Non si tocca la frutta nei supermercati però i culi nelle metropolitane
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Risorsa locale

Carnaroli, Alessandra

Non si tocca la frutta nei supermercati però i culi nelle metropolitane

Abstract: Dobbiamo girare Con una sveglia al collo La scritta toccami Ma solo Per qualche secondo Ogni giorno siamo colpiti da un'infinità di fatti di cronaca, a volte gravissimi, ma che si estinguono veloci, bruciati da sempre nuove violenze e tragedie. Nei versi di Alessandra Carnaroli li ritroviamo tutti, resi nella loro cruda e scarnificata essenza. Le atrocità delle guerre, le violenze domestiche, le volgarità della vita di tutti i giorni vengono descritte senza mai distogliere lo sguardo, con un'oggettività che sorge dall'impietosa messa a fuoco delle parole, e che trova l'unico sfogo in una fredda ironia o in clausole di feroce sarcasmo. Può cambiare l'ordine di grandezza, ma ciò che accomuna le guerre in Ucraina e a Gaza, i femminicidi e le alluvioni, le storture dei rapporti familiari o una sciagurata giornata al mare va sempre cercato nella vulnerabilità degli esseri umani e nella loro parallela e incessante capacità di produrre disastri. L'orrore insostenibile è l'altra faccia della banalità del quotidiano, aspetti che si sovrappongono (e rimano) in modo inquietante. Tra madri poco materne, paesi allagati e vittime innocenti scorgiamo molti volti a noi simili, una folla di cui non possiamo illuderci di non far parte.


Titolo e contributi: Non si tocca la frutta nei supermercati però i culi nelle metropolitane

Pubblicazione: EINAUDI, 18/03/2025

EAN: 9788806263812

Data:18-03-2025

Nota:
  • Lingua: italiano
  • Formato: EPUB con DRM Adobe

Nomi:

Dati generali (100)
  • Tipo di data: data di dettaglio
  • Data di pubblicazione: 18-03-2025

Dobbiamo girare Con una sveglia al collo La scritta toccami Ma solo Per qualche secondo Ogni giorno siamo colpiti da un'infinità di fatti di cronaca, a volte gravissimi, ma che si estinguono veloci, bruciati da sempre nuove violenze e tragedie. Nei versi di Alessandra Carnaroli li ritroviamo tutti, resi nella loro cruda e scarnificata essenza. Le atrocità delle guerre, le violenze domestiche, le volgarità della vita di tutti i giorni vengono descritte senza mai distogliere lo sguardo, con un'oggettività che sorge dall'impietosa messa a fuoco delle parole, e che trova l'unico sfogo in una fredda ironia o in clausole di feroce sarcasmo. Può cambiare l'ordine di grandezza, ma ciò che accomuna le guerre in Ucraina e a Gaza, i femminicidi e le alluvioni, le storture dei rapporti familiari o una sciagurata giornata al mare va sempre cercato nella vulnerabilità degli esseri umani e nella loro parallela e incessante capacità di produrre disastri. L'orrore insostenibile è l'altra faccia della banalità del quotidiano, aspetti che si sovrappongono (e rimano) in modo inquietante. Tra madri poco materne, paesi allagati e vittime innocenti scorgiamo molti volti a noi simili, una folla di cui non possiamo illuderci di non far parte.

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