Classe 1991, vive tra Brescia e la Franciacorta. Ha studiato letteratura inglese e tedesca, laureandosi con una tesi sui rapporti fra la cultura tedesca e il nazionalsocialismo. Nutre un amore sconfinato per la storia, in particolare per quella della Resistenza italiana. Ha esordito con il libro di racconti “La memoria della cenere” (Morellini, 2016). Tra il 2018 e il 2024 ha pubblicato con Edikit quattro romanzi che compongono una saga familiare ambientata in terra bresciana durante l’arco del Novecento: “Figli della Lupa”, “Vento porpora”, “La fedeltà dell’edera” e “Come musica azzurra”. Curiosa e irrequieta, trova equilibrio, energia e ispirazione nella musica rock e metal. Non può stare per troppo tempo senza queste tre cose: rivedere Roma, scarpinare in montagna e stravolgere qualche abitudine.
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شامل کے گئے حالیہ جائزے
Come pietra - Romana Massetti
«…Non vedo alcuna ragione per cui a un paese dovrebbe essere permesso di diventare marxista perché il suo popolo è irresponsabile. La questione è troppo importante perché gli elettori cileni possano essere lasciati a decidere da soli.» (H. Kissinger)
Con questa citazione del 1970 attribuita a Henry Kissinger, allora vice presidente Usa dell’amministrazione Nixon, prende l’avvio il bel libro dell’insegnante di lettere nata e cresciuta a Chiari Romana Massetti, intitolato “Come pietra” (Argento Vivo, 2024) e ambientato tra Brescia e il Cile. Già dall’incipit è chiaro che il romanzo, opera di finzione letteraria, attinge a piene mani alla Storia, evidenziando le pesanti ingerenze statunitensi nella politica cilena degli anni Settanta del secolo scorso. Il romanzo d’esordio di Romana Massetti (laureatasi in storia all’Università degli Studi di Milano con una tesi proprio su Salvador Allende) ci aiuta a calarci nei fatti storici del Cile durante il golpe.
Ambientato dunque nel triste autunno del ‘73, il libro narra di un Paese consapevole e pronto all’imminente tragedia. Le notizie di un intervento militare si susseguono, la resistenza è all’erta e la stampa internazionale invia osservatori. Sandro Pietra è uno di questi. Giornalista, antifascista, corrispondente di una prestigiosa testata italiana, si trova a Santiago a documentare la crisi, a tessere relazioni e a raccogliere documentazione. Nel famigerato 11 settembre nulla è possibile contro la ferocia dei militari e la potenza dei blindati. Sin da subito Pietra entra nel mirino dei militari sia per gli articoli che invia in Italia, sia per i suoi rapporti con gli ambienti della resistenza. Il suo caro amico e collega cileno viene prelevato nella redazione di un giornale di sinistra e scompare. Le sue ricerche portano Pietra a scoprire cosa avviene all’interno dell’Estadio Nacional, le torture, le fosse comuni.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/come-pietra-romana-massetti/
La strage di Piazzale delle Pannocchie - Roberto di Martino
«Adesso si trovava lì, coinvolto in qualche cosa di ignoto e di imprevedibile, per realizzare qualcosa, non sapeva bene di quale contenuto, che probabilmente non corrispondeva minimamente ai suoi pensieri e alle sue aspirazioni. Tutto questo, per la stupida idea di continuare ad avere un ruolo nell’ambiente sociale di cui faceva parte, che non lo costringesse a sputarsi addosso quando si guardava allo specchio.»
(Roberto Di Martino, “La strage di Piazzale delle Pannocchie”, p. 76)
Provincia di Brescia, primi anni 70. Goffredo è un diciottenne riservato e insicuro che, più che altro per potersi sentire parte di un collettivo, nel tempo libero frequenta un gruppo di coetanei di estrema destra. Sono i tumultuosi anni dei terrorismi politici, delle bombe e dei sequestri, in cui anche solo intrattenersi con dei giovani che sbandierano slogan neofascisti e si limitano a fare a botte coi rossi può avere gravi conseguenze. Anche per uno come Goffredo, che nonostante le sue frequentazioni si dichiara fermamente contrario a qualsiasi forma di violenza. Qualcuno che nella gerarchia dell’eversione nera sta molto più in alto del suo gruppuscolo di amici ha infatti messo gli occhi su di lui, convinto che la sua indole remissiva lo renda l’individuo perfetto a cui affidare un’atroce missione. Goffredo si ritroverà quindi presto invischiato in una trama ben più grande di lui, che stravolgerà per sempre la sua pacata esistenza e lo porterà a macchiarsi di un delitto terribile.
Con il romanzo “La strage di Piazzale delle Pannocchie” (LuoghInteriori, 2024), lo scrittore e magistrato Roberto Di Martino, ligure per nascita e bresciano d’adozione, ricostruisce, attraverso la coinvolgente vicenda del suo giovane protagonista, un verosimile attentato di matrice neofascista nel Nord Italia degli anni settanta. In ogni pagina, l’autore trasfonde la sua profonda conoscenza dei metodi e dell’organizzazione dell’eversione nera, maturata seguendo diversi processi per terrorismo, in particolare quello per la strage di piazza Loggia a Brescia del 28 maggio 1974.
Il suo è un libro duro e potente, confezionato con una scrittura asciutta che, restituendo le atmosfere dell’Italia degli anni di piombo, ripercorre un tragico capitolo del passato del nostro paese e fornisce al contempo importanti spunti di riflessione per leggere le ombre del presente.
La recensione completa la trovate qui: https://www.bresciasilegge.it/roberto-di-martino-piazzale-delle-pannocchie/
Lacrime sottratte alla pioggia - Davide Lombardi
L’avvocato Francesco Facchetti è un personaggio fuori dalle righe. Meteoropatico, musone e spesso imbronciato, è una di quelle persone a cui bisogna prestare attenzione quando gli si comunica una notizia, onde evitare cambi di umore improvvisi. Ma ha anche un grande dono. Riesce a vedere i particolari, a leggere i volti dei propri clienti, a notare elementi che ai più sfuggirebbero, anche con l’aiuto di una lente di ingrandimento.
Nato dalla penna superlativa del chirurgo Davide Lombardi, desenzanese di origini ma bresciano di adozione, classe 1975, questo bizzarro avvocato è protagonista di una trilogia di romanzi pubblicati tutti – curiosamente – nel 2024 da Marco Serra Tarantola editore. “Camera chiusa in spazio aperto“, “Una classe maledetta” e “Lacrime sottratte alla pioggia” sono una saga degna di attenzione che amalgama personaggi diversi tra loro, con storie ispirate dall’attualità e dalla cruda realtà.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/trilogia-davide-lombardi/
Una classe maledetta - Davide Lombardi
L’avvocato Francesco Facchetti è un personaggio fuori dalle righe. Meteoropatico, musone e spesso imbronciato, è una di quelle persone a cui bisogna prestare attenzione quando gli si comunica una notizia, onde evitare cambi di umore improvvisi. Ma ha anche un grande dono. Riesce a vedere i particolari, a leggere i volti dei propri clienti, a notare elementi che ai più sfuggirebbero, anche con l’aiuto di una lente di ingrandimento.
Nato dalla penna superlativa del chirurgo Davide Lombardi, desenzanese di origini ma bresciano di adozione, classe 1975, questo bizzarro avvocato è protagonista di una trilogia di romanzi pubblicati tutti – curiosamente – nel 2024 da Marco Serra Tarantola editore. “Camera chiusa in spazio aperto“, “Una classe maledetta” e “Lacrime sottratte alla pioggia” sono una saga degna di attenzione che amalgama personaggi diversi tra loro, con storie ispirate dall’attualità e dalla cruda realtà.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/trilogia-davide-lombardi/
Camera chiusa in spazio aperto - Davide Lombardi
L’avvocato Francesco Facchetti è un personaggio fuori dalle righe. Meteoropatico, musone e spesso imbronciato, è una di quelle persone a cui bisogna prestare attenzione quando gli si comunica una notizia, onde evitare cambi di umore improvvisi. Ma ha anche un grande dono. Riesce a vedere i particolari, a leggere i volti dei propri clienti, a notare elementi che ai più sfuggirebbero, anche con l’aiuto di una lente di ingrandimento.
Nato dalla penna superlativa del chirurgo Davide Lombardi, desenzanese di origini ma bresciano di adozione, classe 1975, questo bizzarro avvocato è protagonista di una trilogia di romanzi pubblicati tutti – curiosamente – nel 2024 da Marco Serra Tarantola editore. “Camera chiusa in spazio aperto“, “Una classe maledetta” e “Lacrime sottratte alla pioggia” sono una saga degna di attenzione che amalgama personaggi diversi tra loro, con storie ispirate dall’attualità e dalla cruda realtà.
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La tomba del cane - Gian Luca D'Aguanno
È forse uno dei luoghi più curiosi della città per la sua architettura insolita e per quel nome difficilmente spiegabile: la Tomba del Cane. Appollaiato sul monte Maddalena, a due passi dal centro, ma in posizione sufficientemente elevata da sovrastare la città ed essere riconoscibile a distanza, il monumento caratterizza lo skyline cittadino da quando, nel 1860, fu costruito su progetto di Rodolfo Vantini per ospitare le spoglie (che mai vi furono deposte) di Angelo Bonomini. Proprio questo enigmatico cenotafio, con i suoi misteri, è il nucleo attorno a cui si sviluppa l’appassionante vicenda del nuovo romanzo di Gianluca D’Aguanno, “La Tomba del Cane” (Mannarino Editore, 2025), terzo capitolo della saga poliziesca del fascinoso Capitano Spadafora.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/tomba-del-cane-gianluca-daguanno/
La città esclusa - Giancarlo Zappa
La fiducia in un carcere “utile” è alla base del pensiero di Giancarlo Zappa, “il padre dell’ordinamento penitenziario”. Così lo definisce Monica Calli, presidente del Tribunale di Sorveglianza di Brescia, nell’introduzione alla nuova edizione de “La città esclusa” (Vannini Editrice, 2023), volume pubblicato in origine nel 2000 per la casa editrice La Quadra, in cui il magistrato analizza il rapporto tra comunità bresciana e questione carceraria nel XIX secolo, tracciando la propria visione del sistema penitenziario.
“Il carcere tradizionale, isolato, demonizzato, rifiutato era ed è l’università del crimine e rende così un pessimo servizio alla società”, sostiene Zappa che, dal 1987 al 1997, è stato responsabile della magistratura di Sorveglianza a Brescia. Per l’ordinamento erano anni di grande sperimentazione. Solo a partire dal 1975, infatti, l’esecuzione delle pene detentive iniziò a essere sottoposta alla vigilanza di un magistrato a tempo pieno, con una prima apertura concreta alle misure alternative al carcere.
La ristampa de “La città esclusa”, curata da Silvana Bini e Claudio Cambedda, riporta all’attenzione che merita il pensiero di Giancarlo Zappa, a testimonianza di una fase storica in cui la piena attuazione all’articolo 27 della Costituzione era un obiettivo condiviso da ampi segmenti della magistratura e delle istituzioni. La pena, intesa come “fatto sociale” e finalizzata alla rieducazione, appariva un traguardo possibile, da rivendicare nell’interesse dell’intera comunità. A distanza di anni, quella stagione sembra irrimediabilmente conclusa. Eppure le esigenze che la muovevano rimangono intatte anche nell’Italia di oggi, così come le criticità umanitarie e logistiche del sistema carcerario.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/la-citta-esclusa-giancarlo-zappa/
Il partigiano tradito - Anna Maria Catano
“Libero! Libero di esprimere la mia opinione, libero di scrivere ciò che penso, libero di leggere ciò che voglio, libero di decidere cosa votare”.
“La giustizia sì […], ma anche la libertà, altrimenti che giustizia è se nega il più alto dei diritti? Ogni forma di totalitarismo, di qualunque ideale si vesta, minaccia la libertà”.
(Parole di Franco Passarella tratte da “Il partigiano tradito” di Anna Maria Catano, p. 114)
Quella del giovanissimo Franco Passarella è una pagina scomoda e incredibilmente triste nella storia della Resistenza bresciana. È il 19 giugno 1944 quando il diciottenne lascia la famiglia e la casa a Brescia per unirsi alle brigate partigiane di montagna contro l’oppressione fascista e l’occupazione nazista. A causa delle emorragie al naso di cui soffre sin da bambino, è esentato dal servizio militare e potrebbe quindi solo pensare a mettersi al sicuro, lasciando fare la guerra agli altri. Ma lui vuole essere un partigiano, come ripete con convinzione alla madre e alla sorella. E allora, appena sostenuti gli orali di maturità al liceo classico Arnaldo di Brescia, parte. Vuole andare incontro ai “ribelli per amore”, ai resistenti che scelgono, tra mille pericoli, di battersi per un puro ideale di giustizia e di libertà. In Val Camonica, un destino avverso e crudele gli fa però incontrare la banda di Solato, un gruppo di violenti che ha aderito alle Fiamme Verdi, e la sua vita da ribelle giunge a una fine prematura e inaccettabile.
Con “Il partigiano tradito” (San Paolo, 2024), Anna Maria Catano racconta la storia dello zio Franco in un coinvolgente romanzo storico che ci conduce dapprima nella Brescia del fascismo e della guerra e, poi, sui sentieri montuosi della Resistenza, per rinnovare la memoria di un coraggioso ragazzo innamorato della libertà. La toccante e dura vicenda è arricchita da capitoli in cui l’autrice, riportando le testimonianze da lei raccolte a Brescia e in Val Camonica, ricostruisce le dinamiche della morte dello zio e mette in luce le controversie che nel dopoguerra hanno impedito alla verità sui fatti di emergere. Completano il volume una prefazione di monsignor Domenico Sigalini, vescovo emerito di Palestrina, e un’introduzione dello storico Mimmo Franzinelli.
La recensione completa la trovate qui: https://www.bresciasilegge.it/franco-passarella-il-partigiano-tradito-anna-maria-catano/
"Regolari" e "irregolari" - Claudia Speziali
L’8 settembre 1943 segna una tappa spartiacque nella storia dell’Italia. Con la firma dell’armistizio, il Paese inizia una sanguinosa guerra civile che si concluderà dopo 600 lunghi giorni. C’è un primo e un dopo questo momento che vede schierati italiani contro italiani, padri contro figli. E le donne? Quale fu il loro ruolo? Cosa è rimasto delle loro testimonianze?
A rispondere a queste domande ci pensa Claudia Speziali nel libro “Regolari e irregolari. Donne della Repubblica sociale italiana” (Liberedizioni, 2024), che ricostruisce, attingendo a fonti storiografiche e memorialistiche, la figura delle donne che seguirono Mussolini negli ultimi mesi della Seconda Guerra Mondiale e che vennero per lo più dimenticate in quanto subirono non solo l’onta di essere donne, ma anche quella di essere state dalla parte sbagliata della Storia. Il riferimento non è quindi unicamente alle partigiane, che hanno portato aiuto e sostegno e che hanno combattuto a fianco degli uomini; da questo libro emergono anche le figure delle violente e imperturbabili ausiliarie che hanno avuto il “merito” – se di merito si può parlare – di aver dimostrato quanto sia falso lo stereotipo che vuole la donna, per natura, estranea alla violenza.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/regolari-e-irregolari-claudia-speziali/
L'eresiarca Dolcino, Margherita e il valcamonico Mènech - Pier Luigi Milani
Il libro “L’eresiarca Dolcino, Margherita e il valcamonico Mènech”, edito dal Circolo Culturale Ghislandi di Breno nel 2024, è un romanzo che si ispira alla vicenda storica del predicatore Dolcino, condannato come eretico dalla Chiesa cattolica nei primi anni del ‘300, visto attraverso gli occhi e le vicissitudini di un suo possibile discepolo camuno.
L’autore è Pier Luigi Milani, avvocato e scrittore camuno artefice di diversi studi sull’eresia, sull’inquisizione e sulla religiosità medioevale in Valle Camonica, nonché – tra gli altri – di un precedente romanzo ambientato nella Valle Camonica medievale, ‘Et labora’.
Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/leresiarca-dolcino-margherita-e-il-valcamonico-menech-pier-luigi-milani/
Amour - Gabriele Berardi
Se, come scrive Lev Tolstoj nel celeberrimo incipit di Anna Karenina, “tutte le famiglie felici sono uguali, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo”, leggendo Amour, l’ultima pubblicazione di Gabriele Berardi, viene sicuramente da pensare che Tolstoj avesse proprio ragione: talvolta, anche dietro la più tranquilla delle relazioni, al di là della cortina superficiale delle apparenze, possono celarsi le più varie ragioni di infelicità.
Amour (edito da Planet Book, 2024) è una raccolta di 21 racconti, per lo più brevi, tutti incentrati, come il titolo suggerisce, sull’amore. Un tema un po’ sfruttato, verrebbe da pensare, visto che, da che l’uomo esiste, tutti ne parlano, al punto che si potrebbe pensare che non molto altro ci sia da dire in proposito. Ma Berardi (autore bresciano, di professione educatore, musicista e uomo dai mille interessi), con una scrittura piana e snella, trova la giusta linea per aggiungere un suo personalissimo sguardo di violenta schiettezza sul tema, individuando situazioni narrative che esulano dalla dimensione più ovvia dell’amore come tormento ed estasi per concentrarsi su storie di amori faticosi, in cui di estasi davvero non c’è nulla.
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La leonessa di Appomatox - Mauro Bodini
Una trama quasi onirica ma al tempo stesso profonda al punto da smuovere le viscere dei lettori, ma anche un libro d’avventura western pieni di indiani, cowboy, assalti ai treni, sceriffi e fuorilegge. “La leonessa di Appomatox” (Booksprint, 2023), opera prima di Mauro Bodini, maratoneta bresciano appassionato di storia e fotografia, è un romanzo fuori dagli schemi e unico nel suo genere ambientato tra la Brescia delle Dieci Giornate e il Far West.
Tra la pianura della Virginia dove scorre il fiume Appomatox e la Brescia del 1849, il romanzo guida il lettore alla scoperta di amicizie e famiglie che sopravvivono al tempo, in una trama ricca non solo di banditi che assaltano i treni e carovane cariche, ma anche di valori e sentimenti.
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La scacchiera di ghiaccio - Ida Ferrari
Dopo “La vincita” e “Paris Noir”, la scrittrice bresciana Ida Ferrari torna ai lettori con il terzo capitolo di un’apprezzata serie di noir che vede protagonista la coppia di detective privati Paolo Bosco e Simona Fontana.
“La scacchiera di ghiaccio”, edito come i precedenti da Golem Edizioni e ambientato durante i primi periodi del Covid, porta il lettore nella provincia bresciana fra il lago di Garda e la Valle Camonica, passando per il lago d’Iseo e tornando nell’ambientazione dei precedenti romanzi, Milano, non senza qualche incursione nelle più grandi capitali sparse nel mondo e addirittura nel “deep web”, proponendo una storia intensa ma scorrevole che scava con sapienza nel bene come nel male.
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Fumo negli occhi - Giovanni Papaleo
Belize, Caraibi. L’avvocato Grotta Barbato se ne sta comodamente spaparanzato sul lettino del resort in cui alloggia da quando è fuggito dalla Giustizia italiana. Ad intervistarlo quel giorno c’è una misteriosa ma avvenente giornalista a cui è quasi impossibile negare la verità. Ma quella confessione si rivelerà fatale per lo stesso avvocato, che scoprirà a proprie spese quanto possa essere senza scrupoli una vedova in cerca di giustizia.
Inizia così “Fumo negli occhi” (Arpeggio Libero, 2024), il nuovo romanzo dell’avvocato Giovanni Papaleo, in cui ritroviamo molti dei protagonisti del suo precedente libro (“Discanto” pubblicato nel 2023) ora in una nuova formazione, alle prese con un ennesimo caso da affrontare: il risarcimento di una famiglia orfana del padre a causa di un errore medico. Ritroviamo anche gli stessi “cattivi”, magistrati corrotti e giornalisti servizievoli che metteranno i bastoni fra le ruote a chi cercherà in ogni modo di scoprire la verità.
Anche questo secondo libro (la cui trama è però del tutto autonoma rispetto al precedente) non è un giallo classico; per certi aspetti possiamo definirlo un legal thriller, ma è anche molto di più, coinvolgendo altri aspetti delicati e attuali in una Brescia non immune al crimine.
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Una filosofa in ospedale - Aurora Ghiroldi
Epitteto, un pensatore stoico dell’età imperiale, affermava che il filosofo è come un medico e che la scuola del filosofo è come un ospedale: un ospedale per le anime.
Saggezza antica e sensibilità contemporanea si fondono nell’interessante volume della bresciana Aurora Ghiroldi “Una filosofa in ospedale” (Liberedizioni, 2024), in cui l’autrice, dottoranda in bioetica, racchiude le riflessioni scaturite da una lunga esperienza di ricerca sul campo, fra le corsie dell’ospedale Poliambulanza.
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