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Le voci della sera
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Ginzburg, Natalia <1916-1991>

Le voci della sera

Einaudi, 2013

Résumé: Le voci della sera è un breve romanzo del 1961, scritto durante il soggiorno londinese della Ginzburg e alla vigilia del ritorno in Italia. Con uno stile spoglio, fedele al rigore delle notazioni oggettive, la scrittrice esprime in questo romanzo il senso delle storie familiari, la presenza dei vecchi, il crescere doloroso dei giovani, l'allacciarsi e il mutare degli amori e delle amicizie. Della taciturna ragazza che scrive in prima persona il lettore soffre le speranze e le delusioni senza una riga di commento o giudizio o introspezione.

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Alice Raffaele
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Continuo a preferire i saggi e i brevi racconti, di Natalia Ginzburg, però come non abbracciare la malinconia che pervade questo libro, dove "i luoghi e i personaggi sono immaginari. Gli uni non si trovano sulla carta geografica, gli altri non vivono, né sono mai vissuti in nessuna parte del mondo. E mi dispiace dirlo, avendoli amati come fossero veri."

"Le voci della sera" è narrato in prima persona dalla protagonista Elsa, che però offre una collezione di microstorie sui principali abitanti del paese in cui vive. Il filo comune è rappresentato dai cosiddetti "pensieri sotterranei", spesso soppressi per non voler più vedere in faccia la propria anima, con la paura di perdere il coraggio di vivere, oppure per fare tutto quello che gli altri e la società si aspettano che si faccia.
Lo stile è molto peculiare e trasmette ironia, soprattutto nelle continue ripetizioni di "disse" anche se risulta a volte ridondante.

Una chicca: uno dei personaggi studia - anzi, "sposa" - la programmazione lineare. Viene solo accennata in qualche passaggio, e neanche troppo correttamente, in realtà, ma puntando su una sua definizione troppo alla lettera e riduttiva. Nell'appendice si svela come facesse la Ginzburg a conoscere questo metodo della ricerca operativa: il figlio Andrea, futuro economista, ne stava facendo una tesi. Tutt'oggi non è molto nota al pubblico, questa branca della matematica applicata, eppure Natalia Ginzburg l'ha inserita in un romanzo scritto tra marzo e aprile 1961, quando la programmazione lineare era nata da pochissimi anni. Ciò mi ha fatto teneramente sorridere.

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