QUERINIANA

Fondi

Testo tratto da I fondi speciali delle biblioteche lombarde: Vol. 2: Province di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Pavia, Sondrio, Varese ; Milano : Bibliografica, 1998, pp. 193-222.


1.Biblioteca militare

La sezione (detta comunemente BM) è stata istituita nel corso degli anni trenta del Novecento. Essa è composta da circa 1.200 fra volumi e opuscoli stampati nell’Ottocento e nella prima metà del Novecento, è collocata in un apposito magazzino ed è descritta nel catalogo della biblioteca. In essa sono confluite parte delle biblioteche del disciolto Presidio militare di Brescia (1935) e dell’UNuci (Unione nazionale degli ufficiali in congedo; 1937).
Il fondo, il cui deposito è ormai saturo, non è concettualmente soggetto a incremento. Di conseguenza episodiche acquisizioni attinenti per tema alla sezione sono collocate - svincolate da ogni rapporto con BM - in altri magazzini della biblioteca, dai quali assumono le segnature di collocazione.
La sezione è costituita da testi in italiano e in altre lingue (per lo più francese) sulla strategia e la tattica, sulla logistica, sulle fortificazioni, sulla balistica, sugli armamenti. Essa comprende anche opere di medicina militare, diari di ufficiali e soldati, resoconti di campagne di varie guerre, opere di geografia e pubblicazioni sulle spedizioni polari. Il settore delle campagne coloniali italiane è diffusamente rappresentato così come sono presenti pubblicazioni ufficiali dei ministeri della guerra e dell’Africa orientale italiana.
L’esame complessivo della sezione è attuabile attraverso il corrispondente catalogo topografico. Si segnala che l’archivio della Queriniana conserva il carteggio relativo alla pratica di deposito della biblioteca del Presidio, nella quale sono compresi gli elenchi dattiloscritti di 2.700 titoli di quella biblioteca. [R. Zilioli Faden]

2. Biblioteca del Risorgimento

La sezione (comunemente detta BR) è dedicata al periodo risorgimentale inteso in senso ampio (dalla rivoluzione francese alla prima guerra mondiale). Istituita nel 1924, è composta attualmente da oltre 9.300 fra libri e opuscoli ottocenteschi e novecenteschi, è collocata in un apposito magazzino ed è descritta nel catalogo della biblioteca. In essa sono confluite opere provenienti da doni e lasciti diversi e da vecchi fondi della biblioteca, ed è stata incrementata in particolare da Ugo Baroncelli (direttore della biblioteca dal 1930 al 1969).
La sezione è costituita da opere storiche generali, da volumi di fonti e da studi specifici sul periodo napoleonico e risorgimentale e sui primi decenni dello Stato unitario, da opere di argomento militare, da diari e memorie.
Ben rappresentata è la parte relativa a Brescia e al Bresciano. La sezione comprende anche raccolte di decreti, proclami, bollettini, almanacchi e annuari (del governo provvisorio bresciano del 1848, del regno lombardo-veneto, del regno d’Italia sabaudo).
Della raccolta faceva parte anche un settore di manoscritti (16 dossier autografi di Cesare Quarenghi sulla Bibliografia storico-politico-militare e letteraria del Risorgimento italiano dal 1815 al 1870, dei quali quello relativo alla lettera A è ora nella sezione manoscritti della biblioteca con altri manoscritti sull’evoluzione della fanteria scritti e donati alla biblioteca da Marco Antonio Frigerio.)
L’esame unitario dei libri di BR è attuabile attraverso il catalogo topografico della sezione.
Il magazzino della sezione è ormai saturo e le nuove acquisizioni sono quindi ubicate in altri magazzini della Queriniana dei quali acquisiscono la segnatura di collocazione. [R. Zilioli Faden]

3. Collezione Clemente Di Rosa
Clemente Di Rosa (Brescia 1835 -1890), uomo politico.

Il nobile Clemente Di Rosa, cultore di storia, patria, donò alla Queriniana la sua raccolta costituita da “128 volumi manoscritti rilegati” con il relativo “scaffale di noce lucido con vetri” (ora non più in biblioteca) nel 1889 (cfr. “Protocollo della Biblioteca civica queriniana dal 9 luglio 1888 al 12 gennaio 1891”).
La raccolta comprende 129 volumi spesso compositi contenenti materiale librario e documentario manoscritto e a stampa anche raro dei secoli XV-XIX. La raccolta è costituita da materiali riguardanti la storia locale civile e religiosa. Sono presenti, infatti, cronache e miscellanee riguardanti la città e centri del Bresciano (Nave, Montichiari, ecc.), biografie di santi, monache, dame e personaggi bresciani, documentazione riguardante il clero e i monasteri, gli statuti municipali, il collegio dei giudici, i paratici, le podestarie venete. La collezione comprende anche (in originale e in copia) privilegi, bolle e ducali per la città, il territorio, le valli e per le famiglie, estimi, allegati di causa, alberi genealogici. Non mancano raccolte epigrafiche e poetiche (Camilla Solar d’Asti Fenaroli, ecc.), cronache artistiche, carteggi (lettere di Filippo Garbelli a Scipione Garbelli, lettere di Germano Jacopo Gussago a Tomaso Begni, lettere relative alla guerra dei trent’anni, lettere a Gian Maria Mazzuchelli e a Gian Battista Rodella, lettere per medaglie, miscellanea, lettere del canonico Ricci, studi su Quinziano Stoa, vita di Jacopo Bonfadio). Ben rappresentata è la documentazione relativa ad Asola. Nella collezione sono confluiti lacerti delle raccolte dei conti Gian Maria Mazzuchelli, che comprende anche scritti dell’abate Gian Battista Rodella, e Luigi Lechi, che a loro volta avevano acquistato i manoscritti dell’avvocato Giuseppe Zinelli, dei nobili fratelli Antonio e Paolo Brognoli, del nobile Luigi Arici.
La collezione è stata conservata unita nella sezione manoscritti della Queriniana, nel cui catalogo è descritta. Il fondo è descritto anche nel catalogo a stampa redatto per volontà del donatore da Andrea Valentini (7 manoscritti della collezione Di Rosa, Brescia, Apollonio, 1890), nel quale non è compresa una cinquecentina bresciana stampata da Ludovico Da Sabbio. [R. Zilioli Faden]

4. Dono Fabio Lenghi

Fabio Lenghi (Brescia secolo xx), imprenditore.

Il fondo è stato donato alla biblioteca nel 1972 da Fabio Lenghi, come recita il timbro apposto sul frontespizio di ogni volume.
Esso è composto da 195 volumi in italiano e francese stampati in Italia, Francia e Belgio nel Settecento e nell’Ottocento. La raccolta ha carattere giuridico, economico-politico, storico; essa comprende opere di economia politica, di diritto e di storia, biografie di personaggi illustri, raccolte di leggi e regolamenti dell’Ottocento.
Il fondo, non catalogato, è quasi sconosciuto all’utenza, non è stato smembrato ed è inventariato nel catalogo topografico della sala 13a. doppia, nella quale è ubicato con segnatura di collocazione da “13 TT I 1” a “13 TT VI 32”.
La consultazione del fondo è possibile attraverso il topografico della sala citata, che riporta alle segnature indicate i dati bibliografici di ogni volume. [R. Zilioli Faden]

5. Dono Diogene Valotti
Diogene Valotti (Brescia secolo xix -1910), conte e senatore.

Nel febbraio 1908 il Valotti donò 1.789 volumi alla Queriniana (cfr. il registro “Biblioteca civica queriniana. Protocollo dal 18 dicembre 1905 al 3 febbraio 1910”).
Della donazione, completata forse nel 1910 alla morte del Valotti, facevano parte alcuni manoscritti di carattere letterario-poetico e storico per lo più dei secoli XVII-XVIII, 14 incunabuli e opere a stampa (in buona parte settecentesche e ottocentesche) di carattere storico, letterario e artistico, nonché libri di storia locale o d’occasione (opuscoli per nozze, ecc.).
La raccolta libraria è stata smembrata; i manoscritti e gli incunabuli sono stati collocati nelle sezioni apposite nei cui cataloghi sono descritti, mentre gli stampati dei secoli successivi sono stati ubicati in sale diverse e sono descritti nei cataloghi generali. Almeno fino agli anni trenta esisteva ed era consultabile il catalogo speciale del legato Valotti - ora non reperito - composto da tre cassette di schede di formato Staderini. [R. Zilioli Faden]

6. Fondi manoscritti

Il patrimonio librario e documentario manoscritto della Queriniana è distinguibile tipologicamente e catalograficamente nelle serie “collezione degli autografi” e “sezione manoscritti”, in taluni casi, in particolare per i carteggi dei secoli XVIII-XIX, complementari fra loro.

Collezione degli autografi
Il fondo, iniziato dai bibliotecari della Queriniana nell’Ottocento, è costituito da circa 4.800 lettere sciolte e brevi scritti contenuti in 1.140 cartelle. I materiali sono conservati nello stesso deposito dei manoscritti, dove recano una autonoma segnatura di collocazione (Aut. 1 1.140). Per la consultazione della sezione è disponibile un apposito catalogo, dove è descritto ogni singolo pezzo (o raccolta omogenea). Il catalogo, ordinato alfabeticamente per mittenti, è redatto in forma manoscritta su schede Staderini riprodotte in formato internazionale per gli autografi 1-938, e in forma dattiloscritta, su schede di formato internazionale per gli autografi di più recente schedatura (1991-1992). In quest’ultimo caso il catalogo contiene anche le schede secondarie dei destinatari.
Tra i nuclei più consistenti o significativi di corrispondenza si segnalano: il carteggio di Cesare Arici (complessivamente circa 190 lettere, 1802-1826); il carteggio di Gaetano Bargnani (oltre 120 lettere di corrispondenti vari, 1836-1879); le lettere di Ignazio Calderari a Gian Battista Pagani (29 pezzi, 1806-1817); 218 lettere di Antonio Canova a Daniele Francesconi nel 1798-1815; le lettere di Alberto Cavalletto a destinatari diversi (23 pezzi, 1843-1897); le lettere di Domenico Cucchiari a Ignazio Ribotti e ad Amos Ronchei (21 pezzi, seconda metà del XIX secolo); le lettere di Giuseppe Finzi ad Amos Ronchei e ad altri (41 pezzi, 1860-1886); 28 lettere di Carlo Firmian a Giuseppe Zola (1774-1782); 12 lettere di Ugo Foscolo a destinatari diversi (1794-1809); 21 lettere del vescovo Lewis Maydwell Hogg a Emilio Tiboni (1864-1876); 23 lettere di Luigi Lechi a diversi (1832-1855); 30 lettere di Maurizio Malvestiti a diversi (1809-1864); 17 lettere di Alessandro Manzoni a Gian Battista Pagani e ad altri (1804-1861); oltre una cinquantina di lettere di Vincenzo Monti a diversi (1807-1821); 25 lettere di Federico Odorici a vari destinatari (1817-1884); quasi quattrocento lettere di vari a Gian Battista Rodella (seconda metà secolo XVIII); 20 lettere di Tito Speri a Giuseppe Pilati e ad altri (1846-1853); 21 lettere di Ottavio Tasca a vari (1864-1868); 57 lettere di Giovanni Visconti Venosta ad Amos Ronchei e ad altri destinatari (1866-1875); 25 lettere di Giuseppe Zanardelli (1879-1900). Sono inoltre comprese, tra le altre, lettere di: Massimo d’Azeglio, Agostino Bertani, Geremia Bonomelli, Carlo Cattaneo, Federico Confalonieri, Francesco Crispi, Gabriele D’Annunzio, Mauro Macchi, Maria Luisa di Borbone, Alberto Mario e Jessie White Mario, Giuseppe Mazzini, Pietro Metastasio, Aurelio Saffi, Giuseppe Saleri, Voltaire.
Una descrizione più completa dei carteggi è nel secondo volume de I carteggi delle biblioteche lombarde, cit., p. 122-137.

Sezione manoscritti
La sezione è costituita da alcune migliaia di manoscritti (numerosi dei quali sono stati microfilmati per tutelare gli originali). Una quantificazione più precisa non pare al momento possibile: infatti le singole unità inventariali possono corrispondere a una o più unità codicologiche; inoltre l’inventariazione della sezione è incompleta e manca un adeguato catalogo complessivo della stessa.
La presente scheda non pretende, né può avere, un carattere definitivo, ma vuole essere un approccio iniziale per orientarsi tra i numerosi manoscritti queriniani.
Il patrimonio della sezione si è accresciuto, dopo il lascito del fondatore cardinale Angelo Maria Querini, con acquisti sporadici, con lasciti di librerie private e con le alienazioni di biblioteche religiose verificatesi nel periodo napoleonico e successivo. In quelle occasioni furono aggregati alla Queriniana patrimoni librari provenienti dal capitolo del Duomo, dal seminario, dalla Congregazione dell’oratorio di san Filippo detta dei padri della pace, dai monasteri benedettini di santa Giulia, di san Faustino maggiore, di santa Eufemia, dai conventi carmelitani di san Pietro in Oliveto, e da quelli dei cappuccini, dei minori di san Francesco, di san Giuseppe, di san Cristo, di san Gaetano e di san Pietro in Rezzato.
La raccolta è costituita da codici membranacei e cartacei, anche miniati, databili dal secolo v (un frammento di san Cipriano) al Novecento, e comprende numerosissimi codici in italiano e volgare, in greco e in latino, un piccolo nucleo di codici orientali e alcuni manoscritti di musica. Nella sezione è collocata anche la serie autonoma fondo manoscritti musicali (cfr. a p. 204-205) costituita dalle musiche di Costantino Quaranta.
La sezione, nella quale è custodito anche un astrolabio donato nel secolo scorso da Francesco Sajler, comprende una ricca serie di libri liturgici (bibbie, messali, orazionali, lezionari, sacramentari, evangelari e evangelistari, breviari, ecc.), di codici giuridici (raccolte statutarie e commenti), di codici classici, storico-letterari, epigrafici e scientifici (cfr. Jole Agrimi, Tecnica e scienza nella cultura medievale. Inventario dei manoscritti relativi alla scienza e alla tecnica medievale, secoli XI-XV. Biblioteche di Lombardia, Firenze, La Nuova Italia, 1976), e una ricchissima serie di raccolte documentarie, lacerti di archivi privati (Averoldi, Brunelli, ecc.), testi storico-letterari, cronache, memorie, storie, statuti, ecc., di importanza e interesse insostituibili per la storia e la cultura laica e religiosa bresciana (raccolte epigrafiche di Giorgio Medici, Alessandro Totti, Sebastiano Aragonese; raccolte di privilegi e cronache; raccolte documentarie di Pandolfo Nassino, Gian Giacomo Martinengo, Bernardino Faino; il Codice necrologico liturgico del monastero di santa Giulia e il repertorio del suo archivio compilato da Giovanni Andrea Astezzati, ecc.).
In questo ambito, accanto alle donazioni o ai lasciti testamentari più cospicui, omogenei e noti (spesso costituiti da manoscritti e libri a stampa e già descritti nelle schede specifiche) la Queriniana ha acquisito raccolte quantitativamente meno rilevanti, fra le quali la raccolta araldica, genealogica ed epigrafica formata da Giuseppe Gelmini nel secolo scorso; gli scritti storici e letterari dell’erudito abate Baldassarre Zamboni; i manoscritti del bibliotecario e sacerdote Vincenzo Bighelli, di Gaetano Fornasini, di Andrea Valentini. autore di un inedito repertorio bio-bibliografico di autori bresciani (vedi scheda a p. 219), la raccolta risorgimentale di Cesare Quarenghi, primo direttore del Museo del RIsorgimento di Brescia, i doni delle famiglie Cassa e Feroldi, di Carlo Pasero, di Giuseppe Bonafini, del naturalista Gualtiero Laeng, di Marziale Ducos Gussago, del vescovo di Brescia Giovanni Molin, dell’archivista Calimerio Cristoni, di Bice Finardi, ecc.
Nella sezione sono fisicamente collocati anche alcuni dei carteggi già descritti sotto la titolazione di: collezione degli autografi.
La raccolta di pergamene sciolte (Codice diplomatico, ecc.) conservata fino al 1992 nella sezione è stata quasi totalmente trasferita all’Archivio di Stato di Brescia, a seguito di una convenzione di deposito. In molti casi non è possibile identificare la provenienza dei manoscritti e, di conseguenza, la consistenza e la tipologia delle librerie d’origine, poiché esse sono state smembrate e i codici sono stati collocati solo con criteri bibliometrici. Non è inoltre secondario il fatto che nel corso dei restauri verificatisi fino agli anni venti del Novecento non siano state conservate le note di provenienza apposte sui piatti e sui fogli di guardia sostituiti o restaurati. Sono state, invece, mantenute fisicamente unite le raccolte Faroni, Odorici, Di Rosa, Sina, Guerrini e Fè. Relativamente ai due ultimi fondi si segnala che alcuni manoscritti di provenienza Fè e numerosi altri di Guerrini non sono collocati nella rispettiva serie principale.

Cataloghi manoscritti
Non esiste un catalogo cumulativo dei manoscritti queriniani, di norma consultabili attraverso vari strumenti di corredo conservati nella biblioteca, e di cui si dà di seguito una breve descrizione.
Catalogo manoscritti, parte I: non è un catalogo descrittivo, ma un inventario assai sintetico (autore, titolo, segnatura). Redatto in forma manoscritta e strutturato come un catalogo dizionario, comprende i manoscritti entrati in biblioteca dalla sua fondazione all’istituzione del più recente catalogo a schede. A disposizione del pubblico è la riproduzione in cinque volumi del catalogo originale (in due volumi in foglio).
Catalogo manoscritti, parte II: costituito da schede formato Staderini poi riprodotte in formato internazionale, e strutturato come un catalogo-dizionario, contiene i manoscritti entrati o acquisiti nel Novecento.
Redatto in forma manoscritta (in buona parte da monsignor Paolo Guerrini), è stato ripreso e incrementato in forma dattiloscritta verso la metà degli anni ottanta per inserire le descrizioni di alcune decine di manoscritti che, a torto, si riteneva fossero da tempo catalogati. Il catalogo contiene di norma i dati riguardanti autore, titolo, datazione, materiale scrittorio, cartulazione, provenienza.
Catalogo topografico dei manoscritti, redatto nel 1986, è costituito da alcuni volumetti in foglio e comprende tutti i manoscritti della biblioteca, anche quelli non catalogati in forma più analitica, eccetto la serie dei manoscritti musicali (vedi scheda a p. 204-205), i fondi Federico Odorici, Alessandro Sina e Paolo Guerrini (quest’ultimo relativamente alla parte pervenuta alla morte dello studioso e collocata sugli scaffali P, Q, R). Di ogni manoscritto vengono dati autore, titolo, datazione, materia scrittoria, provenienza - se individuata sul manoscritto - e eventuali note su legatura, presenza di miniature, vecchie segnature, ecc., e rinvio alla descrizione esistente nei cataloghi di cui sopra.
Mss 6: in questo modo è titolato in costa un catalogo a volume redatto in forma dattiloscritta fra il 1988 e il 1991. In esso sono descritti 277 codici (latini, in volgare, in italiano) di varia provenienza e costituiti da 335 unità codicologiche, attribuibili ai secoli VII-XVII ineunte, di norma già inventariati nel Catalogo manoscritti, parte I. Nel catalogo è presente lo sforzo di equilibrare una descrizione esterna talora ampia con l’identificazione dei testi e l’indicazione di una bibliografia essenziale. Organizzato in ordine topografico, contiene la descrizione di codici liturgici, giuridici, storico-letterari, ed è preceduto da note ed elenchi esplicativi.
Libro dei manoscritti della biblioteca pubblica: conservato nella sezione dei manoscritti (con segnatura ms. H.IV.14), redatto dal bibliotecario Vincenzo Bighelli (1742-1812), è il primo catalogo dei manoscritti della biblioteca. In esso i codici sono indicati con le loro prime segnature (non più in uso, ma talora presenti sui fogli di guardia o all’interno dei piatti).
Cataloghi e inventari di librerie private e religiose soppresse: redatti all’epoca del loro ingresso in Queriniana e prima della fusione dei fondi nel patrimonio generale della biblioteca; sono consultabili a richiesta e sono indicati nelle schede dei fondi Pagani, Ducos Gussago, Dandolo, Martinengo, Vantini, Brozzoni, Calini alle quali si rimanda.
Andrea Valentini, I manoscritti della collezione Di Rosa, Brescia, Apollonio, 1890, organizzato in ordine alfabetico di autori e titoli.
Rosa Zilioli Faden, Catalogo inventariale della raccolta Odorici, Brescia, Comune di Brescia 1988, organizzato in ordine topografico, con indici e con la riproduzione di un piccolo manoscritto autografo di Federico Odorici, donato da Pietro Da Ponte alla Queriniana.
La biblioteca conserva 24 manoscritti greci, datati dal secolo x exeunte - xi ineunte al secolo XVII, alcuni dei quali miniati e con note di appartenenza al cardinale Querini. Ventuno codici sono descritti in Emidio Martini, Catalogo di manoscritti greci esistenti nelle biblioteche italiane, Milano, Hoepli, volume 1, parte II, 1896, p. 223-288, due in Elpidio Mioni, Catalogo di manoscritti greci esistenti nelle biblioteche italiane, Roma, Istituto poligrafico dello Stato, volume 1, 1966, p. 43-45. Nei cataloghi citati non compare descritto un manoscritto con segnatura F.III.3, che corrisponde a un codice in greco.
I codici più antichi della biblioteca sono stati descritti da Elias Avery Lowe (Codices latini antiquiores. Part. III. Italy: Ancona Novara, Oxford, Clarendon, 1938); i classici latini sono stati catalogati da Achille Beltrami, Index codicum classicorum latinorum qui in bybliotheca Quiriniana adservantur, «Studi italiani di filologia classica», 1906, 14, p. 17-96), che non ha preso in considerazione i manoscritti inventariati nel Catalogo manoscritti, parte II.
I manoscritti umanistici, anche dei fondi Fè e Odorici, sono inventariati da Paul Oskar Kristeller, Iter italicum, London, The Warburg Institute-Leiden, E. J. Brill, volume 1,1963, p. 30-36; volume 5, 1990, p. 512 -514). I manoscritti di origine francescana sono individuati e descritti in Cesare Cenci, Note sui codici francescani della Queriniana di Brescia, «Studi francescani», 1983, numero 3-4, p. 449-470.
Codici della biblioteca del capitolo e dei monasteri benedettini di san Faustino e di santa Giulia, acquisiti a seguito delle soppressioni napoleoniche, sono descritti o individuabili attraverso Giovanni Girolamo Gradenigo, Brixia sacra. Pontificum brixianorum series, Brescia, Bossini, 1755; Renzo Bresciani, Di alcuni codici queriniani latini dei secoli V-XII, in Miscellanea di studi bresciani sull’alto Medioevo, Brescia, Apollonio, 1959, p. 79-85 ; Giovanni Spinelli, Per la storia della biblioteca del monastero di san Faustino maggiore in Brescia: un inedito catalogo settecentesco dei codici, «Benedectina», 1984, p. 407-426 (a proposito del quale si segnala che il quattrocentesco Eusebio indicato come “M II” a p. 412 potrebbe essere il manoscritto E.II.6 della Queriniana). I manoscritti contenenti le raccolte statutarie della città e dei paratici di Brescia sono elencati in Rosa Zilioli Faden, Per una raccolta di fonti statutarie bresciane, «Civiltà bresciana», 1993, 3, p. 43-47.
È stato riprodotto in facsimile il ms F.II.1: Festtagsevangelistar mit Kanontafeln ... von codex F.II.1 ... Biblioteca civica queriniana in Brescia, Graz, Adeva, 1992. Sono su cd rom i manoscritti A I 1, A I 7, A I 10, A I 11, A ll 1, A ll 4, A II 5, A ll 8, A ll 10, A III 11, A III 13, A V 1, A V 17, A V 24, A V 25, A V 17, A VI 18, A VI 22, A VI 24, A VI 26, B I 2, B I 4, B I 5, B I 9, B I 10, B II 2, B II 5, B II 7, B VII 33, C II 4, C II 10, D VI 33, E II 2, E VII 18, G III 1, G V 11, H IV 9, H V 5,I III 24, I IV 1.
Una recente bibliografia dei manoscritti queriniani è stata curata da Mario Marubbi in Tesori miniati. Codici e incunaboli dei fondi antichi di Bergamo e Brescia, a cura di Maria Luisa Gatti Perer e Mario Marubbi, Milano, Silvana, 1995.
I manoscritti del fondo Paolo Guerrini (vedi scheda a p. 204) sono in corso di catalogazione dalla fine degli anni ottanta; i dati di circa trecento di essi (dicembre 1995) sono inseriti nel catalogo in linea. [R. Zilioli Faden]

7. Fondi monastici e conventuali

Numerosi fondi librari e documentari, manoscritti e a stampa sono pervenuti alla Queriniana a seguito delle soppressioni delle corporazioni religiose avvenute in epoca napoleonica, in particolare dai monasteri benedettini di san Faustino maggiore, di santa Eufemia, di santa Giulia (già di san Salvatore), dal convento dei carmelitani scalzi di san Pietro e santa Teresa in Oliveto, dalla congregazione dei padri filippini della pace, dalla biblioteca del capitolo della cattedrale.
Queste biblioteche non giunsero né rimasero integre in Queriniana; per alcuni anni esse restarono infatti ammassate nell’ex convento di san Giuseppe esposte ad asportazioni, furti, vendite e distruzioni. Verso il 1804, comunque, i libri pervenuti erano stati incorporati nella raccolta queriniana ed erano vicini al loro ordinamento definitivo, quando in parte iniziarono a defluire dalla biblioteca per l’alienazione di duplicati, per la vendita anche a peso a librai degli esemplari giudicati a torto o a ragione inadatti alla biblioteca o insignificanti, per la restituzione di alcuni carri di volumi agli antichi proprietari e per l’invio alla Biblioteca nazionale braidense di Milano di molti pezzi. Le variazioni subite dal patrimonio librario dovettero essere assai significative se il catalogo della biblioteca fu considerato ormai inadeguato e dovette essere rifatto a iniziare dal 1812 per opera del bibliotecario Giacomo Apollonio. I volumi rimasti portano solo episodicamente l’indicazione della provenienza, e quelli che facevano parte di un determinato nucleo non furono collocati in maniera contigua o in modo tale da rendere possibile l’individuazione della comune origine con una buona approssimazione.
Alcuni volumi delle biblioteche religiose soppresse pervennero poi alla Queriniana perché inseriti nelle librerie donate da privati (ad esempio i Ducos) che li avevano acquistati in epoca napoleonica.
Se è possibile talora individuare la provenienza dei manoscritti o degli incunaboli per mezzo delle scarse note che la attestano sia per la loro importanza che per la relativa esiguità delle sezioni che li raccolgono, questa individuazione è assai più difficile per le opere a stampa dei secoli successivi a causa del mancato reperimento di registri o elenchi di consistenza dei fondi. Pare certo, comunque, che la raccolta più cospicua provenisse dal monastero di san Faustino maggiore, come è attestato in buona parte dalle note di appartenenza al padre Giovanni Ludovico Lucchi.
La Queriniana conserva anche parte delle biblioteche dei conventi bresciani di san Gaetano e di san Giuseppe e di san Pietro in Rezzato soppressi con il regio decreto 3.036 del 7 luglio 1866.
Non è facile ricostruire le vicende del trasferimento dei libri, avvenuto nel 1868, né della consistenza di queste biblioteche, anche a causa delle vendite o degli scambi dei materiali librari giudicati “di nessunissimo pregio” (cfr. il registro “Protocollo della Biblioteca queriniana, 1846 - 1877”).
Il materiale entrato in biblioteca grazie a queste occasioni è quantificabile in circa 8.000 volumi a stampa dei secoli XV-XIX e 130 manoscritti. Le tre biblioteche, i cui libri talvolta recano il timbro di appartenenza, sono state smembrate: i manoscritti e gli incunaboli sono stati collocati nelle apposite sezioni nei cui cataloghi sono descritti; le edizioni successive sono state ubicate in vani diversi della biblioteca e schedate nei cataloghi generali. Il bibliotecario Giambattista Zani aveva steso nella seconda metà del secolo XIX tre cataloghi manoscritti, tuttora in biblioteca, contenenti l’inventario delle tre biblioteche al momento del loro ingresso in Queriniana: Catalogo de ’ libri del soppresso convento di san Gaetano in Brescia, Catalogo de’ libri del soppresso monastero di san Pietro in Rezzato, Catalogo de’ libri del soppresso monastero di san Giuseppe in Brescia. Da essi si rileva che i fondi comprendevano opere di carattere religioso, spirituale, teologico, letterario e storico, grammatiche, dizionari, testi di lingue classiche e moderne e che non mancavano testi scientifici (matematica, farmacia, medicina, veterinaria).  [R. Zilioli Faden]

Bibliografia: Paolo Guerrini, La Congregazione dei padri della pace, «Memorie storiche della diocesi di Brescia», serie 4, 1933, p. 231-276; Paolo Guerrini, Monastero benedettino di san Faustino maggiore, «Memorie storiche della diocesi di Brescia», serie 2, 1931, p.17-132; Rosa Zilioli Faden, La biblioteca del convento di S. Pietro in Rezzato secondo un inventario della civica biblioteca queriniana di Brescia, in Rezzato. Materiali per una storia, a cura di Paolo Corsini e Giambattista Tirelli, Rezzato, Comune di Rezzato, 1985.

8.Fondo Giuseppe e Fausto Ducos e Germano Jacopo Gussago
Giuseppe Ducos (Brescia, 1831 -1911 ), patriota e uomo politico.
Fausto Ducos (Brescia, 1841 -1911), patriota, militare e uomo politico.
Germano Jacopo Gussago (Ghedi, Brescia, 1741 - Brescia 1827), ex minore osservante, cultore di studi storici.

I fratelli Giuseppe e Fausto Ducos donarono la libreria di famiglia alla Queriniana nel settembre 1887, e nello stesso mese la raccolta fu trasportata in biblioteca. Il dono fu perfezionato nel 1888; e una meticolosa revisione, completata nel 1891, ne ufficializzò la consistenza, documentata dall’inventario (cfr. i registri “Protocollo della Biblioteca civica queriniana dal 12 maggio 1885 al 9 luglio 1888” ai protocolli 1887/901-902 e “Protocollo della Biblioteca civica queriniana dal 13 gennaio 1891 all’uno marzo 1893” al protocollo 1891/1133).
La raccolta è composta da materiale librario e documentario a stampa e manoscritto; in essa erano confluite anche la biblioteca Gussago (per la quale vedi oltre) e opere acquisite a seguito delle soppressioni di conventi e monasteri del periodo napoleonico. La consistenza della donazione è stata stimata in 3.622 opere per un totale di circa 4.000 volumi.
La libreria è stata smembrata: i 135 manoscritti e gli 80 incunaboli sono collocati nelle apposite sezioni e descritti nei corrispondenti cataloghi, mentre le edizioni successive al secolo XV sono confluite in vari depositi della Queriniana, in particolare nella sala settima.
La libreria è di carattere generale, con opere per lo più di argomento storico, letterario, teologico; numerose sono le pubblicazioni di autore e di argomento bresciano, stampate anche per occasioni celebrative. Il fondo manoscritto ha un rilievo particolare per la cronachistica, la diaristica e la letteratura bresciana.
Il consistente settore teologico è dovuto in buona parte agli interessi religiosi e alle inclinazioni del padre Germano Jacopo Gussago per il giansenismo e per la figura del giansenista Giuseppe Zola. Si segnala che alcuni manoscritti di Giuseppe Zola, venduti da Maddalena e Vittoria Zola nel 1897, furono consegnati alla Queriniana da monsignor Luigi Fè d’Ostiani.
La biblioteca Gussago è in parte ricostruibile attraverso il manoscritto I.VI.6 Catalogo dei libri stampati da autori bresciani che esistono presso il padre Giacomo Gussago.../ segue:/ Catalogo dei libri manoscritti che esistono presso di me.
La consistenza della raccolta - come già detto smembrata - è idealmente ricostruibile attraverso gli inventari redatti in forma manoscritta da personale della biblioteca: Inventario di revisione della libreria donata dai fratelli Giuseppe e Faustino Ducos di Brescia, prot. 1891/1133; Esame delle opere duplicate fra la libreria Ducos e la Queriniana e il manoscritto queriniano K.I.12 titolato Catalogo della libreria Ducos Gussago, 1827 recante la specificazione “catalogo modificato come da inventario di revisione prot. 1891/
1133”. Si rimanda inoltre al manoscritto K.I.6 Manoscritti Gussago Ducos che contiene il catalogo alfabetico dei manoscritti del fondo e la concordanza delle segnature di collocazione originarie con le attuali.
Il fondo contiene anche il carteggio Filippo Garbelli (in tre volumi sono raccolte oltre 300 lettere, originali o in copia, scritte da Filippo Garbelli a vari destinatari tra il 1716 e il 1744, fra cui: a Paolo Gagliardi; ai medici Pierfrancesco Ugoni e Antonio Ugoni); il carteggio Pier Luigi Grossi (circa 60 lettere - 1757-1806 -, non inventariate, di e a Grossi e alcune di altri ad altri); il carteggio Giuseppe Zola (composto in due volumi, contiene 130 lettere scritte a Zola tra il 1765 e il 1806 e circa 50 lettere scritte da vari mittenti a Zola e da Zola ad altri tra la seconda metà del secolo XVIII e il 1806). [R. Zilioli Faden]

9. Fondo dell’ex Società gabinetto di lettura

Il Gabinetto di lettura, aperto nel 1857 per iniziativa precipua di Giuseppe Zanardelli (che dopo un anno di vita aveva circa 200 soci e 2.000 libri), divenne anche centro di organizzazione dell’emigrazione politica clandestina negli Stati sardi e, successivamente, centro di emissione delle azioni per il tiro a segno. Cessò la sua attività verso il 1900.
La sua biblioteca, di consistenza non definita, confluì in Queriniana nel 1905, come riporta anche una lapide apposta in una sala di lettura dell’istituzione. Almeno fino agli inizi degli anni trenta il suo patrimonio librario non venne fuso con la raccolta libraria della Queriniana, ma era consultabile attraverso l’apposito catalogo, costituito da tre cassette di schede Staderini, ora non reperito. Nella sezione dei manoscritti della Queriniana si conserva un elenco, a stampa e manoscritto, di libri e periodici del Gabinetto di lettura (cfr. il manoscritto H.VIII.31); nell’archivio della biblioteca sono stati rinvenuti due registri che si riferiscono all’attività del Gabinetto di lettura, il primo dal 1857 al 1860, il secondo dal 1881 al 1889. [R. Zilioli Faden]

10. Fondo Luigi Fè d’Ostiani
Luigi Francesco Fè d’Ostiani (Brescia 1829-1907), sacerdote e storico.

La biblioteca del Fè d’Ostiani, composta da materiale librario e documentario manoscritto e a stampa in buona parte dedicato alla storia di Brescia, fu donato (con la relativa scaffalatura) alla Queriniana nel 1908 dalla nipote contessa Paolina Fè d’Ostiani Montholon.
II fondo manoscritto - circa 130 unità inventariali - è stato mantenuto unito e collocato nella sezione dei manoscritti, nel cui catalogo a schede è descritto.
Esso comprende il carteggio Giovanni Battista Corniani - Giuseppe De Necchi Aquila (circa 119 lettere: 1779-1782); il carteggio Scipione de’ Ricci - Pietro Tamburini (si tratta di copie manoscritte di 48 lettere: 1782-1827); il carteggio Filippo Garbelli (17 lettere: 1717-1742); il carteggio Pietro Tamburini - Baldassarre Zamboni (copie di quattro lettere del 1772)- lettere di monsignor Muzio Calini (si tratta di un copialettera con 252 lettere scritte da Calini a vari destinatari negli anni 1553-1570); lettere di Francesco Martinengo Palatini (18 lettere scritte da vari mittenti a Martinengo e da altri ad altri negli anni 1696-1721); lettere di Faustino Robaisini (20 lettere d’affari scritte da Robaisini a vari destinatari nel 1864).
La consultazione del fondo manoscritto è possibile attraverso il fascicolo a esso dedicato nel catalogo topografico della sezione dei manoscritti; inoltre l'unità inventariale segnata manoscritto Fè 93 comprende 407 schede sul fondo redatte da un bibliotecario della Queriniana agli inizi del Novecento.
La raccolta del materiale a stampa è stata smembrata. Di essa facevano parte anche 16  incunaboli, fra i quali una rarissima edizione di Terenzio stampata a Venezia da Vindelino da Spira. Gli incunaboli sono descritti in Ugo Baroncelli, Gli incunabuli della Biblioteca queriniana. Catalogo, Brescia, Ateneo di Brescia, 1970. [R. Zilioli Faden]

11. Fondo Paolo Guerrini
Paolo Guerrini (Bagnolo, Brescia, 1880 - Brescia 1960), sacerdote e storico.

Il fondo è stato acquisito dalla biblioteca alla morte di monsignor Guerrini, che fu bibliotecario della Queriniana e direttore dell’archivio storico civico di Brescia. Il lascito comprende materiali librari e documentari, manoscritti e a stampa, coprenti un arco cronologico assai ampio. La consistenza, non quantificabile numericamente, è assai cospicua.
I manoscritti della raccolta non sono stati smembrati e sono ubicati sugli scaffali P, Q, R della sezione dei manoscritti della biblioteca. La sezione è composta da alcune centinaia di unità inventariali, spesso composite, di carattere storico, letterario, artistico, vertenti in particolare sulla storia di Brescia e della Chiesa. I materiali hanno provenienze diverse: nel fondo, ad esempio, sono confluiti anche manoscritti del sacerdote e storico Antonio Lodrini e di altri studiosi. Nel fondo sono naturalmente presenti moltissimi appunti, studi e note di Guerrini.
Dalla fine degli anni ottanta è in corso la descrizione della raccolta, e quindi una buona parte di essa è consultabile.
Si segnala che la nota serie di volumi manoscritti relativi alle famiglie bresciane, già descritti analiticamente per cura della biblioteca e contenenti materiali di carattere documentario, note e appunti di Guerrini (anche di carattere riservato), è stata trasferita nel 1992 nell’Archivio di Stato di Brescia al seguito del deposito dell’ archivio storico civico.
Le opere a stampa, sempre di carattere storico, letterario e artistico e vertenti soprattutto sulla storia locale, sono state fuse con la raccolta libraria della Queriniana, in particolare nella sezione bresciana, e sono descritte nei cataloghi della biblioteca.
È da tener presente che già fra il 1916 e il 1930 Guerrini aveva donato alla Queriniana alcune decine di manoscritti, anche membranacei, e numerosi stampati, come testimoniano gli elenchi conservati nell’archivio della biblioteca. Di questi doni i manoscritti, collocati man mano nella sezione apposita con ubicazioni diverse, ma di possibile identificazione attraverso il catalogo topografico, sono stati descritti in buona parte già dal donatore nella parte II del catalogo dei manoscritti. Gli stampati sono stati sottoposti al medesimo trattamento biblioteconomico e catalografico degli stampati acquisiti nel 1960. [R. Zilioli Faden]

12. Fondo manoscritti musicali

Costantino Quaranta (Brescia 1813-1887), musicista, compositore e maestro di cappella della cattedrale di Brescia.
Francesco Piazza (Brescia ? secoli xix-xx), maestro di violino.

Il fondo, conservato nella sezione dei manoscritti della Queriniana, è costituito da 214 cartelle numerate. Ogni cartella contiene partiture inedite di musica sacra composta da Quaranta, che talora recano interventi del pianista e compositore Paolo Chimeri (Lonato, Brescia, 1852 - Brescia 1934) alle parti per organo. Le composizioni di Quaranta (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus, Magnificat, ecc.) si basano sul profondo studio della musica sacra italiana del Cinquecento al quale il musicista si era dedicato dopo un interesse giovanile per il teatro e preludono alla riforma liturgica che seguì di non molto la sua morte. Nel 1894 l’autorità ecclesiastica proibì l’esecuzione delle sue musiche che, oggetto di frequenti polemiche, videro nei maestri Piazza e Chimeri e nei sacerdoti Antonio Ferrari e Francesco Elena dei decisi difensori. Per volontà testamentaria di Quaranta la musica passò a Piazza, che nel secolo successivo la legò alla Queriniana. Il fondo di Quaranta non è stato fuso con altre collezioni ed è consultabile attraverso il catalogo redatto in forma manoscritta su schede di formato Staderini. Almeno fino agli anni trenta del nostro secolo erano in uso per la consultazione del fondo quattro quaderni manoscritti, ora non reperiti, che costituivano l’inventario-catalogo che aveva accompagnato il dono al suo ingresso in Queriniana. [R. Zilioli Faden]

Bibliografia: Claudio Sartori, Uno studio del musicista Chimeri sul musicista Quaranta, «Commentari dell’Ateneo di Brescia», 1936, p. 69-76.

13. Fondo Federico Odorici
Federico Odorici (Brescia 1807 - Trobiolo, Brescia, 1884), bibliotecario e storico.

La raccolta Odorici fu acquistata dalla Queriniana e dall’Ateneo di Brescia nel 1888.
La raccolta, formata da 242 volumi contenenti manoscritti e pergamene sciolte relativi ai secoli compresi fra il basso medioevo e l’Ottocento e qualche opuscolo o foglio a stampa, riveste un carattere storico, letterario, artistico, epigrafico, paleografico. Di grande rilievo era la raccolta membranacea, di fondamentale interesse per la storia bresciana anche per il fatto che l’Odorici è autore della monumentale opera Storie bresciane dai primi tempi all’età nostra (Brescia, Gilberti, 1853-1869) e di alcune delle numerose edizioni del Codice diplomatico bresciano a partire da quello del 1871 (Torino, Stamperia reale).
La raccolta è descritta in Rosa Zilioli Faden, Catalogo inventariale dei manoscritti della raccolta Odorici (Brescia, Comune di Brescia, 1988). Nel 1992 la raccolta è stata smembrata, poiché sono state depositate nell’Archivio di Stato di Brescia al seguito dell’archivio storico civico le unità segnate O.VII.1. O.VII.27. [R. Zilioli Faden]

14. Fondo Angelo Maria Querini
Angelo Maria Querini (Venezia 1680 - Brescia 1755), cardinale, umanista, prefetto della Biblioteca apostolica vaticana, arcivescovo di Corfù e vescovo di Brescia, fondatore della Biblioteca queriniana.

Il fondo pervenne alla biblioteca in più riprese, grazie alla generosità del suo fondatore, a partire dalla prima donazione che comprendeva le opere destinate dal Querini alla Vaticana quando ne era prefetto. Il Querini riacquistò queste opere (circa 1.500 libri) per dotarne la biblioteca da lui fondata a Brescia, versando al Banco di santo Spirito mille ducati da destinare alla Vaticana. Il Querini arricchì di continuo la sua libreria (anche con l’acquisto delle raccolte del cardinale Pietro Ottoboni), così che il fondo passato alla Queriniana è attualmente composto da numerose decine di manoscritti e da alcune migliaia di libri a stampa.
Nel corso del secolo XIX le raccolte numismatiche e di preziosi e rari reperti archeologici donate dal cardinale alla “sua” biblioteca passarono ai Civici musei d’arte e storia di Brescia, che ora conservano anche numerosi quadri un tempo in dotazione alla biblioteca.
Il fondo non è stato mantenuto unito. I manoscritti e gli incunabuli (tre secondo Ugo Baroncelli) sono collocati nelle rispettive sezioni; le edizioni successive sono state collocate in vari magazzini della biblioteca, e in particolare nelle sale storiche.
Le opere riacquistate dalla Vaticana recano il timbro “Vaticanae ex dono card. Quirini bibliothec.”; altre opere recano la nota di proprietà AFAUD (Abbatiae Florentinae ad usum domini) Angeli Mariae Quirini Veneti.
Della parte manoscritta del fondo fanno parte codici greci e latini (per i quali si rimanda ai cataloghi a stampa di Emidio Martini, Elpidio Mioni e Achille Beltrami indicati in premessa), e - inventariati nei cataloghi dei manoscritti - le raccolte documentarie relative all’attività di Querini, le sue opere storiche, umanistiche, filologiche, teologiche e la serie di trascrizioni dei documenti per la storia dei monasteri benedettini, l’epistolario del cardinale (si tratta di 18 volumi contenenti 3.015 lettere, originariamente conservate in faldoni e ora rilegate in volumi, scritte al Querini negli anni 1711-1755 da vari mittenti fra cui: il cardinale Alessandro Albani, Giovanni Battista Albrizzi, Giovanni Franco Baldini, il patriarca di Aquileia Daniele Barbaro, il cardinale Barberini, Giuseppe Bartoli, Giovanni Pietro Bergantini, Giuseppe Bianchini, Orazio Borgondio, Pantaleone Bozzi, Giovanni Bottari, Angelo Calogerà, Carlo Carafa, il cardinale Prospero Colonna, Cosimo III de ’Medici duca di Toscana, Federico II di Prussia, Charles-François de Fronlay, Paolo Gagliardi, Antonio Francesco Gori, Prospero Lambertini - poi papa Benedetto XIV -, Scipione Maffei, Alessio Simmaco Mazzocchi, Gian Maria Mazzuchelli, Lorenzo Mehus, Charles-Louis de Secondat barone di Montesquieu, Lodovico Antonio Muratori, Gianfranco Muselli, il cardinale Pietro Ottoboni, Philippe d’Orléans, Giuseppe Agostino Orsi, Domenico Pasqualigo, Jean Racine, Jean Raverdy, Angelo Maria Ricci, Carlo Rinuccini, Bernardo Maria Rubeis, Eusèbe Renaudot, Antonio Sassi, il cardinale G. Battista Spinola, Talgras - cioè Francesco Algarotti -, il cardinale Fortunato Tamburini, Girolamo Tartarotti, il cardinale de Tencin, Gian Cristoforo Trombelli, Domenico Vallarsi, Leonardo Venturini, Santi Veronesi, Carlo Borromeo).
La ricchissima dotazione a stampa (di carattere storico, umanistico, filologico, letterario, teologico) comprende - fra l’altro - le opere più significative della grande erudizione (la Collectio conciliorum di Gian Domenico Mansi, gli scritti di Lodovico Antonio Muratori, gli Annales benedectini di Jean Mabillon, le raccolte bio-bibliografiche degli autori dei vari ordini religiosi), una imponente collezione di importanti edizioni, anche poliglotte, della Bibbia, le edizioni dello stampatore Giovanni Maria Rizzardi, che nei trent’anni dell’episcopato del Querini lavorò intensamente a pubblicare le sue opere o quelle da lui promosse. [R. Zilioli Faden]

Bibliografia: Ugo Baroncelli, Un dotto mecenate del Settecento: il cardinale Angelo Maria Querini, in Miscellanea queriniana, Brescia, Geroldi, 1961, p. 1-22; Iconografia e immagini queriniane, Brescia, Comune di Brescia - Grafo, 1980; Clara Stella, Guida del Museo romano di Brescia, Brescia, Comune di Brescia - Grafo, 1987.

15. Fondo Giuseppe Ragazzoni
Giuseppe Ragazzoni (Brescia 1824-1898), naturalista, geologo e industriale.

Il fondo fu donato nel 1972 dalla famiglia di Giuseppe Ragazzoni, autore di una carta geologica della provincia di Brescia, membro del Gabinetto di lettura e figlio di Gian Battista, studioso di chimica, farmacia e mineralogia. I libri recano sul frontespizio il timbro con la legenda ex libris Giuseppe Ragazzoni. La raccolta è stata smembrata fra la Queriniana e il Museo di scienze naturali. Il nucleo in Queriniana è composto da circa 100 volumi ottocenteschi, per lo più in italiano e francese, riferiti all’ambito scientifico e tecnico (scienze naturali, farmacia, chimica, industria, fotografia).
La collezione, non compiutamente catalogata, è ubicata su uno scaffale della sala 13 con collocazione da 13 W I 1 a 13 W IV 37. L’individuazione complessiva del fondo è possibile attraverso il topografico della sala 13, dato che il catalogo on line della Queriniana, al contrario di quello della biblioteca del Museo civico di scienze naturali, di norma non riporta la nota di provenienza (vedi fondo Giuseppe Ragazzoni a p. 258). [R. Zilioli Faden]

16. Fondo Alessandro Sina
Alessandro Sina (Zone, Brescia, 1878 - Esine, Brescia, 1953), sacerdote e storico.

Il fondo fu acquistato nel 1953 presso l’erede dell’intestatario Lucia Sina Panighetti. Si tratta di un complesso di opere a stampa, appunti manoscritti, lettere, con documenti dal XVIII secolo. La parte libraria è ora confluita nella sezione bresciana della biblioteca ed è descritta nei cataloghi generali. Parte dei manoscritti sono stati sommariamente inventariati in Don Alessandro Sina nel ventennio della morte, numero speciale di «El carobe. Voce della comunità parrocchiale di Esine», 1973, n. 5/6, p. 335-339; tra i manoscritti si segnalano un epistolario del missionario Giuseppe de Rovato, prefetto apostolico in Tibet nel 1761-1787 l’epistolario (1741-1806) del giansenista Gian Battista Guadagnini, arciprete di Cividate Camuno, e una cinquantina di lettere del vescovo Gian Agostino Gradenigo a padre Maurizio Romelli (1751-1773, di cui due originali e le altre in copia per mano del Sina).
Su motivata richiesta è consultabile anche la parte manoscritta e non inventariata.

17. Legato Giacomo Apollonio
Giacomo Apollonio (Gargnano, Brescia, 1763 - Brescia 1841), sacerdote e bibliotecario della Queriniana.

L’Apollonio, appartenente alla nota famiglia di tipografi editori bresciani, con disposizione testamentaria dell’11 settembre 1840 donò i suoi 242 libri alla Queriniana, nella quale aveva lavorato trent’anni redigendone, fra l’altro, il “catalogo teologico” per materie contenente migliaia di titoli. Il lascito, secondo la disposizione del sacerdote, doveva essere costituito solo da libri non posseduti dalla Queriniana ed esclusi i breviari, che erano destinati a un religioso di Gargnano. Il legato fu accettato nel 1842 e i volumi confluirono nelle sale storiche della biblioteca.
Il bibliotecario Giambattista Zani dava notizia nell’agosto 1861 di aver a suo tempo redatto l’elenco di consistenza della raccolta, ora non reperito così come il catalogo della libreria allegato alla pratica. [R. Zilioli Faden]

18. Legato Camillo Brozzoni
Camillo Brozzoni (Brescia 1802-1864), collezionista e cultore di scienze naturali.

Camillo Brozzoni con testamento del 23 gennaio 1863 lasciò al Comune di Brescia le sue ricche collezioni artistiche, i suoi libri e la villa per lui costruita dall’architetto Rodolfo Vantini. Le collezioni artistiche pervennero ai civici musei, mentre alla Queriniana fu destinata la raccolta libraria composta perlopiù da volumi a stampa, in italiano e in francese, del Settecento e dell’Ottocento, e alcuni manoscritti.
Nella libreria, che comprendeva anche testi letterari (classici latini e greci perlopiù in traduzione e classici italiani), opere storiche e artistiche, hanno un rilievo particolare i testi naturalistici e scientifici di geologia, di algologia, di mineralogia, di astronomia, di fisica, di botanica, di fisiologia vegetale, sulla coltivazione dei fiori e sui giardini, sull’evoluzionismo e sulle classificazioni delle scienze naturali. La raccolta conservava anche manuali sul commercio, sull’industria e sull’agricoltura.
Il fondo è stato smembrato, le opere a stampa sono confluite nei magazzini della Queriniana e i manoscritti nella sezione apposita (nei cui cataloghi sono descritti). Esso è idealmente ricostruibile attraverso il catalogo redatto in forma manoscritta all’epoca dell’ingresso della libreria in Queriniana (Catalogo Lib[rerie] dono Vantini, dono Brozzoni), nel quale la consistenza è stimata in 696 volumi e opuscoli. Secondo il bibliotecario Filippo Garbelli (Brixia 1882, Brescia, Apollonio, 1882) la raccolta era costituita da 1.472 volumi per un totale di 374 opere. La raccolta è descritta nei cataloghi generali della biblioteca.
[R. Zilioli Faden]

19. Legato Muzio Calini
Muzio Calini (Brescia 1789 -1874), nobile.

Il Calini, morto senza discendenza, legò con atto testamentario del 1842 le sue sostanze al municipio di Brescia. Il legato fu accettato nel 1874; e il lascito, dopo annose vicende riguardanti l’intera eredità Calini (cfr. gli «Atti del consiglio comunale di Brescia», 1876, 1877, ecc.) fu definitivamente acquisito dalla biblioteca nel 1888 (cfr. il registro “Protocollo della Biblioteca civica queriniana dal 12 maggio 1885 al 9 luglio 1888” al prot. 745).
La raccolta, costituita da qualche decina di manoscritti e alcune migliaia di libri a stampa, con ampia prevalenza di edizioni settecentesche e ottocentesche, è stata smembrata e collocata in varie sale della biblioteca. I manoscritti (riguardanti in buona parte la storia locale e le memorie della famiglia) e gli incunaboli sono confluiti nelle sezioni omonime, nei cui cataloghi sono descritti. La raccolta, di carattere generale, è costituita da opere in italiano e in francese nelle quali hanno un’ampia prevalenza le opere letterarie, molti classici greci e latini (Cicerone, Fedro, ecc.) e italiani (Dante, Alfieri, Foscolo, ecc.), raccolte poetiche, poemetti didascalici, memorie di viaggi e grammatiche.
Di buon rilievo sono i settori storico-politico ed economico (nel quale sono presenti storie nazionali, raccolte araldiche, opere di Giammaria Ortes, scritti di Camillo Cavour e di Gian Battista Pagani, ecc.), filosofico e teologico (raccolte di vite di santi ed ecclesiastici, massime e pensieri religiosi o edificanti, ecc.), giuridico (codici, raccolte di leggi, regolamenti, decreti e proclami).
La consistenza del legato è ricostruibile attraverso l’inventario redatto in forma manoscritta da personale della biblioteca Libri donati dal benemerito signor conte Muzio Calini; in esso si specifica che le opere “non corrispondono interamente a quelle elencate nell’inventario notarile dei libri passati al Comune”. [R. Zilioli Faden]

20. Legato Luigi Carboni
Luigi Carboni (Brescia secolo XIX), benefattore e socio onorario dell’Ateneo di Brescia.

Il legato pervenne alla Queriniana il 22 aprile 1881 attraverso gli eredi di Luigi Carboni (cfr. il registro “Protocollo generale della Biblioteca civica queriniana 1 gennaio 1880-11 maggio 1885”).
Il legato consisteva in un migliaio di opere (1.500 secondo Filippo Garbelli, bibliotecario della Queriniana nell’Ottocento) stampate nei secoli XVI-XIX, con prevalenza di libri appartenenti al mondo dell’erudizione e della cultura del Settecento e dell’Ottocento. La raccolta, di carattere generale, è costituita da opere in italiano, francese, inglese e tedesco. Essa comprende, accanto a opere di interesse storico e letterario locale, classici dell’antichità per lo più in traduzione italiana, opere letterarie italiane e straniere (Dante, Giovanni Della Casa, George Byron, Ugo Foscolo, Francois René de Chateaubriand, Aleardo Aleardi, ecc.), opere storiche, politiche, economiche (Niccolò Machiavelli, Paolo Sarpi, Lodovico Antonio Muratori, Voltaire, Niccolò Tommaseo, Carlo Botta, Carlo Cattaneo, Vincenzo Gioberti, ecc.), filosofiche, artistiche, teologiche e scientifiche (Severino Boezio, Giorgio Vasari, Galileo Galilei, Jacques Bénigne Bossuet, ecc.), trattati giuridici, biografie e romanzi storici (Alexandre Dumas, ecc.).
La raccolta è stata smembrata: le opere non possedute sono state collocate in varie sale storiche della biblioteca; e i doppi vennero invece inviati fin dal 1881 al collegio municipale Peroni. La consistenza originaria del legato è ricostruirle attraverso il catalogo redatto da personale della biblioteca in forma manoscritta e titolato Registro dei libri pervenuti alla Queriniana nel 1881 per legato Carboni. Prot. 1881/200. Alcune carte allegate a questo catalogo documentano il trasferimento dei duplicati al collegio Peroni (“Nota dei libri duplicati...” contenente l’elenco di 80 libri; “Duplicati del legato Carboni” indicante 96 opere; “Ricevuta del collegio Peroni di 44 libri datigli dalla Biblioteca queriniana”). [R. Zilioli Faden]

21. Legato Paolo Chimeri
Paolo Chimeri (Lonato, Brescia, 1852 - Brescia 1934), compositore, direttore d’orchestra e pianista.

Il legato pervenne alla Queriniana nel 1934 in forza del testamento olografo del 1928 del Chimeri, che destinava alla biblioteca i libri della sua libreria riguardanti la musica e l’arte, oltre alle raccolte e ai numeri sparsi di periodici musicali (dizionari, bibliografie, enciclopedie, gazzette musicali dell’editrice Ricordi, ecc., per un totale di circa 500 volumi).
Il fondo è sistemato in maniera discontinua perlopiù nel magazzino denominato sala alfa ed è schedato nei cataloghi generali della biblioteca. [R. Zilioli Faden]

22. Legato Dandolo

Vincenzo Dandolo ( Venezia 1759 - Varese 1819), uomo politico e studioso di agricoltura e di economia.
Tullio Dandolo (Bicemo, Varese, 1801 - Urbino 1870), figlio di Vincenzo, uomo politico e scrittore.
Ermellina Masselli Dandolo (Casoro, Canton Ticino, 1827 - Adro, Brescia, 1908), seconda moglie di Tullio Dandolo, benefattrice.
Enrico Dandolo (Varese 1827 - Roma 1849), patriota, figlio di Tullio e della prima moglie Giulietta Pagani Bargnani.
Enrico Dandolo (Adro, Brescia, 1850 -1904), studioso di economia e uomo politico, figlio di Tullio e della seconda moglie Ermellina Masselli.
Mattia Butturini (Salò, Brescia, 1852 - Pavia 1817), studioso e uomo politico.

Le librerie di Adro e di Milano dei conti Dandolo furono consegnate alla Queriniana fra il marzo e il maggio 1908 per volontà testamentaria di Enrico Dandolo, ultimo della sua famiglia, e della madre Ermellina Masselli, sopravvissuta a tutta la famiglia, unitamente a due cataloghi manoscritti e agli scaffali (cfr. i registri “Protocollo corrispondenza della Biblioteca civica queriniana: 1880 a 1908” e “Biblioteca civica queriniana, protocollo 18 dicembre 1905 - 3 febbraio 1910”).
La contessa Masselli Dandolo, dopo aver contribuito a edificare l’ospedale di Adro e aver destinato un suo stabile di Bargnano a scuola di agricoltura, lasciò le biblioteche di famiglia alla Queriniana, cimeli letterari e storici alle Civiche raccolte storiche - Museo del Risorgimento di Milano, reperti artistici ed etnografici rispettivamente al Museo d’arte e al Museo civico di scienze naturali sempre di Milano. Legò, inoltre, il palazzo di Adro al Comune.
Nelle biblioteche Dandolo era confluita la libreria di Mattia Butturini dalla cui vedova l’aveva acquistata Vincenzo Dandolo, anche a ricordo del legame che l’aveva unito a Butturini, estensore o revisore dei suoi scritti.
Le librerie Dandolo erano costituite da oltre 4.000 libri dal XVI al XIX secolo, come si rileva dal manoscritto ottocentesco E.IX.11 (Catalogo alfabetico della libreria Dandolo di Adro) e da un altro catalogo redatto in forma manoscritta conservato in Queriniana (Catalogo della libreria Dandolo che contiene il Catalogo dei libri lasciati dal professore Butturini, l’Appendice al catalogo, le Edizioni aldine e un altro elenco di libri privo di titolo) al quale è allegato il fascicolo manoscritto “Ricordi del c. Tullio Dandolo” relativo agli anni 1868-1870. Le librerie Dandolo erano di carattere generale: accanto ai classici greci e latini, conservavano classici italiani e stranieri (Ludovico Ariosto, Carlo Goldoni, Johann Wolfgang Goethe, ecc.), opere storiche, filosofiche e politiche in italiano, in francese e in inglese, enciclopedie, dizionari e grammatiche, codici e raccolte di leggi, periodici. Un buon numero di libri, collegati con gli interessi agrari dei collettori, riguardavano l’agricoltura e la bachicoltura, l’economia e il commercio, le scienze naturali (geologia, ecc.), la chimica e la fisica.
Il fondo Dandolo, esclusi i doppi e le opere incomplete, era stato ubicato nella sala 6 denominata “legato Dandolo”. Il materiale librario della sala in questione fu bombardato nel corso della seconda guerra mondiale, e i libri salvati dalle macerie sono stati riubicati con altra collocazione in varie sale della Queriniana. Val la pena di ricordare che in una relazione redatta l’8 agosto 1925 da monsignor Paolo Guerrini, già bibliotecario della Queriniana, il fondo era giudicato “non di entità e di importanza eccezionali”, perché privo di incunaboli e opere rare e poiché “la raccolta più importante del carteggio del conte Tullio e dei suoi figli, insieme a molte altre memorie, ricordi e cimeli fu legata al Museo del Risorgimento di Milano”.
Il fondo Dandolo comprende anche alcuni manoscritti, per lo più redatti da membri della famiglia e consistenti in saggi, ricordi autobiografici e memorie di viaggi di Tullio Dandolo e della seconda moglie, in un copialettere di Tullio Dandolo e in componimenti di Enrico Dandolo. Essi sono conservati nella sezione dei manoscritti della Queriniana. [R. Zilioli Faden]

23. Legato Pietro Da Ponte
Pietro Da Ponte (Brescia 1833 -1918), letterato e bibliofilo.

I libri già appartenuti al nobile Pietro Da Ponte furono donati dalla famiglia alla biblioteca nel 1918. Da Ponte, che aveva dato la sua collaborazione alla Queriniana, ai musei e alla pinacoteca bresciani rispettivamente come bibliotecario e come conservatore degli oggetti d’arte e antichità, aveva anche collaborato con Theodor Mommsen, quando questi attendeva alla compilazione del Corpus inscriptionum latinarum.
Secondo il registro “Protocollo della Biblioteca civica queriniana dal 5 settembre 1918 al 3 dicembre 1923” i libri della donazione “erano registrati in apposito catalogo”, ora non reperito.
La raccolta, costituita da qualche centinaio di opere di carattere letterario, storico, archeologico ed epigrafico, è stata smembrata. I manoscritti (una ventina, alcuni riguardanti la meteorologia) e gli incunaboli sono stati collocati nelle apposite sezioni della Queriniana, nei cui cataloghi sono descritti. Le edizioni successive al secolo XV sono state collocate in vari depositi della biblioteca e sono descritte nei cataloghi generali della Queriniana.
Nel legato è compreso un complesso di manoscritti autografi di Giovita Scalvini, probabilmente giunti alla famiglia per motivi di parentela (la madre di Scalvini era Faustina Da Ponte).
Per le vicende dei manoscritti scalviniani si rimanda a Fabio Danelon, “Note ” di Giovita Scalvini su “I promessi sposi”, Firenze, La Nuova Italia, 1986. Il manoscritto queriniano G.VI.16 contenente il catalogo della libreria di Scalvini non è pervenuto attraverso il legato da Ponte (vedi legato Giovita Scalvini a p. 215). [R. Zilioli Faden]

24. Legato Marco Antonio Frigerio
Marco Antonio Frigerio (Brescia 1826 -1895), patriota e uomo politico.

Il Frigerio - uno degli animatori del movimento mazziniano bresciano a partire dal 1848, e poi promotore della Società operaia di mutuo soccorso e consigliere comunale di Brescia - nel suo testamento redatto nel 1882 lasciò alla Queriniana la sua biblioteca, che comprendeva qualche manoscritto di tattica militare, carteggi, libri, opuscoli e giornali riguardanti il Risorgimento.
La libreria iniziò a pervenire alla Queriniana dal luglio 1890, corredata da un catalogo, per ora non reperito. La donazione successivamente fu completata con i materiali donati dagli eredi. Il fondo è stato smembrato, i manoscritti e i carteggi sono stati collocati nelle sezioni apposite, nei cui cataloghi sono descritti; gli stampati sono stati ubicati nei vari magazzini della Queriniana e sono descritti nei cataloghi generali della biblioteca. [R. Zilioli Faden]

25. Legato Luigi Lechi
Luigi Lechi (Brescia 1786 -1867), letterato, patriota e senatore.

Nel 1863 il conte Luigi Lechi (che fu anche presidente dell’Ateneo di Brescia) lasciò col suo testamento al Comune di Brescia una raccolta di oggetti d’arte (medaglie, bronzetti, ecc.) e una collezione di incunaboli, di edizioni di tipografie di Brescia e del Bresciano del primo Cinquecento e di libri antichi e rari riguardanti l’arte militare.
Nella raccolta sono inseriti anche alcuni volumi già di proprietà di conventi o monasteri soppressi acquistati probabilmente dal Lechi o dalla sua famiglia in epoca napoleonica. Altri testi, invece, provengono dalla stessa Queriniana: da alcune annotazioni, infatti, si rileva che quando il conte aveva già legato la raccolta alla biblioteca, questa gli concesse di acquistare suoi volumi per arricchire la sua collezione, ben sapendo che tali volumi preziosi sarebbero di lì a poco ritornati sui suoi scaffali.
La collezione è una delle più preziose della biblioteca per il grande valore di molti dei suoi pezzi (talora unici) e per la completezza della raccolta delle edizioni di ambito editoriale bresciano, che è censita nello studio dello stesso Lechi (Della tipografia bresciana del secolo decimo quinto, Brescia, Venturini, 1854).
Il legato librario, che non è stato smembrato, è giunto in biblioteca nel 1867, ed è composto da 240 unità.
Gli incunaboli sono descritti nel catalogo redatto da Ugo Baroncelli nel 1970 (vedi sezione incunaboli a p. 221); le edizioni del secolo XVI sono invece descritte nel catalogo delle cinquecentine (vedi sezione cinquecentine a p. 220) e, unitamente ad alcuni incunaboli, in Ugo Baroncelli, La stampa nella riviera bresciana del Garda nei secoli XV e XVI, Salò, Ateneo di Salò, 1964.
La biblioteca conserva anche il catalogo redatto in forma manoscritta Lechi. Collezione di libri antichi bresciani, dove sono indicate 225 edizioni bresciane dei secoli XV-XVII.
Le opere militari erano descritte nel manoscritto Catalogo di antiche opere sull’arte della guerra, ora non reperito. L’incunabolo 184 della collezione (Statuta Riperiae) è stato venduto negli anni venti dalla Queriniana ai principi Borghese. [R. Zilioli Faden]

26. Legato Evelina Martinengo Carrington
Evelina Martinengo Carrington (Bocking, Gran Bretagna, 1852 - Barbarano di Salò, Brescia, 1931), scrittrice e benefattrice.

La contessa Martinengo (moglie del conte Eugenio Cocchetti Martinengo) con disposizione testamentaria del 1924 lasciò la sua biblioteca personale alla Queriniana, e i volumi pervennero alla biblioteca nel dicembre 1936. La raccolta era costituita da circa 10.000 opere dell’Ottocento e del Novecento, perlopiù in lingua inglese e francese, rispecchianti i molteplici interessi della donatrice (romanzi e biografie, studi storici, letterari, artistici, etnografici, folklorici, classici dell’antichità e raccolte mitologiche, saggi sulle religioni orientali, testi di viaggio, opere di filosofia e antropologia, ecc.). Nel legato erano comprese anche opere sul Risorgimento (saggi sulla questione romana, corrispondenze di Vittorio Emanuele II, scritti di Carlo Cattaneo, Massimo d'Azeglio, ecc.).
La raccolta è stata ubicata in gran parte nel deposito denominato sala alfa ed è schedata nei cataloghi generali della biblioteca.
Nell’archivio della direzione dei Civici musei d’arte e storia di Brescia sono conservati alcuni elenchi manoscritti e dattiloscritti relativi alla raccolta (cartella 64, fascicolo legato contessa Evelina Martinengo). [R. Zilioli Faden]

27. Legato Alessandro Monti Della Corte

Alessandro Monti Della Corte (Brescia 1869 -1934), patrizio, avvocato e cultore di studi storici e scientifici.

Il barone Monti nel testamento olografo del 2 giugno 1933 destinò alla Queriniana un legato librario che pervenne alla biblioteca nel 1936. La raccolta era composta da circa 100 opere (per un totale intorno ai 300 volumi) relative alle scienze naturali, in italiano, inglese e francese. Nell’archivio della biblioteca sono conservati l’elenco dei libri pervenuti e un esiguo carteggio relativo alla donazione. [R. Zilioli Faden]

28. Legato Gian Battista Pagani
Gian Battista Pagani (Lonato, Brescia, 1781 - Brescia 1864), avvocato e studioso di economia e di diritto.

Il legato, pervenuto alla biblioteca nel 1864, si riferiva a quasi 5.000 volumi fra manoscritti e libri a stampa dal XV al XIX secolo, in italiano e francese e con larga preponderanza di edizioni settecentesche e ottocentesche.
La libreria, che comprende qualche autore greco, latino e italiano (Aristotele, Dante, ecc. ), è costituita in special modo da opere giuridiche ed economiche. In questi campi, accanto ai testi classici (Charles de Montesquieu, Melchiorre Gioia, ecc.), sono presenti codici, formulari, raccolte di arringhe, di regolamenti, di leggi, di decreti, di privilegi, di sentenze, repertori, manuali, storie del diritto e della giurisprudenza; studi sull'iter processuale, sul diritto matrimoniale, sul diritto testamentario, sul diritto commerciale e sulla navigazione, sull’amministrazione pubblica e privata, sulla riforma carceraria, sulle
proprietà immobiliari, sulle finanze, sul diritto comparato, ecc. La raccolta comprende inoltre storie politiche, opere scientifiche e filosofiche (di Jean-Baptiste d’Alembert, di Gottfried Wilhelm Leibnitz, di Voltaire, ecc.), trattati medici sulla pellagra e sulle malattie veneree, di fisiognomia e di fisiologia, ecc., compendi di medicina veterinaria, opere teorico-pratiche sull’agricoltura, sulla coltura dei boschi, ecc., e testi scolastici (raccolte di novelle, manuali di letteratura, di matematica, di fisica, ecc.).
La raccolta è stata smembrata; i manoscritti e gli incunaboli sono stati collocati nelle sezioni apposite, nei cui cataloghi sono descritti; i libri a stampa restanti sono confluiti in vari depositi della Queriniana e sono descritti nei cataloghi generali della biblioteca.
La consistenza originaria del fondo è ricostruibile idealmente attraverso l'inventario manoscritto curato da personale della biblioteca nell’Ottocento: catalogo dei libri del legato Pagani, an. 1864. Per quanto riguarda il carteggio si tratta di 159 lettere scritte a Pagani negli anni 1805-1863 da vari mittenti tra cui: Cesare Beccalossi, Luciano Beretta, Lodovico Bosellini, Muzio Calini, Ferdinando Cavalli, Francesco Gera, Francesco Lampato. Il carteggio comprende anche 10 lettere di altri ad altri (1779-1835) e 25 minute di lettere scritte da Pagani negli anni 1798-1863 a vari destinatari tra cui Giuseppe Saleri e il padre. [R. Zilioli Faden]

29. Legato Giambattista Passerini
Giambattista Passerini (Casto, Brescia, 1793 - Zurigo, Svizzera, 1864), filosofo.

Il 24 novembre 1864 Adolfo Gaddi, marito di Eloisa Passerini, comunicava alla Queriniana di volerle donare i libri del suocero, Giambattista Passerini, morto il 16 settembre, per assecondare il desiderio del defunto. Il 2 gennaio 1865 il bibliotecario Giambattista Zani a nome della Queriniana accettò la donazione, che pervenne in biblioteca alla fine del mese e che consisteva in una cassa di libri pesante 150 chilogrammi (cfr. Rubrica biblioteca, affari generali, 1847-1880).
Il lascito comprendeva 362 fra libri e opuscoli stampati nei secoli XVIII e XIX, molti rilegati in miscellanea, perlopiù in lingua tedesca, con larga prevalenza di testi di filosofia, teologia e psicologia. Il resto della biblioteca e le carte del Passerini sono da ritenersi dispersi o perduti (cfr. Luciano Aguzzi, Riforma religiosa, hegelismo, comunismo e il problema del Risorgimento in Italia nel pensiero e nell’opera di Giambattista Passerini. 1793-1864, Brescia, Ateneo di Brescia, 1985).
Il fondo è stato smembrato e collocato in varie sale della biblioteca. La raccolta legata alla Queriniana è ricostruibile idealmente attraverso il catalogo redatto in forma manoscritta da personale della biblioteca e coevo alla data del legato: Libri del legato Passerini. [R. Zilioli Faden]

30. Legato Antonio Sabatti

Antonio Sabatti (Gardone Valtrompia, Brescia, 1767 -1843), uomo politico ed economista.

Il fondo fu legato alla Queriniana nel 1843; il 4 agosto di quell’anno, infatti, l’Imperial regia delegazione provinciale dava comunicazione del legato alla biblioteca che, a sua volta, trasmetteva alla delegazione la perizia dei libri e di un quadro (cfr. il registro “Quiriniana biblioteca. Protocollo da 1 gennaio 1814 a tutto dicembre 1845”).
Il legato (un migliaio di libri, con prevalenza di opere settecentesche e ottocentesche in italiano e in francese) è stato smembrato in vari magazzini della biblioteca; gli incunaboli sono descritti nel catalogo a stampa di Ugo Baroncelli (Gli incunabuli della Biblioteca queriniana. Catalogo, Brescia, Ateneo di Brescia, 1970), mentre gli altri libri sono schedati nei cataloghi generali della biblioteca.
La libreria comprendeva, accanto a classici latini e greci (per lo più in traduzione) e italiani (Dante, Francesco Petrarca, Vincenzo Monti, Poliziano, ecc.), testi di diritto (codici, saggi, raccolte statutarie municipali, di leggi, di decreti e di regolamenti, ecc.), opere politiche ed economiche (studi sul commercio, sulle finanze, sull’annona, sulle miniere, sulla scienza della legislazione, sul governo, collane di classici di economia politica, ecc.), testi di statistica (topografia medico-statistica, ecc.), e di storia (sulla rivoluzione americana ecc ). Nel legato erano presenti trattati di metrologia, guide e istruzioni per agricoltori, per agrimensori, per periti delle acque e per ingegneri; opere sulla fisiologia e sulla patologia delle piante; e opere scientifiche (ottica, elettricità, ecc.).
La consistenza del lascito di Antonio Sabatti è idealmente ricostruibile attraverso due inventari manoscritti, rilegati insieme, redatti nel 1844 dal bibliotecario Giambattista Zani: Quiriniana 1844. Libri che per il dono Sabatti vi riescono duplicati (che dà indicazione di 671 volumi) e Quiriniana 1844. Libri d’origine Sabatti non duplicati (che indica 363 volumi). [R. Zilioli Faden]

31. Legato Giovita Scalvini
Giovita Scalvini (Botticino, Brescia, 1791 - Brescia 1843), letterato e patriota.

La biblioteca del primo traduttore italiano del Faust di Goethe pervenne alla Queriniana nel 1849 con un notevole ritardo rispetto alla data prevista di acquisizione.
Il legato, composto da 286 opere a stampa in 384 volumi, non comprendeva i manoscritti del letterato, che Scalvini prima di morire aveva affidato a Camillo Ugoni e a Niccolò Tommaseo (vedi legato Pietro Da Ponte a p. 211). La Queriniana conserva però un manoscritto autografo dello Scalvini (G.VI.16), pervenuto probabilmente con il legato librario. Esso, infatti, contiene (in 95 carte) il catalogo della biblioteca dello Scalvini, ricca di opere letterarie italiane, francesi, inglesi, tedesche e spagnole, e di classici dell’antichità greco-romana.
Si segnala che il bibliotecario Giambattista Zani aveva redatto nella seconda metà dell’Ottocento un elenco - ora non reperito - del legato. [R. Zilioli Faden]

32. Legato Gabriele Scovolo
Gabriele Scovolo (Brescia secolo XVIII -1831), abate e conte.

Nel testamento redatto nel 1828 lo Scovolo legò alla città di Brescia gli oggetti d'arte, i dipinti e i libri da lui raccolti. Il legato fu accettato nel 1831 con la condizione che una apposita commissione scegliesse le opere migliori mentre il resto doveva essere venduto all’asta a beneficio del Comune e dell’Ospedale di Brescia (cfr. Archivio direzione musei, Brescia, cartella 1).
La parte libraria del legato, che pare entrato in Queriniana nel 1840 (cfr. il registro “Quiriniana biblioteca. Protocollo da 1 gennaio 1814 a tutto dicembre 1845“), comprendeva pure alcuni codici religiosi medievali (manoscritti E.VII.20, E.VII.22, ecc.) e qualche incunabolo ora collocati nelle apposite sezioni nei cui cataloghi sono descritti; gli stampati dei secoli successivi sono stati ubicati nei depositi della biblioteca in maniera discontinua. Il legato era costituito, secondo il bibliotecario Filippo Garbelli, di 207 opere per un totale di 231 volumi (Brixia, Brescia, Apollonio, 1882). La libreria originaria di Scovolo, tuttavia, era presumibilmente più consistente, dato che alcuni dei suoi codici indicano numeri di catena più elevati (cfr. i manoscritti E.VII.18, E.VII.19, E.VII.22 che portano rispettivamente le note “Scovolo 1.189”, “Scovolo 876” , “Scovolo 329”). [R. Zilioli Faden]

33. Legato Rodolfo Vantini
Rodolfo Vantini (Brescia 1792-1856), architetto.

Caterina Amistani, vedova di Rodolfo Vantini, con testamento del 1859 lasciò erede della sua sostanza il fidanzato capitano Antonio Spada. Questi nel 1862 donò al Comune di Brescia, che accettò ufficialmente la donazione nel 1864, un busto marmoreo di Vantini e “una copiosa serie di libri e disegni” già del defunto, “parecchi de’ quali di sommo pregio”.
La raccolta, composta da materiale librario e documentario manoscritto e a stampa, era inventariata in un apposito elenco, forse identificabile nel Catalogo Lib[rerie] dono Vantini, dono Brozzoni, prot. 1863/48, dal quale si rileva che il fondo aveva una consistenza di 840 fra libri e opuscoli. Nella Relazione sulle condizioni della biblioteca Quiriniana (Brescia, Sterli, 1867) la medesima donazione è stimata invece in 600 volumi.
Il fondo è stato smembrato: i libri e gli opuscoli sono stati collocati in vari depositi della Queriniana e i manoscritti sono stati collocati nella sezione apposita (per questi ultimi si rimanda al contributo di Rosa Zilioli Faden, Lettere e manoscritti di Rodolfo Vantini nella Biblioteca queriniana di Brescia, in Rodolfo Vantini e l’architettura neoclassica a Brescia. Atti del convegno di studi, Brescia, 12 novembre 1992, Brescia, Ateneo di Brescia, 1995, p. 87-101).
La libreria è costituita da opere in italiano e francese per lo più del Settecento e dell’Ottocento e ha carattere letterario, storico e artistico. Essa comprende qualche classico greco e latino in traduzione, qualche classico italiano, alcuni drammi giocosi e rappresentazioni teatrali, classici dell’architettura (Leon Battista Alberti, ecc.), trattati di disegno, storie dell’architettura antica e moderna, saggi sulla pittura e sui costumi, opere storiche e di erudizione, romanzi storici e biografie, compendi scolastici, ecc.
Nel 1928 pervennero al Comune di Brescia, donate dall’ingegnere Mario Spada, anche le carte dell’architetto Vantini. Esse, già in corso di inventariazione presso la Queriniana (dove erano conservate) furono depositate nel 1992 con convenzione di deposito nell’Archivio di Stato di Brescia (dove ora sono consultabili) con altri materiali ritenuti di pertinenza dell’archivio storico civico (cfr. Leonardo Leo, Alida Salvi, Inventario del fondo Vantini conservato presso l’Archivio di Stato di Brescia, in Scritti in onore di Gaetano Panazza, Brescia, Ateneo di Brescia, 1994, p. 371-402). [R. Zilioli Faden]

34. Legato Carlo Antonio Venturi

Carlo Antonio Venturi (Brescia 1805-1864), violinista, musicologo, cultore di scienze
naturali.

Il legato, pervenuto nel 1864 per volontà testamentaria del Venturi (3 febbraio 1864), che disponeva anche la fondazione dell’Istituto filarmonico (attuale Conservatorio), è composto da quasi un migliaio di volumi e opuscoli e di numeri sparsi di periodici («Commentari dell’Ateneo di Brescia», ecc.) per lo più del Settecento e dell’Ottocento in italiano, francese e tedesco, con alcune edizioni dei secoli XVI e XVII.
Il lascito ha un carattere generale. Esso comprende classici letterari greci e latini (Callimaco, Cicerone, ecc.), italiani (Dante, Ariosto, ecc.) e stranieri (poeti romantici, ecc.); opere e saggi storici; biografie; testi di diritto (codici, ecc.); pubblicazioni celebrative e commemorative locali (per nozze, per inaugurazioni, ecc.). Due nuclei della libreria, consistenti e vicini agli interessi culturali di Venturi, sono dedicati all’ambito scientifico e tecnico e alla musica. Sono presenti, infatti, numerose opere di astronomia, di botanica, di algologia, di micologia, di geografia botanica, atlanti e cataloghi di specie naturali; studi e manuali di chimica, di farmacologia, di tossicologia, sull’agricoltura e sulla medicina veterinaria; opere di matematica e saggi sui dagherrotipi e sulla fotografia. Una sezione del Catalogo (vedi oltre) è dedicata alla musica e presenta studi di musicologia su vari temi e musicisti (musica operistica, musica strumentale, Vincenzo Bellini, Gioacchino Rossini, ecc.), numerosi spartiti (in parte editi da Giovanni Ricordi) per chitarra, per violino e per flauto, e le musiche dei più grandi compositori (Ludwig van Beethoven, Franz Joseph Haydn, Felix Mendelssohn, Rodolphe Kreutzer, ecc.). Il legato comprendeva anche pochi manoscritti, ora ubicati nella sezione apposita.
La raccolta è stata smembrata; tuttavia essa è ricostruibile attraverso un catalogo redatto in forma manoscritta e coevo al legato (Catalogo dei libri lasciati in legato alla biblioteca). Si segnala inoltre che nella cartella di documenti intitolata “Venturi, Pasini, Monti della Corte...” è contenuto in un fascicolo di 6 carte il Catalogo dei libri di compendio dell’eredità del fu cav. Carlo Antonio Venturi nel quale sono indicati 168 libri dei secoli XVII-XIX. [R. Zilioli Faden]

35. Legato Giuseppe Zanardelli
Giuseppe Zanardelli (Brescia 1826 - Toscolano Maderno, Brescia, 1903), giurista, uomo politico e ministro.

Giuseppe Zanardelli con testamento olografo del 1899 e codicillo del 1902 legava al Comune di Brescia la sua biblioteca di oltre 20.000 fra volumi e opuscoli. I materiali furono consegnati dagli esecutori testamentari (avvocati Fausto Massimini, Massimo Bonardi e Gerardo Lana) all’avvocato Ugo Da Como, che li prese in consegna come assessore delegato del Comune nel giugno 1904. I materiali pervennero alla Queriniana nel 1905. Nel corso della schedatura i libri doppi furono inviati al collegio degli avvocati di Brescia.
La biblioteca, costituita da opere ottocentesche e del primo Novecento, ha carattere eminentemente giuridico e politico. Accanto a qualche classico letterario sono presenti saggi di filosofia del diritto; raccolte di codici, di leggi e di regolamenti italiani e stranieri, di discorsi e di sedute parlamentari; i testi delle costituzioni di numerosi Stati (Ungheria, ecc.); opere sul diritto matrimoniale, sul matrimonio civile e religioso e raccolte delle decisioni della Sacra romana rota; saggi sul governo locale, sul riordinamento giudiziario, sull’amministrazione della giustizia, sulla criminalità e sulle carceri, sulle questioni sociali, sulla previdenza, sulla scuola e sull’istruzione, sulla questione romana, ecc., trattati e saggi di economia politica, di economia e statistica agraria, sul commercio; opere storiche e di critica storica su nazioni, movimenti, personaggi (giacobinismo, gesuiti, ecc.); opere commemorative (per le Dieci giornate di Brescia, ecc.).
La catalogazione dei volumi terminò nel 1929 e il legato, eliminati i doppi di cui sopra, risultò composto da 7.320 titoli pari a 10.109 volumi, come risulta dal registro Inventario legato Zanardelli redatto in forma manoscritta e conservato in biblioteca. Fino alla fusione della libreria con il patrimonio librario della Queriniana erano in uso le 16 cassette “Catalogo del legato Zanardelli” (a schede di formato Staderini). [R. Zilioli Faden]

36. Libreria Martinengo Da Barco
Martinengo Da Barco, famiglia nobile bresciana.

La libreria pervenne alla Queriniana nel 1886 (munita della sua scaffalatura) tramite gli eredi Martinengo Da Barco, esecutori testamentari del legato predisposto dal defunto conte e senatore Leopardo (Brescia 1815-1884), che donò al Comune - fra l’altro - il suo palazzo e la sua pinacoteca.
La biblioteca di famiglia, costituitasi nei secoli XV-XIX, comprendeva un importante materiale librario e documentario, manoscritto e a stampa. I 140 manoscritti e i 30 incunaboli sono confluiti nelle apposite sezioni, nei cui cataloghi sono descritti, mentre gli stampati dei secoli successivi (circa 4.000 fra libri e opuscoli) sono stati collocati in varie sale della Queriniana, in particolare nella sala decima.
La raccolta ha carattere di cultura generale e comprende opere perlopiù in italiano e francese. Accanto a una vasta sezione che interessa la storia locale e comprende anche pubblicazioni celebrative (nozze, processioni, ecc.), essa raccoglie classici latini e greci (Euripide, Tito Livio, ecc.), testi letterari italiani e stranieri (Dante, Foscolo, ecc.), opere storiche (storie di Stati, di nazioni e di movimenti, fra i quali il giacobinismo, ecc.), filosofiche e teologiche. Una buona percentuale di libri è dedicata alla teologia, alla storia della Chiesa e ai santi (martirologi, vite dei santi, in particolare Maddalena Da Barco). Nella libreria sono presenti raccolte araldiche di famiglie bresciane e del territorio veneto (alberi genealogici e ritratti), testi di diritto (codici, repertori giuridici e raccolte di leggi e di regolamenti), opere scientifiche sulla chimica, sulla mineralogia e sulla tecnica, cabalistiche e di astronomia, almanacchi di varie città (Roma, Cremona, ecc.), pubblicazioni delle accademie (eccitati, erranti, ecc.).
Il fondo manoscritto comprende, oltre a numerose cronache, una ricca documentazione sulla storia di Brescia e della famiglia Martinengo (ad esempio la voluminosa opera inedita di Teodoro Damadeno) e un’ampia serie di studi di trigonometria, di geometria, di astronomia, di chimica e di alchimia, testi cabalistici, di geomanzia e di chiromanzia. È presente anche un portolano di Gianbattista Agnese.
La consistenza della libreria è ricostruibile attraverso l’Inventario dei libri legati dal benemerito signor conte Leopardo Martinengo alla biblioteca queriniana, redatto in forma manoscritta da personale della biblioteca nel 1886 e al quale sono allegate alcune carte relative agli incunaboli e alle opere incomplete. L’Inventario rimanda ai cataloghi della libreria compilati nel secolo precedente dall’abate Baldassarre Zamboni e dà notizia delle variazioni verificatesi indicando anche “stampe e disegni a mano” non conservati in biblioteca. I cataloghi di Zamboni (1724-1797) corrispondono ai manoscritti queriniani K.II.7: Catalogo della libreria Martinengo di Barco in cui i libri sono distribuiti secondo le materie, H.III.6: Indici de’ codici manoscritti della libreria Martinengo e allo stampato La libreria di S. E. il N. H. il signor Leopardo Martinengo, patrizio veneziano etc..., Brescia, Pietro Vescovi, 1778. Anche i manoscritti queriniani I.I.3, I.II.25, I.III.25 contengono indici della libreria Martinengo. Nel manoscritto K.I.7 (manoscritti Martinengo) redatto nel secolo xx sono rilevate le concordanze fra le vecchie e le attuali segnature di collocazione.
Si segnalano, inoltre, il manoscritto Fe 58 A m 7 contenente la cabala Tavole per trovar prontamente sul catalogo grande qualunque volume della libreria Martinengo da Barco, 1819, il carteggio Leopardo Martinengo Da Barco (?-1698), composto da circa 300 lettere scritte da vari mittenti al conte nella seconda metà del secolo XVII, e il carteggio Francesco Martinengo Da Barco (?-1810), ricco di circa 1.200 lettere scritte da vari mittenti a Francesco Martinengo Da Barco e ai suoi familiari negli anni 1769-1810. [R. Zilioli Faden]

37. Raccolta Giovanni Battista Faroni

Giovanni Battista Faroni (Brescia secolo XIX), memorialista e verseggiatore.

Il Faroni con testamento del 3 gennaio 1861 legò alla biblioteca i manoscritti dei suoi lavori in prosa e in versi, che, in numero di 187 (tutti di piccola mole e suddivisi cronologicamente) pervennero dopo il 1866 (data presumibile della morte del donatore).
La raccolta è stata mantenuta unita e collocata nella sezione dei manoscritti nel cui catalogo è inventariata. La raccolta comprende anche la trascrizione di documenti relativi a usi, costumi, vicende contemporanee curata dallo stesso Faroni. Si riferiscono agli anni 1840-1861 i manoscritti L.V.1-110 e agli anni 1861-1866 quelli segnati L.IV.1-77. [R. Zilioli Faden]

38. Schede Andrea Valentini
Andrea Valentini (Brescia ? 1820 -1909), distributore della Queriniana e bibliofilo.

Il piccolo fondo comprende 52 volumetti manoscritti, quasi tutti autografi di Andrea Valentini, intitolati Nuova biobibliografia degli scrittori bresciani, principiata I’an. 1880, riveduta ed aumentata la quarta volta nell’anno 1896, di nuovo copiata ed aumentata l’anno 1903.
I manoscritti (ormai logori e comunemente detti “scrittori bresciani”) sono costituiti dalle schede, ordinate alfabeticamente e rilegate, che Valentini redasse sugli autori bresciani, su istituzioni e “cose” notevoli legate o peculiari alla città (accademie, ecc.). Le schede contengono note storiche, biografiche e bibliografiche, con particolare riferimento al patrimonio librario e documentario posseduto dalla Queriniana, che Valentini, infaticabile autodidatta, conosceva perfettamente. [R. Zilioli Faden]

39. Sezione artistica

La sezione artistica, comunemente detta SA, è stata istituita nel 1924, è conservata in un apposito magazzino e contiene circa 10.000 fra libri e opuscoli stampati nei secoli XVI-XX. Il nucleo dei testi più antichi (secoliXVI-XVII) è quantitativamente poco rilevante e non è soggetto a incremento.
La sezione è costituita da monografie e studi relativi alla storia dell’arte antica, moderna e contemporanea dell’area geografica italiana, mediterranea ed europea. Sono episodicamente toccati l’Oriente, in particolare il mondo indiano, e altre civiltà extraeuropee (civiltà precolombiane, ecc.).
Nell’ambito delle arti minori, delle arti applicate e dell’artigianato sono presenti testi riferiti a numismatica, miniatura, legatura, incisione, oreficeria, antiquariato (arazzi, tappeti, mobili, ceramiche), parchi e giardini, dimore storiche, disegno industriale, ornato, serigrafia, fotografia e cinema.    
La sezione comprende, oltre a classici in edizione originale (Giovanni Battista Piranesi, Lodovico Antonio Muratori, ecc.), manuali e repertori, studi generali e monografici, cataloghi di mostre, esposizioni, rassegne e manifestazioni, cataloghi di musei, raccolte private e pubbliche, descrizioni di edifici e siti monumentali sia in edizioni economiche che di lusso.
In parte esclusa dal prestito, la sezione è soggetta a incremento ed è schedata nel catalogo della biblioteca. L’esame complessivo dei materiali della sezione è attuabile attraverso il suo catalogo topografico. [R. Zilioli Faden]

40. Sezione bresciana

La sezione bresciana, comunemente detta SB, è una raccolta istituita alcuni decenni orsono e dedicata a documentare la storia e le tradizioni - intese nel senso più ampio - della città e della provincia e lo sviluppo delle loro istituzioni civili e religiose dai primordi al periodo contemporaneo.
Iniziata concentrando in un apposito magazzino i volumi provenienti dai vecchi fondi della biblioteca, la SB si è accresciuta attraverso legati novecenteschi diversi (Arnaldo Gnaga, Alessandro Sina, Paolo Guerrini, ecc.), doni di autori, istituzioni ed enti diversi, acquisti, accessioni per diritto di stampa. Essa è composta da oltre 14.000 fra libri e opuscoli ed è soggetta a un costante e massiccio incremento. Il nucleo più rilevante è costituito da edizioni ottocentesche e novecentesche; più limitata è la consistenza degli stampati più antichi (edizioni dei secoli XVII e XVIII). La sezione comprende anche riproduzioni fotostatiche, ciclostilati, calendari, manifestini, numeri unici.
Di particolare interesse per completezza e rarità sono le serie di almanacchi, diari e decadari bresciani dalla fine del Settecento a tutto l’Ottocento, le edizioni di stamperie e tipografie bresciane (Bettoni, Quadri, Bendiscioli, Bersi, La Minerva, ecc.), gli opuscoli celebrativi o commemorativi (per nozze, morti, ecc.) di circolazione prevalentemente locale.
La sezione è schedata nel catalogo della biblioteca. E una visione unitaria di tutto il materiale che la forma la si può avere attraverso il catalogo topografico della sezione.
Va inoltre segnalato che nelle sale storiche della Queriniana si conservano altri importanti materiali riguardanti la storia locale, pervenuti attraverso lasciti, doni e acquisti per lo più ottocenteschi. Ad essi si aggiungono alcuni testi rari e di pregio conservati nella sezione rari e le collezioni di periodici locali conservate nelle serie dei periodici. [R. Zilioli Faden]

41. Sezione cinquecentine

La sezione cinquecentine è stata creata alcuni decenni orsono concentrando in un unico deposito un buon numero di edizioni del secolo XVI tratte dai magazzini della biblioteca, dove non avevano una collocazione fìsica idonea o adeguatamente protetta, e dagli scaffali dove giacevano le cinquecentine salvate dai bombardamenti o disubicate dai legati originari, smembrati per essere fusi con le raccolte preesistenti della Queriniana. Nel corso dell’operazione venne data la precedenza alle cinquecentine stampate a Brescia e provincia.
Ormai da alcuni anni la sezione non è abitualmente incrementata, poiché è prevalso il principio di non intervenire nella stratificazione dei fondi della biblioteca variando arbitrariamente le collocazioni dei libri. Ne consegue che ora solo i rarissimi acquisti sul mercato antiquario o opere ormai da molto tempo disubicate entrano, di norma, a far parte della sezione.
La sezione comprende circa 1.750 fra libri e opuscoli (dati della revisione 1992) ed è dotata di un apposito catalogo.
Si segnala, inoltre, che un centinaio di cinquecentine sono conservate nel legato Luigi Lechi (vedi scheda a p. 212) e che nei diversi depositi della biblioteca esistono circa 5.700 altre cinquecentine non bresciane, come risulta da un inventario redatto fra il 1990 e il 1991 e ripartito topograficamente (che contiene le segnature di collocazione, il luogo e la data di stampa).
Le cinquecentine non collocate nella sezione specifica sono catalogate nei cataloghi generali della biblioteca e, in percentuale minore, nel catalogo delle cinquecentine al quale si è precedentemente accennato e la cui esecuzione è ormai in corso da molti anni. [R. Zilioli Faden]

42. Sezione incunaboli

La sezione comprende 1.724 incunaboli (nel numero sono inclusi i duplicati). La provenienza delle opere non è sempre documentabile. Le opere del fondo primitivo (secolo XVIII) della biblioteca e quelle acquisite nella prima metà dell’Ottocento, infatti, raramente  recano timbri o note di provenienza, come quelle sottoposte a restauro fino agli anni venti del Novecento, poiché in esse non sono state conservate o trascritte le note vergate sui piatti o sui fogli di guardia delle legature sostituite o restaurate. Per questo motivo non è ricostruibile nella sua completezza nemmeno la consistenza del lascito del fondatore, cardinale Angelo Maria Querini, dato che gli sono attribuibili con sicurezza solo tre degli incunabuli della sezione.
È, invece, riconoscibile l’origine dei libri provenienti dai lasciti ottocenteschi e novecenteschi di nobili e studiosi bresciani (Antonio Sabatti, Muzio Calini, Luigi Lechi, Leopardo Martinengo, Diogene Valotti, ecc.), dell’edizione ebraica di Gershon Soncino (Brescia 1491) donata nel 1854 dal rabbino padovano Daniel Samuel Luzzatto e dei circa cinquanta incunaboli acquistati dalla biblioteca. Cinque incunaboli sono inoltre giunti dai  Civici musei d’arte e storia, quasi a ideale risarcimento dei codici miniati e delle migliaia  di stampe del cardinale Querini passati ai musei d’arte. Gli incunaboli pervenuti dall’archivio storico civico sono, invece, in questi ultimi anni ritornati nella loro sede primitiva.
Il numero degli incunaboli pervenuti a causa delle soppressioni delle corporazioni religiose verificatesi nel periodo napoleonico e nel 1866 e del conseguente trasferimento delle loro biblioteche in Queriniana supera di gran lunga quello degli incunaboli acquisiti in altro modo. Di particolare rilievo sono gli incunaboli pervenuti dai monasteri benedettini di san Faustino maggiore e di santa Eufemia e dai carmelitani scalzi di san Pietro e santa Teresa in Oliveto.
Il pregio della raccolta queriniana è basato, oltre che sulla bellezza di molti esemplari, sul cospicuo numero di opere rarissime o uniche e sul fatto che nessuna biblioteca italiana o straniera può competere con la Biblioteca civica queriniana per il numero delle edizioni di Brescia e delle tipografie della provincia (Portese e Toscolano) da essa possedute: 163, 259 con i duplicati. La serie degli incunaboli bresciani è integrata dalle riproduzioni facsimilari, fotografiche o su altro supporto di esemplari non posseduti dalla biblioteca.
Gli incunaboli sono catalogati nel volume Ugo Baroncelli, Gli incunabuli della biblioteca queriniana. Catalogo, Brescia, Ateneo di Brescia, 1970, il quale comprende anche i 135 incunaboli del legato Luigi Lechi (vedi scheda a p. 212).
Nella biblioteca sono conservati anche l’obsoleto catalogo, iniziato nel 1862, redatto in forma manoscritta che segnala 717 incunaboli in ordine topografico e, nella sezione dei manoscritti, il catalogo redatto da Vincenzo Bighelli fra la fine del Settecento e il primo decennio dell’Ottocento (ms. H.IV.16, Catalogo de’ libri del secolo XV). Sono riprodotti su cd rom gli incunaboli A IV 1; A IV 3; C V 5;C V 10; C V 15; F V 5; Lechi 197; l’incunabolo G V 15 è stato riprodotto in facsimile (Francesco Petrarca, Il Canzoniere. I Trionfi. Edizione anastatica dell’incunabolo queriniano G. V. 15 (Venezia, Vindelino da Spira), Brescia, Grafo, 1995. [R. Zilioli Faden]

43. Sezione rari

La sezione è stata creata alcuni decenni orsono per raccogliere materiali rari antichi o di pregio non ubicabili in altri magazzini o sezioni della biblioteca.
La sezione è composta da circa 800 unità inventariali che comprendono serie di acqueforti, riproduzioni facsimilari di manoscritti (ad esempio i codici della Biblioteca trivulziana, la Bibbia di Borso d’Este, i manoscritti di Leonardo da Vinci), edizioni nazionali (Opere di Gabriele D’Annunzio, ecc.), edizioni rare dei secoli XVII-XX o esemplari preziosi per le incisioni, le illustrazioni, il materiale scrittorio.
La sezione contiene anche numerose edizioni rare bresciane, manoscritti ed edizioni musicali dei secoli XVI-XVII, periodici antichi e moderni rari in originale o in riproduzione (il «Giornale democratico» e il «Nuovo giornale democratico», 1797, «La Frusta democratica», 1798, «Il Redattore del Mella», 1805-1808, «La Vittoria», 1848, «Avanti!», 1943-1945, ecc.), stemmari. Sono presenti diversi dattiloscritti, numeri unici e ciclostilati per lo più di circolazione locale.
I materiali conservati nella sezione sono descritti nei cataloghi generali della biblioteca. L’esame complessivo della sezione è attuabile attraverso la consultazione del suo catalogo topografico. [R. Zilioli Faden]