] : v[ae]nu[n]da[n]tur ab Ioanne Paruo et Iodoco Badio Ascensio, 1514

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Resumen: "Racconta Paolo Diacono che quando, nel 568, i Longobardi giunsero ai confini d'Italia, il loro sovrano Alboino salì su un monte, e di lassù contemplò il paese che gli si apriva davanti, come Mosè aveva fatto per la terra promessa. Era l'inizio di una dominazione destinata a durare due secoli, che avrebbe fatto di una gente barbarica un popolo romanizzato, pur nella persistente coscienza della propria identità nazionale. Di questa straordinaria avventura storica abbiamo testimonianza nell'opera di uno dei più autorevoli intellettuali dell'età longobarda, Paolo Diacono, nato a Cividale del Friuli tra il 710 e il 720. Cancelliere di corte, rapido assimilatore della cultura latina, Paolo seguì le vicende dell'ultima monarchia longobarda e fu consigliere culturale dell'ultima figlia del re Desiderio, Adelperga, andata sposa al duca di Benevento. Dopo la sconfitta di Desiderio ad opera di Carlo Magno, che lo accolse per qualche tempo alla sua corte, Paolo si ritirò nel cenobio di Montecassino, dove compose la sua opera estrema, la ""Storia dei Longobardi"", cui è soprattutto affidata la sua fama. Nel tratteggiare la vicenda del suo popolo, dall'origine scandinava e mitica fino allo sviluppo della potenza in Italia, Paolo mostra orgogliosa consapevolezza del ruolo da esso svolto nella storia. I Longobardi gli appaiono i veri eredi della civiltà classica e cristiana: e le figure dei loro re campeggiano suggestive sullo sfondo di un racconto che al respiro epico alterna l'evocazione di un antico patrimonio di costumi, consuetudini, leggende.

Brixiana (schedadl.aspx?id=a252ebb7-ee36-4b22-86d6-162678177db5)
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Guicciardini, Francesco <1483-1540>

La historia d'Italia di M. Francesco Guicciardini, gentil'huomo fiorentino, doue si descriuono tutte le cose seguite dal MCCCCLXXXXIIII per fino al MDXXXII riscontrate dal R.P.M. Remigio Fiorentino con tutti gli istorici c'hanno trattato del medesimo, e posti in margine i luoghi degni d'esser notati con tre tauole ...

In Vinegia : appresso Gabriel Giolito de' Ferrari, 1569

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Storia pittorica della Italia dal risorgimento delle belle arti fin presso al fine del XVIII secolo di Luigi Lanzi
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Lanzi, Luigi <1732-1810>

Storia pittorica della Italia dal risorgimento delle belle arti fin presso al fine del XVIII secolo di Luigi Lanzi

Milano : Soc. tip. de' classici, 1824-1825

Resumen: Edita nel 1792 e poi progressivamente ampliata fino al 1809, la Storia pittorica della Italia di Luigi Lanzi supera per la prima volta il modello storiografico-biografico di Vasari e Bellori a favore di quello delle scuole pittoriche, che tanta fortuna avrà nelle epoche successive fino ai giorni nostri. Inoltre si avvale di capillari ricognizioni sul campo che hanno permesso una concreta analisi dei quadri come mai era stata attuata in precedenza. La Storia pittorica è una fonte essenziale per la storia dell’arte italiana dal Duecento alla fine del Settecento, ma anche un testo ricchissimo di suggestioni culturali, che gli studi piú recenti hanno contribuito a mettere in luce, toccando i rapporti di Lanzi con gli artisti contemporanei e il gusto neoclassico, con le altre storiografie coeve (per esempio il Tiraboschi per la storia letteraria) e con le vicende letterarie e politiche dei suoi giorni. Questo Millennio presenta due saggi introduttivi che ricostruiscono la figura intellettuale di Lanzi, la storia delle edizioni dell’opera e della sua ricezione nelle varie epoche, nonché un ampio commento, opportuni apparati critici e imponenti indici. Inoltre, trentadue tavole fuori testo danno conto del gusto estetico di Lanzi, offrendo una carrellata dei suoi artisti e quadri prediletti.

Storia pittorica della Italia
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Lanzi, Luigi <1732-1810>

Storia pittorica della Italia / dell' ab. Luigi Lanzi antiquario della R. Corte di Toscana

Bassano : a spese Remondini di Venezia, 1795-1796

Resumen: Edita nel 1792 e poi progressivamente ampliata fino al 1809, la Storia pittorica della Italia di Luigi Lanzi supera per la prima volta il modello storiografico-biografico di Vasari e Bellori a favore di quello delle scuole pittoriche, che tanta fortuna avrà nelle epoche successive fino ai giorni nostri. Inoltre si avvale di capillari ricognizioni sul campo che hanno permesso una concreta analisi dei quadri come mai era stata attuata in precedenza. La Storia pittorica è una fonte essenziale per la storia dell’arte italiana dal Duecento alla fine del Settecento, ma anche un testo ricchissimo di suggestioni culturali, che gli studi piú recenti hanno contribuito a mettere in luce, toccando i rapporti di Lanzi con gli artisti contemporanei e il gusto neoclassico, con le altre storiografie coeve (per esempio il Tiraboschi per la storia letteraria) e con le vicende letterarie e politiche dei suoi giorni. Questo Millennio presenta due saggi introduttivi che ricostruiscono la figura intellettuale di Lanzi, la storia delle edizioni dell’opera e della sua ricezione nelle varie epoche, nonché un ampio commento, opportuni apparati critici e imponenti indici. Inoltre, trentadue tavole fuori testo danno conto del gusto estetico di Lanzi, offrendo una carrellata dei suoi artisti e quadri prediletti.

Storia pittorica della Italia dal risorgimento delle belle arti fin presso al fine del XVIII secolo
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Lanzi, Luigi <1732-1810>

Storia pittorica della Italia dal risorgimento delle belle arti fin presso al fine del XVIII secolo / dell' ab. Luigi Lanzi

Edizione quarta corretta ed accresciuta dall' autore

Bassano : dalla tipografia Remondini, 1818

Resumen: Edita nel 1792 e poi progressivamente ampliata fino al 1809, la Storia pittorica della Italia di Luigi Lanzi supera per la prima volta il modello storiografico-biografico di Vasari e Bellori a favore di quello delle scuole pittoriche, che tanta fortuna avrà nelle epoche successive fino ai giorni nostri. Inoltre si avvale di capillari ricognizioni sul campo che hanno permesso una concreta analisi dei quadri come mai era stata attuata in precedenza. La Storia pittorica è una fonte essenziale per la storia dell’arte italiana dal Duecento alla fine del Settecento, ma anche un testo ricchissimo di suggestioni culturali, che gli studi piú recenti hanno contribuito a mettere in luce, toccando i rapporti di Lanzi con gli artisti contemporanei e il gusto neoclassico, con le altre storiografie coeve (per esempio il Tiraboschi per la storia letteraria) e con le vicende letterarie e politiche dei suoi giorni. Questo Millennio presenta due saggi introduttivi che ricostruiscono la figura intellettuale di Lanzi, la storia delle edizioni dell’opera e della sua ricezione nelle varie epoche, nonché un ampio commento, opportuni apparati critici e imponenti indici. Inoltre, trentadue tavole fuori testo danno conto del gusto estetico di Lanzi, offrendo una carrellata dei suoi artisti e quadri prediletti.