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Pulce non c'è - Gaia Rayneri

Certo è vero il detto che sostiene che un libro non si giudichi dalla copertina ma in certi casi alcuni libri hanno decisamente delle copertine che oltre che a essere inadeguate risultano addirittura fuori luogo.
Così le due ragazzette che potrebbero essere benissimo le prossime protagoniste dello spot della Mulino Bianco che appaiono in copertina al romanzo "pulce non c'è" mi sembrano decisamente poco conformi a quella che è la tematica del libro.
Lo ritengo quasi un insulto mettere una foto del genere sulla copertina di un libro che parla di una bambina autistica e della sorella con tendenze alla bulimia. Ma alla fine la povera autrice non ne ha alcuna colpa.
La tematica è decisamente originale e ad oggi in Italia non sono molti i romanzi che parlano di questo tema.
Così dalle pagine del romanzo si può essere mossi a compiere riflessioni di carattere educativo, sul rapporto fraterno in una situazione di disabilità, sui problemi dell'autismo, sui vantaggi o meno della comunicazione facilitata e sull'integrazione.
La storia è raccontata tramite il libero fluire dei pensieri della sorella di Margherita, bambina autistica che diventa protagonista di una vicenda alquanto bizzarra. L'utilizzo proprio del flusso di coscienza e in modo quasi spropositato del discorso diretto libero, privo di una punteggiatura standard, rendono per molti aspetti poco piacevole la lettura. Sono portata a credere che l'autrice avesse in testa un ben preciso modello di stile narrativo nel momento in cui si è accinta a scrivere il romanzo. Un modello alto, decisamente alto, ovvero l'Ulisse di Joyce. Sono portata a effettuare tale affermazione in quanto l'Ulisse viene citato all'interno del romanzo, quasi come una dichiarazione di intenti.
Ma non siamo tutti Joyce e non possiamo tutti permetterci di scrivere come lui. Così questo libro è si interessante e per alcuni versi anche divertente, ma non mi ha convinta del tutto, probabilmente non mi è piaciuto proprio questo tentativo di voler necessariamente alleggerire e sdrammatizzare il tema.
E cosi avrei preferito uno stile tradizionale o in ogni caso più semplice, non tanto per accentuare la drammaticità dell'argomento e della storia ma semplicemente per non farne una caricatura e banalmente mostrare i fatti come sono, a volte brutali e incomprensibili. Ma i miei sono gusti e pareri del tutto personali, consiglio in ogni caso la lettura.

Treno di notte per Lisbona - Pascal Mercier

E leggo "treno di notte per Lisbona" su un treno di giorno per Roma.
Metà di questo romanzo infatti mi ha accompagnato su di quel treno che mi ha portato per la prima volta a Roma.
Avevo trovato la prima parte del romanzo un po' banalmente improbabile, leggermente noiosa e pretenziosa. Ma quale amara ironia leggere questo libro proprio su di un treno e tra uno sguardo furtivo al finestrino e momenti di vorace lettura sono capitata a leggere frasi come questa:"Abito in me stesso come in un treno in corsa. Non ci sono salito di mia spontanea volontà, non l'ho scelto io e non conosco la meta del viaggio.(...) Non sono io a determinare la velocità. Non vedo la locomotiva e non posso riconoscere chi guida, né scoprire se il conducente del treno ha un'aria rassicurante o meno.Non so se legge nel modo giusto la segnaletica e se si accorge se il cambio è stato azionato in maniera sbagliata. Non posso cambiare scompartimento.Vedo passare gente nel corridoio e penso: forse negli altri scompartimenti le cose vanno in un'altro modo." E così ho alzato lo sguardo ho osservato gli altri passeggeri, chi dormiva, chi sfogliava una rivista, chi chiccherava e chi telefonava, poi ho guardato il finestrino, i profili delle case, gli alberi; e solo allora mi son chiesta: e il mio treno dove va?

Re: L'approdo - Shaun Tan

Capisci già che l'approdo è un libro speciale nel vederne la copertina.
Un libro universale oserei dire, tanto per i contenuti, che possono riferirsi tranquillamente a tutta l'umanità, tanto per il linguaggio globale che utilizza ovvero quello delle immagini.
Si perchè l'approdo è un silent book, un libro senza parole, un libro che sfrutta altri canali rispetto a quelli della lingua scritta.
Le immagini sono stupende e l'argomento "emigrazione" è trattato con una sensibilità e un'efficacia che pochi libri fino a oggi hanno dimostrato. Tuttavia non cade nel patetico l'autore Tan Shaun, non esaspera.
Puro nutrimento per la mente e la fantasia. Lo consiglierei ad ogni educatore, a ogni docente come libro da sfogliare in classe, come spunto per qualche approfondimento o piccolo laboratorio, come input per un confronto/incontro in queste nostre classi,oggi come non mai, così colorate e multiculturali.
Un capolavoro da restare senza parole.

Un amore - Dino Buzzati

Potrei discutere ore sulla psicologia dei personaggi di questo romanzo, versare fiumi di inchiostro a commentare il profilo psicologico di una piccola squillo e quello di un intelletuale borghese di mezza età.
Potrei soffermarmi sullo stile, raffinato e allo stesso tempo travolgente di Buzzati.
Potrei mettere in luce la critica di carattere sociale che si intravede tra le pagine del romanzo "Un amore".
Potrei ma sarei una piccola bugiarda. Non era ad Antonio e alla Laide che pensavo nel divorare vorace le pagine di questo libro, e il piacere della lettura, certo non era l'unico sentimento che io stessi provando in quel momento. Un pungolo, una fitta allo stomaco a ogni parola, un ricordo a ogni frase. Sincero pentimento, vergogna. Patetica mi son sentita tanto patetica a leggere quelle pagine e pensare che un amore così bugiardo e falso, non corrisposto e avvelenato da mille bugie io l'avevo vissuto veramente e non era finzione, non era un romanzo. Ero io lì, proprio io a lasciarmi trattare male, io come Antonio di fronte alla sua Laide.
Un chiaro esempio di come i libri sappiano parlare anche di noi.

Collasso - Jared Diamond

Suppongo che qualcuno ricordi le parole pronunciate da uno dei personaggi della pellicola Matrix :"Desidero condividere con te una geniale intuizione che ho avuto, durante la mia missione qui. Mi è capitato mentre cercavo di classificare la vostra specie. Improvvisamente ho capito che voi non siete dei veri mammiferi: tutti i mammiferi di questo pianeta d'istinto sviluppano un naturale equilibrio con l'ambiente circostante, cosa che voi umani non fate. Vi insediate in una zona e vi moltiplicate, vi moltiplicate finché ogni risorsa naturale non si esaurisce. E l'unico modo in cui sapete sopravvivere è quello di spostarvi in un'altra zona ricca. C'è un altro organismo su questo pianeta che adotta lo stesso comportamento, e sai qual è? Il virus. Gli esseri umani sono un'infezione estesa, un cancro per questo pianeta: siete una piaga. E noi siamo la cura. " Ebbene leggendo il testo di Diamond a me sono ritornate in mente proprio queste parole, gli esseri umani cono un cancro che si nutre del pianeta terra saccheggiandolo. Seppure l'immagine che l'autore vuole dare non sia così negativa, tuttavia questo pensiero mi torna alla mente sfogliando le numerose pagine del testo.
Avevo già conosciuto le doti di Diamond nel suo scritto più famoso "Armi,acciaio e malattie" e "Collasso" è stata la conferma di quanto lo stile di questo autore sappia rendere leggeri e divertenti argomenti di per sè molto pesanti. Certamente non manca lo scetticismo di fronte per lo più alla prima parte del testo che mi sembra troppo simile al sopra citato "Armi,acciaio e malattie", nel iniziare a leggere "Collasso" ho temuto inizialmente di trovarmi di fronte ad un testo che riproponesse con minime variazioni le ipotesi del libro precedente, già dalla seconda parte dell'elaborato, però questa paura è scomparsa. Ed ecco allora un saggio ben scritto e veramente interessante.

Il cinema, il Maggio e l'utopia - a cura di Daniela Basso

Molto bello il film, delicato e evocativo, a tratti sensuale e divertente.
Il mio scetticismo è per lo più rivolto al volumetto che accompagna in un grazioso coffanetto il Dvd di Les amants réguliers, con l'altisonante titolo di "il cinema il maggio e l'utopia".
Il volumetto è una raccolta di interviste a diversi registi e intellettuali e presenta in appendice la cronologia degli avvenimenti più significativi degli anni 60-70 per quanto concerne i movimenti giovanili. E ammetto con dispiacere che oltre a non avermi aiutato a comprendere quel periodo storico non mi è neppure piaciuta la struttura del testo. A mio avviso le interviste proposte o commettono l'errore di essere troppo generiche e di conseguenza inutili o a contrario sono troppo specifiche e quindi non fruibili da tutti e soprattutto da chi, come la sottoscritta, desidera iniziare a conoscerequel periodo di grandi cambiamenti e avere soprattutto maggiori chiavi di lettura per interpretre il film a cui il volumetto è allegato.

Zia Antonia sapeva di menta - Andrea Vitali

"Sorella Morte datemi il tempo
di terminare il mio testamento
datemi il tempo di salutare,
di riverire, di ringraziare
tutti gli artefici del girotondo
intorno al letto di un moribondo."
Questo piccolo estratto dal famoso testo di De Andrè, mi aiuta a introdurre 2 delle caratteristiche di questo romanzo, prima di tutto il tema, e in secondo luogo la forte carica ironica dello stile di Vitali.
Due fratelli e una zia anziana, molti soldi, colpi di scena e profumo di aglio e menta sono gli ingredienti per creare un vero e proprio girotondo, dove l' ipocrisia si svela solo alla fine. L'ironico ritratto di tanti difetti umani.

Re: Storia di Irene - Erri De Luca

Un libro, tre racconti, uno stile inconfondibile.
Non mi soffermo sullo stile di Erri De Luca, penso che sia quel genere di scrittura che o si ama o si odia.
Personalmente questo testo avrei preferito non leggerlo ma sentirmelo leggere ad alta voce.
Non fraintendetemi, credo che proprio per la sua vicinanza alla poesia la prosa ibrida di Erri De Luca sia molto più adatta alla lettura espressiva, alla declamazione.
Dei tre racconti ho particolarmente apprezzato il primo e mi ha affascinato l'ultimo.
Il primo per una semplice questione di empatia nei confronti della "pacifica" Irene, per la sensibilità e sacralità quasi magica con cui il tema della maternità viene trattato.
Il terzo per il ricco intrecciarsi di simbolismi cristiani che ho intravisto ( forse anche erroneamente) in un gesto banale come mangiare una mandorla.

Wonder - R. J. Palacio

Secondo A Touraine "gestire la diversità è uno dei compiti fondamentali della società post'industriale, Si tratta di riconoscere l'alterità, perchè l'altro è a un tempo colui che è simile e diverso da noi. Riconoscere le differenze non risolve alcun problema e ne aggrava molti mentre invece il riconoscimento delle diversità, permette di vedere in ogni individuo la presenza dell'universale e del particolare al tempo stesso."
Wonder in tal senso è un testo che riesce perfettamente a rispondere a tale compito.
Si racconta la storia del primo anno di scuole medie di un ragazzino affetto da una grave malformazione genetica.
Mi sentirei di consigliare un testo simile a qualsiasi pre-adolescente e adolescente in quanto da esso potrebbero scaturire numerose riflessioni sui più svariati argomenti, dal problema della diversità e dell'integrazione, a temi come il bullismo e la gestione del rapporto con le figure genitoriali.
Seppure per un adulto un testo simile potrebbe risultare un poco banale soprattutto nella parte conclusiva e leggermente "sdolcinato", un pubblico di giovanissimi, a contrario, potrebbe apprezzare "Wonder"; anche perchè il romanzo è scritto con uno stile piacevole e la continua alternanza di narratore permette una buona analisi dei differenti punti di vista.
Unica sincera pecca dello stile l'utilizzo spropositato dell'espressione "fare spallucce". Espressione che inizialmente avevo trovato adorabile e particolarmente musicale, ma che dopo tre quarti di testo,e dopo essere stata utilizzata da ciascun narratore come il prezzemolo, ha iniziato a darmi sui nervi.
Sorvolando le mie antipatie nei confronti dell'uso spropositato di tale modo di dire, promuovo il romanzo soprattutto per il suo messaggio e per l'argomento che viene trattato con sensibilità e delicatezza.

Nostalgia - Eshkol Nevo

Nostalgia è un romanzo corale. Sullo sfondo di una piccola cittadina a metà strada tra Gerusalemme e Tel Aviv, in un labirintico aglomerato di appartamenti, si snodano le avventure e le vicende di differenti personaggi.
La narrazione scivola piacevole e rapida. Continui cambi di focalizzatore, chiave per uno stile vivace e movimentato, permettono di conoscere i differenti pensieri e sentimenti di ciascun protagonista.
Ognuno è portatore di una storia personale fatta di piccole sofferenze o grandi perdite.
Coppie che litigano, madri che hanno perso il figlio, bambini che di fronte allo sconforto dei genitori non sanno che fare, studenti affaccendati e amanti stanchi. Il fascino di questo romanzo ai miei occhi risiede proprio in questo,nel presentare una manciata di umanità sullo scenario di grandi cambiamenti politici. Una manciata di umanità che viene investita dagli eventi. Ma soprattutto un'umanità stanca e nostalgica fatta di individui che sono isole che pur entrando a contatto tra di loro, comunicano di una comunicazione sorda e vuota. Si condivide la stessa abitazione, si è vicini, si è marito e moglie, si è genitori e figli ma alla fine non ci si conosce veramente e nessuno conosce veramente se stesso.
All'interno del romanzo si rivela una piccola grande verità: è così difficile comunicare, e spesso lo è perchè non siamo in grado di comunicare con noi stessi, non sappiamo quali sono i nostri desideri, ci vergognamo, ci nascondiamo tra le pareti domestiche. Eppure sarebbe così semplice, così facile compiere delle scelte per essere felici e avvicinarci agli altri. La conclusione del romanzo è proprio questo speranzoso messaggio.
Dopo tante pagine colme di solitudine e ansie si invita il lettore a innamorarsi della vita, partendo dagli altri e dalle piccole cose. "Voglio farmi emozionare dalle piccole cose. Camminare scalzi sulla spiaggia. Mangiare il cono gelato. Doccia fredda d'estate. Graffiti colorati su un muro laido. Una musica che non conosco. Anche solo farsi la barba. Farsi la barba dopo molto tempo e passare la mano sulla guancia liscia. Voglio emozionarmi per queste cose qui. Non lasciare che passino così."
Io non le lascerò passare e tu?

Come una macchia di cioccolato - Roberta Donini e Federica Brembati

Per chiunque sia interessato all'argomento Dsa, il testo proposto costituisce uno dei testi a mio avviso migliori.
Le storie di diversi bambini e adulti sono scritte con uno stile semplice e piacevole. Tanto che il testo diversamente da altri saggi costituisce di per sè una lettura alla portata di tutti, senza paroloni e tecnicismi eccessivi.
Nonostante ciò non mancano i contenuti, a contrario, vengono presentati numerosi Dsa ( e non la sola dislessia come spesso accade), si parla anche della fascia di bambini con problemi scolastici legati a motivi di carattere emotivo, fatto rarissimo.
Non meno importante è il fatto che tutte le storie vengano lette nella chiave dell'educazione personalizzata; proponendo una didattica che miri alla valorizzazione dell'individuo e della persona.
Il messaggio che viene comunicato quindi è un messaggio fortemente positivo: superare le momentanee difficoltà dei soggetti per invece focalizzare l'attenzione sulle abilità attivabili di ciascuno, che come dice il testo "sanno sorprendere".

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"piccolo favore"

Mi appello a voi nella speranza di trovare qualcuno che abbia a casa questo meraviglioso libro: E. Ferreiro, A. Teberosky, "La costruzione della lingua scritta nel bambino". Il libro è già stato oggetto di lettura per me e non sono interessata a leggerlo nuovamente tuttavia avrei bisogno di alcune semplici informazioni mi servirebbero infatti i numeri delle pagine (iniziale e finale) dell'introduzione, del primo capitolo e del terzo per motivi scolastici.

Grazie mille Luisa

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