Messaggio di benvenuto al catalogo.
Tatà Valérie Perrin
Domani, domani Francesca Giannone
Come l'arancio amaro Milena Palminteri
La portalettere Francesca Giannone
Il canto dei cuori ribelli Thrity Umrigar
La casa dei silenzi romanzo di Donato Carrisi
Risplendo non brucio romanzo di Ilaria Tuti
Lui, lei e il paradiso Sveva Casati Modignani
La ragazza nascosta Lucinda Riley
Cambiare l'acqua ai fiori Valérie Perrin
Tatà Valérie Perrin
La catastrofica visita allo zoo Joël Dicker
Il canto dei cuori ribelli Thrity Umrigar
Come l'arancio amaro Milena Palminteri
Il Dio dei nostri padri Aldo Cazzullo
Socrate, Agata e il futuro Beppe Severgnini
Tutta la vita che resta Roberta Recchia
Il giorno dell’ape Paul Murray
La felicità nei giorni di pioggia Imogen Clark
Onesto Francesco Vidotto
“Libero! Libero di esprimere la mia opinione, libero di scrivere ciò che penso, libero di leggere ciò che voglio, libero di decidere cosa votare”.
“La giustizia sì […], ma anche la libertà, altrimenti che giustizia è se nega il più alto dei diritti? Ogni forma di totalitarismo, di qualunque ideala si vesta, minaccia la libertà”.
(Parole di Franco Passarella tratte da “Il partigiano tradito” di Anna Maria Catano, p. 114)
Quella del giovanissimo Franco Passarella è una pagina scomoda e incredibilmente triste nella storia della Resistenza bresciana. È il 19 giugno 1944 quando il diciottenne lascia la famiglia e la casa a Brescia per unirsi alle brigate partigiane di montagna contro l’oppressione fascista e l’occupazione nazista. A causa delle emorragie al naso di cui soffre sin da bambino, è esentato dal servizio militare e potrebbe quindi solo pensare a mettersi al sicuro, lasciando fare la guerra agli altri. Ma lui vuole essere un partigiano, come ripete con convinzione alla madre e alla sorella. E allora, appena sostenuti gli orali di maturità al liceo classico Arnaldo di Brescia, parte. Vuole andare incontro ai “ribelli per amore”, ai resistenti che scelgono, tra mille pericoli, di battersi per un puro ideale di giustizia e di libertà. In Val Camonica, un destino avverso e crudele gli fa però incontrare la banda di Solato, un gruppo di violenti che ha aderito alle Fiamme Verdi, e la sua vita da ribelle giunge a una fine prematura e inaccettabile.
Con “Il partigiano tradito” (San Paolo, 2024), Anna Maria Catano racconta la storia dello zio Franco in un coinvolgente romanzo storico che ci conduce dapprima nella Brescia del fascismo e della guerra e, poi, sui sentieri montuosi della Resistenza, per rinnovare la memoria di un coraggioso ragazzo innamorato della libertà. La toccante e dura vicenda è arricchita da capitoli in cui l’autrice, riportando le testimonianze da lei raccolte a Brescia e in Val Camonica, ricostruisce le dinamiche della morte dello zio e mette in luce le controversie che nel dopoguerra hanno impedito alla verità sui fatti di emergere. Completano il volume una prefazione di monsignor Domenico Sigalini, vescovo emerito di Palestrina, e un’introduzione dello storico Mimmo Franzinelli.
La recensione completa la trovate qui: https://www.bresciasilegge.it/franco-passarella-il-partigiano-tradito-anna-maria-catano/
L’8 settembre 1943 segna una tappa spartiacque nella storia dell’Italia. Con la firma dell’armistizio, il Paese inizia una sanguinosa guerra civile che si concluderà dopo 600 lunghi giorni. C’è un primo e un dopo questo momento che vede schierati italiani contro italiani, padri contro figli. E le donne? Quale fu il loro ruolo? Cosa è rimasto delle loro testimonianze?
A rispondere a queste domande ci pensa Claudia Speziali nel libro “Regolari e irregolari. Donne della Repubblica sociale italiana” (Liberedizioni, 2024), che ricostruisce, attingendo a fonti storiografiche e memorialistiche, la figura delle donne che seguirono Mussolini negli ultimi mesi della Seconda Guerra Mondiale e che vennero per lo più dimenticate in quanto subirono non solo l’onta di essere donne, ma anche quella di essere state dalla parte sbagliata della Storia. Il riferimento non è quindi unicamente alle partigiane, che hanno portato aiuto e sostegno e che hanno combattuto a fianco degli uomini; da questo libro emergono anche le figure delle violente e imperturbabili ausiliarie che hanno avuto il “merito” – se di merito si può parlare – di aver dimostrato quanto sia falso lo stereotipo che vuole la donna, per natura, estranea alla violenza.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/regolari-e-irregolari-claudia-speziali/
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